(recensione Vasile Ernu, “Nato in Urss”, Hacca 2010)
“E’ un paese che non può lasciarti indifferente, qualsiasi rapporto tu abbia avuto con lui, che lo ami o che lo odi”. L’Unione Sovietica ammirata attraverso gli occhi del filosofo e scrittore rumeno Vasile Ernu è racchiusa in questa citazione che apre “Nato in Urss”, diario di bordo attraverso un mondo che non c’è più, editato dalla casa editrice Hacca a novembre dell’anno passato.
Immaginate di calpestare selciati scomparsi, percorrere strade inghiottite dal tempo tenendo per mano soltanto la corporeità di un ricordo. Immaginate di rivivere, goccia a goccia, le sensazioni infantili, sforzandovi di assumere le pose di allora, di leggere con le emozioni di bambino ed il linguaggio da adulto. Immaginate il mondo spaccato in due. Questo è l’assioma di Ernu. Non giudizievole e risolutivo, solo descrittivo. Perché, con un tono da comunista mai pentito, gli spetta parlare inevitabilmente di quel mondo fermatosi d’improvviso non all’impatto contro un muro, ma di fronte al suo crollo; dell’Atlantide dell’ideologia che è stata la terra del Soviet, la grande repubblica delle repubbliche socialiste, la terra della speranza alternativa, “il più grande progetto politico-utopico della modernità”.
Ernu non è uno storico, non ne maneggia gli strumenti. Per questo “Nato in Urss” non è altro che una strampalata, sentimentale, ironica accozzaglia di soggetti ed elementi, di eroi e paesaggi. E’ comparabile ad una bancarella di cianfrusaglie, di quelle polacche, strabordante di cimeli, gonfia di Zorki dalla vita infinita, cipolle da tasca con l’effige di Lenin, bottoni artefatti dei cappotti dell’Armata Rossa. Patacconi tanto goffi da finire per essere ricoperti da una patina di poetica dignità che li assurge al rango di ricordi. Il materiale che espone Ernu è quello d’uso comune, proletario e non. Alcool, sesso, barzellette, case, letteratura, giochi. Persino la tualet sovietica trova parole per essere attualizzata e spiegata agli occhi pochi fantasiosi dell’Occidente capitalista, diventando il locus privilegiato dell’artista alla ricerca dell’intimità nel caos della komunalka.
Ogni tema è un racconto (in tutto 53), ogni racconto un contenitore, ogni contenitore un viaggio. Ernu, nel suo approccio scanzonato, pure rende la quotidianità della Rivoluzione bolscevica un cammino epico e trionfale. Quando la cucina era luogo di socialità, Lenin un compagno di tutti, il bere l’essenza stessa del comunismo (“Costruire il comunismo senza alcool è come fare il capitalismo senza pubblicità”), ed anche nell’atto supremo di una cacca occorreva assumere “la posa dell’aquila”. In questo sforzo letterario insolito e sfizioso, il filosofo rumeno riesce a donare una nuova immagine all’Urss. Nei suoi spruzzi giocosi e fieri di quotidianità, il Gigante dai piedi di ferro non è soltanto il mentore della pianificazione quinquennale, dell’industrializzazione forzata, della corsa all’armamento, ma la casa comune di un popolo orgoglioso e creativo, dedito alla causa del Partito ma ancora capace di darci dentro con i lampi di genio.
Quel che ne risulta è l’agiografia di un Santo rosso e potente, capace di miracoli laici e produttivi e di scatti d’impeto. E come in ogni agiografia, quel che conta è lo stile accattivante, il guinzaglio retorico, l’affabulazione golosa, che Ernu maneggia in pieno. “Leggete, invidiate, sono cittadino dell’Unione Sovietica”
Vasile Ernu, “Nato in Urss”, Hacca 2010
Giudizio: 3.5 / 5 – Dorogoi Tovarišči!
Magazine
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Lepanto, 1571: la storia delle galee del Duca
Leinì è una cittadina della provincia di Torino di oltre 15.500 abitanti. È chiamata la Porta del Canavese. La terra di Leinì o Leyni fu dei Provana, ... Leggere il seguito
Da Redatagli
DA CLASSIFICARE -
Gratuità: una nuova ricetta per il giornalismo?
Gratuità: è stata questa la parola più pronunciata durante il seminario "Quale informazione per il Terzo Settore" organizzato dall'Ucsi Sardegna nella facoltà... Leggere il seguito
Da Alessandro Zorco
RELIGIONE, DA CLASSIFICARE -
Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza – avrebbe fatto meglio a...
“No-no-no-no-no”, questa la sillaba che mi risuonava nella testa, al termine dell’ultima opera scritta e sceneggiata da Roy Andersson, nientemeno che Leone d’or... Leggere il seguito
Da Thefreak
DA CLASSIFICARE -
Lady oscar, sushi e champagne
Lady Oscar è il Comandante delle Guardie della Regina di Francia, Maria Antonietta. Un po’ come le Guardie Svizzere, ma senza pigiama. Leggere il seguito
Da Thefreak
DA CLASSIFICARE -
Dying Light: Pubblicate nuove immagini
Inviato da Roberto PansiImmagini | 26/01/2015 ( ore 19:00 ) : Dopo aver pubblicato il trailer di lancio, Warner Bros. e Techland hanno condiviso nuove immagini... Leggere il seguito
Da Lightman
TECNOLOGIA, DA CLASSIFICARE -
ISLAM: A conti fatti... hanno gia' perso la partita !!
Sebbene le fonti siano numerose, compreso il Corano che ci dice che gli uomini credenti saranno premiati con le vergini, molti credono che ci sia solo una... Leggere il seguito
Da Nicovendome55
DA CLASSIFICARE
I suoi ultimi articoli
-
L’ultimo partigiano di Foggia è andato. Te lo ricordi, foggiano?
-
Quelle ingiurie che noi foggiani non possiamo ingoiare. Lettera (semi) aperta a Lello Di Gioia. Ovvero: onorevole, lo conosce Nicola Stame? (e la sua risposta)
-
Tu
-
No, non mi avete convinto (con tante scuse a Pietro Ingrao)