Le Pasyr, le infradito biodegradabili
In Italia esiste un magnifico mondo di piccole imprese, eccellenze creative, attente all’ambiente e avanzate tecnologicamente. Le Pasyr sono delle infradito biodegradabili al 44,47% in poco più di 6 mesi e riciclabili al 100%. Sono uno di quei piccoli gioielli del Made in Italy, visto che nascono nel distretto calzaturiero delle Marche. Sono costruite con un compound elastomerico – termoplastico, l’Ecopowerbio, sotto brevetto della Tecnofilm e prodotto con gomme e oli vegetali di provenienza italiana o comunque europea. Il taglio delle forme e l’assemblaggio avviene grazie a cooperative marchigiane. Il packaging ovviamente è semplicissimo: una retina in cotone.
L’idea di produrre infradito e scarpe biodegradabili è venuta a Ronni Ricci, che ha già messo insieme diverse ditte marchigiane che producono e vendono scarpe ecologiche per Eco Marche Bio. «Produrre scarpe biodegradabili – spiega – non è molto diverso dal produrne di non ecologiche. Non ci vogliono grandi investimenti ma solo una mentalità diversa».
La storia è molto interessante. Qualche anno fa la Tecnofilm, azienda di Sant’Elpidio a Mare (Fermo), ha un’intuizione relativa al mercato dei consumatori sensibili all’ambiente. In tempi non sospetti, siamo nel 2006, inizia a produrre materiali biodegradabili. Ne trova diversi usando oli vegetali al posto del petrolio. Molti produttori si fanno avanti e iniziano a usarli per la produzione di suole per scarpe, soprattutto per quelle dei bambini.
«Le performances sono assolutamente elevate», spiega Roberto Cardinali, consigliere d’amministrazione di Tecnofilm, il quale fa notare che la biodegradabilità non entra in competizione con la solidità: «Il prodotto è assolutamente stabile. Diventa biodegradabile solo in compostaggio, cioè con particolari condizioni quali batteriche o di umidità».
Si consideri che la soluzione della biodegradabilità messa a punto dalle aziende marchigiane è un ottimo passo avanti per il contenimento dell’impatto ambientale. Queste calzature all’apparenza normali sono al contrario una vera innovazione industriale ed ecologica, essendo fatte in materiale industruttibile.
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COMMENTI (1)
Inviato il 04 luglio a 09:53
Mi sembra ci sia molta confusione sul concetto di BIODEGRADABILITA’. Quando si parla di biodegradabilità di una plastica si deve fare riferimento a due normative. La norma UNI EN 14855, di cui si parla nel sito di Pasyr, definisce il metodo per eseguire il test, ma non dà nessun requisito per la biodegradazione. E’ la norma UNI EN 13432 che stabilisce i criteri di biodegradabilità: essa definisce un materiale biodegradabile se si biodegrada di almeno il 90% entro 180 giorni, altrimenti il prodotto non è definibile biodegradabile. Quindi un valore del 44.57% in 180 giorni significa che il prodotto non è biodegradabile!