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Favoletta sulla delazione: credeteci se vi pare.

Creato il 23 ottobre 2010 da Laperonza

Supponiamo. Il lettore assiduo sa che quando legge questa parola sta leggendo un espediente letterario. Ebbene…supponiamo che il protagonista della nostra storia sia una persona che negli ultimi mesi ha condotto una battaglia sociale per una determinata causa tramite i cosiddetti mezzi informatici. Supponiamo che il nostro personaggio abbia in questo dato l’anima portando poi la battaglia dal web alla società civile. Supponiamo che questa battaglia – è brutto il termine ma, alla fine della storia, ci sta – abbia avuto seguito, consenso e risultati. Supponiamo anche che, come spesso accade, questo abbia generato “malcontento” nella controparte. Supponiamo anche che il nostro, non avendo peli sulla lingua e fedele al motto “male non fare paura non avere” ci abbia dato giù duro contro le ipocrisie e le storture che abbia potuto vedere e constatare.

   Rimanendo nel campo delle supposizioni immaginiamo un tranquillo sabato mattina in famiglia. Il nostro personaggio sta facendo colazione con i suoi – il figlio grande è già a scuola – per poi accompagnare la figlia a catechismo. Immaginate che squilla in telefono, non il cellulare ma quello di casa, da anni scomparso dalle guide telefoniche per scelta. Il nostro risponde e…sorpresa sorpresa…a chiamarlo è nientepopodimeno il comandante della locale stazione dei carabinieri. Laconico gli comunica che deve parlargli. Da persona onesta e con la coscienza più che a posto il protagonista di questa storia ipotetica si reca immantinente alla stazione dei CC (leggete CC, grazie) curioso e anche un po’ in apprensione. Ha preso una multa in strada qualche giorno prima, ma quella era la stradale, che c’entrano i carabinieri?

   Lo riceve in caserma il comandante in persona (mica cotica). Il comandante è adirato ma dissimula. Lo accoglie, stringe la mano e dice: “Ma Lei…ce l’ha coi carabinieri?”. “Eh? Ma io ho sempre pensato che l’ultimo baluardo della legalità fossero proprio i carabinieri, perché mi chiede ciò?”. “ “Perché risulta che Lei abbia scritto su Facebook parole infamanti sull’Arma”. “Io. E quando”. La faccio breve. Il nostro personaggio sarebbe (condizionale) stato segnalato da “anonimo” alla locale stazione dei CC. La segnalazione direbbe che il nostro avrebbe scritto note infamanti su Facebook e sul suo Blog. Il nostro chiede al comandante se abbia letto dette note e quello dice no, gli è solo stato riferito. Il nostro dice: “Andiamo allora a verificare perché a me non mi pare” (uno che parla così come fa a scrivere?). Vanno a verificare. Il comandante legge quello che il nostro ha scritto e, alla fine dei conti, praticamente, concorda con lui. Allora? Che cazzo sarebbe successo (scusate la parolaccia-congiuntivo “sarebbe” che poi sarebbe un condizionale)?

Supponiamo che qualcuno, stufo di leggere le invettive di un anonimo personaggio non si sa bene da dove sbucato e non si sa bene dove vada collocato, si sia rotto le scatole e abbia pensato bene di usare quella che da tempi immemorabili è un’arte nazionale: la delazione. Questa, usata deliberatamente e deliberatamente ascoltata durante l’epoca fascista tanto cara a molti nostri concittadini, portava regolarmente persone innocenti al confino se non nei campi di concentramento e sterminio. DELAZIONE. Che il nostro ordinamento non accetta o, almeno, non dovrebbe accettare.

   Supponiamo che questo sia stato ordito per intimidire, visto che i campi di sterminio – grazie a Dio – ancora sono di là da venire. Supponiamo che il nostro, invece, non si sia affatto intimorito ma, anzi, si sia parecchio incazzato. Che risultato avrebbe avuto il delatore? Zappa sui piedi? Sbagliato i tempi? Hitler è morto da un po’ e il Nanomorale, per quanto si adoperi, non ce la fa a raggiungerlo. E ora? Che farà il nostro? Si chiuderà in bagno seduto sulla tazza a meditare o andrà avanti a spada tratta come e più di prima? Boh….

 

 

 

firmato:

Luca Craia

professione: funzionario commerciale

presidente dell'Associazione "Città Vecchia"

per hobby  rompiscatole, scassatore, sputatore di peli sulla lingua

pubblicista sul web e su Facebook

amministratore unico del Blog L'Ape Ronza

Orientamento politico: mai stato comunista fin'ora ma costretto dagli eventi e così definito dai benpensanti italiani e seguaci del Nanomorale in quanto egli stesso non seguace del medesimo e quindi auto devinitosi COMUNISTASIPORCAVACCAMIAVETEFATTODIVENTARECOMUNISTA

EORASONOCOMUNISTALLAFACCIACCIAVOSTRA.


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