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Fast & Furious? No, "DRIVE".

Creato il 19 settembre 2012 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1

Perché a pensarci bene, la prima immagine che ho avuto di questo film è stata proprio quella del maschione "macigno" di Vin Diesel appoggiato sul suo bolide a quattro ruote, e a tutto quel che poi, come un contagio inarrestabile ne consegue, Fast & Furious 1, 2, 3, 4, 5 e 6. Che orribile abbaglio è stato...(non me ne voglia il caro Vinicio).
Un abbaglio, appunto. Un ingannevole pre-giudizio che molto spesso uno/a si fa, su un film fatto da un regista di cui poco o nulla ha visto. Sbagliato, nulla di più sbagliato!!!
Del danese Nicolas Winding Refn in effetti non conoscevo nulla, nemmeno, ahimè, il Bronson del 2008 che vede Tom Hardy nei panni del feroce criminale protagonista, o la trilogia Pusher (1996-2004).
E devo ammettere che gli è bastato davvero "poco", per convincermi. Per farmi parlare oggi di lui, come di un giovane cineasta talentuoso e promettente. Parte col piede giusto fin dalla prima e fondamentale scelta: il protagonista, il "Driver". Il mio primissimo ricordo, tenero e adolescenziale lo vede ancora come il piccolo Hercules, il ragazzino dal viso scarno ma con quel "non so che". Forse esattamente quel che serve a dare uno sguardo lungimirante sul futuro di un giovane attore. Ryan Gosling è stato fin troppo esaudiente circa le mie aspettative. Bastano un paio di titoli a prova di ciò che sto affermando, The Believer di Henry Bean (2001), Half Nelson di Ryan Fleck (2006) e Blue Valentine di Derek Cianfrance (2010). Tutti film da recuperare qualora non li aveste ancora visti.
E oggi, in un emblematico gioco di ralenti e scatti dalle sfumature dorate, il regista che uscì tra gli applausi dal Festival di Cannes (2011) con il merito per la miglior regia, mi incolla davanti allo schermo, impalata e immobile di fronte allo sguardo "laconico" del protagonista. Un ragazzo disegnato con i tratti dell'anonimato. Un uomo sul quale non è concesso saper nulla, se non il suo "ruolo", colui che guida. Ma è fin troppo evidente che l'etimologia e la traduzione "letterale" del termine che dà il titolo al film, non basti ad interpretarne il senso, i molteplici significati. Il "Ragazzo", così come lo chiama Shannon, amico e proprietario dell'officina per cui lavora, alterna la sua vita tra il ruolo del meccanico/stuntman, a quello dell'autista al servizio della malavita. Ma l'incontro e un sentimento profondo per la donna della porta accanto, lo metterà sul volante nel mezzo della rapina sbagliata per gli uomini sbagliati.
Fin dal principio la storia, che si rifà al romanzo omonimo di James Sallis, è caricata, in modo mai eccessivo, di quegli espedienti che rimandano all'action stile Miami Vice o a momenti significativi (vedi la scena del bacio in ascensore resa ancor più efficace col ralenti) che ricordano alcune sequenze dei film di Tarantino. La parte musicale curata da Cliff Martinez è davvero sorprendente, con brani che spesso "stonano" con le immagini, creando un effetto disorientante ma quanto mai funzionale alla diegesi filmica (e sonora). Ogni cosa "nel quadro" non viene messa a caso. Tutto "ruota" come la chiave di un rebus da risolvere. La casa del ragazzo, vuota. E lui sembra non viverci affatto se non per mettere a punto un pezzo dell'auto. La sua vita va sul volante, quasi lasciata in balìa degli eventi. 500 dollari per fare la controfigura della star, correre in pista assecondando i progetti di un uomo inaffidabile come Shannon. Imbattersi in una rapina pur di aiutare il marito della donna che riesce perfino a rubargli un sorriso, un'espressione più decisa su quel volto sempre spento. Nel passato di Driver c'è qualcosa di misterioso ma certamente oscuro, terribile. Qualcosa che gli ha insegnato a tirar fuori una rabbia e una ferocia inaudita. La stessa però che non riesce a controllare sotto gli occhi spauriti della donna che ha appena baciato, alla quale ha aperto, seppur per un istante (dilatato dal ralenti), il suo cuore.

Una doverosa nota di merito per Carey Mulligan nei panni di Irene


Una performance splendida per il giovane attore canadese. Un personaggio che difficilmente dimenticheremo. Un uomo, "un nessuno" (pensate anche voi a quel che penso io?), che si muove per le strade di Los Angeles con un'auto. Senza nulla addosso se non quel cappotto e quel suo scorpione dorato...

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