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No, non mi avete convinto (con tante scuse a Pietro Ingrao)

Creato il 05 settembre 2013 da Radicalelibero

No, non mi avete convinto. 

Non mi avete convinto che diventare cattivo in un mondo di cattivi sia la soluzione. Non mi avete convinto che per giocare al ramino della vita i sogni non siano importanti e sia necessaria l’offesa. 

Non mi avete convinto, pubblicitari, teoreti del capitale, asceti del liberismo. Non mi avete convinto a trangugiare con l’imbuto della vostra morale un’immagine plastificata del mondo in cui un diamante è per sempre e l’amore, la speranza, lo sguardo al mare, solo futili vanità.

Non mi avete convinto, materialisti ad oltranza, che la costruzione del presente sia la garanzia di salvaguardia della sanità mentale e le mani allungate al futuro un giochino da Pindaro ammattito. Tenete in mano le vostre squadre, io resto con le mie dita sporche di tempera per colorare il mondo.

Non mi avete convinto nuovi uomini di partito da Seconda Repubblica, che siate meglio dei vecchi. 

Non mi avete convinto, schiavisti e sfruttatori, che la vostra onnipotenza è ciò che muove il mondo, che le vostre teorie siano la ragione dell’oggi. Il suono di una chitarra, il pianto di un figlio, il futuribile, quelli sì, è sono i miei ingranaggi.

Non mi avete convinto, fan delle minoranze, femministe consunte, monoliti dei diritti civili, esperti di settore. Non sono le vostre baracche a muovere il suq della libertà, ma le voci dei tanti senza voce.

Non mi avete convinto rivoluzionari digitali che siate realmente il nostro futuro. Piuttosto, siete il vostro presente, teste basse in treno, digitatori professionisti, amatori del pruriginoso, erotisti di parole in chat, massoni del web.

Non mi avete convinto, politici consumati, democratici incalliti, pedagogisti dell’etica, volpi umane, che si nasce comunisti ma è democristiani che si muore.

Non mi avete convinto, preti, ecclesiasti, avvocati e giudici, che la giustizia alberghi sotto le vostre gonnelle, al riparo dagli occhi indiscreti di chi voglia farla propria. 

Non mi avete convinto bagnanti della costiera emiliana, discotecari riminesi, adolescenti viziati, che siate voi quelli che la vita sappiate berla fino in fondo, che il senso sia nel divertimento, che il superfluo si il necessario.

Non mi avete convinto estremisti dell’egotismo, sostenitori dell’individualismo, che tutto passa per il bene personale e che l’altro sia soltanto una periferia. 

Non mi avete convinto, eroi dell’antimafia, pupazzi dell’editoria, giornalisti strapagati, opinionisti ventenni. Quando si vola si vola in massa. O si sta insieme, a terra, a fare gruppo.

Non mi avete convinto, difensori dell’ordine, uomini in mimetica, filosofi dei galloni, pedagogisti dell’onore e del rispetto della patria, che stiate difendendomi dal male. In tasca porto sempre e ancora le monete di Genova e sulle spalle lo stesso zaino pieno di futuro. 

Non mi avete convinto masturbanti delle bandiere, disegnatori di tricolori, che le patrie abbiano confini, le voci frontiere, i progetti caselli autostradali, i sogni check in aeroportuali.   

Non mi avete convinto medium e cartomanti, venditori di illusioni, starlette della superstizione a caccia di notorietà, potenti in miniatura, che la vita sia il vostro dettato.

Il sorriso della mia donna al mattino, le coppole dei braccianti, la foto di Peppino Di Vittorio, i canti popolari ripetuti in coro, una copia del “Cyrano”, i film di Elio Petri, l’autografo di Sepulveda, una bicicletta con i freni a bacchetta, la voce di Eddie Vedder e quella di Joan Baez. Questo si, mi ha convinto che i miei spazi non siano i vostri spazi, che non siamo uguali perché viviamo sotto lo stesso cielo, che non meritate la mia stessa dignità, che il mio cuscino è più leggero del vostro, il mio sorriso più libero e il mio futuro possibile, vero. E migliore. 

 



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