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Essere madre

Creato il 22 maggio 2012 da Martahasflowers
Essere madre
Siamo usciti insieme, io e lui, prestissimo.
Gli occhi pieni di sonno, il cuore ancora addormentato, lo stomaco tutto vuoto.
Abbiamo camminato tenendoci per mano, senza dirci più di tanto.
- "Hai paura?"
- "No, mamma... Be', forse un pochino".
- "Non sarà niente, vedrai. Basta non guardare".
Ci siamo messi in coda, tra i vecchietti.
Poi ci hanno chiamato.
Prima l'ho fatto io, il prelievo.
Una cosa veloce, tre provette e via.
Poi è entrato lui.
Coraggioso, saggio, dolcissimo.
Ha offerto il braccio.
Non ha guardato.
Io guardavo, invece.
Guardavo quella siringa gigante riempirsi lentamente di sangue.
Il suo sangue, che è anche il mio e quello di suo padre.
Il mio bambino che si fa ragazzo, che diventa grande, piano piano.
Quel sangue, quel viso, quegli occhi, quelle labbra, quelle mani, quei colori.
Che sono miei e di suo padre.
Guardavo la siringa, il sangue e guardavo il miracolo che sono i figli,
dettagli di due corpi che si uniscono,
che una volta vengono così, con quella faccia lì,
e la volta dopo con quella faccia là,
un po' simile ma tutta diversa.
E sentivo l'amore e anche la mia fortuna e la mia felicità
racchiuse in quel sangue, in quegli occhi, in quelle labbra, in quelle mani, in quei colori.
I miei rami, i miei fiori, la mia carne.

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