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Ennio Flaiano su Sanremo (1968)

Creato il 15 febbraio 2013 da Maxscorda @MaxScorda

15 febbraio 2013 Lascia un commento

Ho visto alla televisione una delle serate di Sanremo.
Ero a cena in casa di amici e non ho potuto sottrarmi. Questi amici intendevano vedere la trasmissione per ragioni di studio, essendo psicologhi e interessati ai fenomeni della cultura di massa.
Alla fine mi sono accorto che a loro quella roba piaceva.
Il fatto che a cantare fossero dei giovani, serviva a garantirli che la loro approvazione rientrava nell’aspetto giovanile del fenomeno. La verità è che a me lo spettacolo, non so più se ridicolo o penoso, di quella gente che urla canzoni molto stupide e quasi tutte uguali, lo spettacolo mi è parso di vecchi.
Comunque, se la gioventù è questa, tenetevela.
Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato. Nessuna idea, nelle parole e nei motivi. Nessuna idea nelle interpretazioni. E alcune mi venivano segnalate come particolarmente buone. C’era un tale per esempio, coi capelli alla bebè che sembrava protestare contro il fatto che malintenzionati gli tirassero delle pietre. Non si capiva perché si lamentasse tanto. Avrebbe voluto che gli tirassero delle bombe? Oppure? Che un tipo simile venga lapidato dovrebbe essere normale. È brutto, sporco e probabilmente velenoso.
So bene che è inutile lamentarsi sui risultati di una politica produzione-consumo. Interessi economici molto forti possono modificare non soltanto il gusto, ma la biologia di un popolo che cade in questa impasse.
La trasmissione era ascoltata, dicono, da 22 milioni di telespettatori, che è a dire tutta l’Italia – il paese dei mandolini.
(Estratto da "Diario degli errori")


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