Magazine Pari Opportunità

Femministe e cyberstalking

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Troppo spesso l’intolleranza verso le opinioni altrui, o la paura di esse, porta a riversare odio e disprezzo verso l’interlocutore, anche quando non lo si conosce affatto. Tutto questo avviene perché risulta difficile a determinate persone aprire un dialogo critico e costruttivo o mettere in atto reali tentativi di confutazione delle idee espresse da altri.

Femministe e cyberstalking

Si prende quindi a bersaglio chi propone una lettura della realtà differente, evidenziando così una mancanza totale di argomentazioni. Si sa, quando non si riescono a colpire determinate tesi si offende chi le esprime! E così, si dà per scontato che se una donna si schieri contro il modello unico imposto dai media o disapprovi il bombardamento quotidiano di immagini lesive della dignità femminile e di messaggi veicolati per condizionare le più giovani, sia solo una zitella racchia, acida e insoddisfatta.

Il bello è che spesso questi giudizi grossolani e approssimativi sono dati senza conoscere il destinatario, denotando l’ignoranza di fondo che li sorregge. Ma è ormai concezione comune che le femministe debbano essere per forza brutte e frustrate o anziane signore radical-chic! Se no, che femministe sarebbero? Non si capirebbe altrimenti com’è che combattano tutti i giorni con tanta energia contro determinate questioni!

Bene, a proposito ci teniamo a sottolineare che forse questa incomprensione nasce da un semplice disguido: si dà infatti per scontato che una persona per combattere strenuamente contro determinate discriminazioni ci debba essere per forza passato in prima persona! Così, se una denuncia il modello unico della taglia 42 significa che è grassa, se l’altra si oppone alla crema che fa crescere il seno è irrimediabilmente piatta, se si smontano le tesi di chi demonizza la cellulite se ne è pieni fino al collo, e se si è infine contrarie agli apprezzamenti pesanti da parte degli uomini è perché alle povere femministe invidiose nessuno li ha mai fatti!

Allora chi si schiera per le lotte contro l’omofobia? Ovviamente per queste persone dalle “larghissime vedute” dovrebbe essere un soggetto con un’omosessualità latente!

E chi porta avanti lotte animaliste? Sotto sotto magari si sente un cane imprigionato nel corpo di un uomo?

Il solito cliché. Quello della femminista brutta, acida e insoddisfatta? No, quello della mentalità media che la ritiene tale, secondo la quale ci si può crucciare di un problema solo se lo si è vissuto in prima persona!

Dobbiamo disilludere alcuni utenti: esistono persone, forse a differenza dei nostri “cari” commentatori, che hanno a cuore le tematiche sociali e il bene delle nuove generazioni, che combattono contro le violenze anche quando a subirle non sono state loro e a prescindere dal loro aspetto fisico!

Il sessismo può essere combattuto da chiunque, uomini compresi, così come ostacolare il razzismo non dovrebbe essere, e non è, solo prerogativa di chi è stato giudicato in base al “colore della sua pelle”! Inoltre, si chiede forse ad un uomo se è bello oppure brutto prima di lasciarlo parlare? Di donne belle, anche secondo i canoni estetici vigenti, che sono femministe se ne vedono a iosa. Ma dovremmo forse dimostrare di essere tutte piacenti a voi prima di parlare? Non è il nostro aspetto fisico che ci fa parlare, ma la nostra testa, con la quale (ohibò!) ragioniamo!

Femministe e cyberstalking

E’ per questo che ci è capitato molto spesso di sorridere davanti ad alcuni commenti pervenuti sul blog, così lontani dalla realtà e dettati da un incomprensibile odio viscerale nei confronti delle donne e delle tematiche di genere.

Femministe e cyberstalking

Sorridere sì, ma fino a un certo punto. Il nostro lavoro, che costa una fatica immensa e un impegno quotidiano, è infatti continuamente monitorato, mistificato, preso di mira da terzi.

Ci hanno ridicolizzate e diffamate in tutti i modi possibili e immaginabili, con una costanza giornaliera senza interruzione, con un accanimento tipico degli stalker ossessivi.  Sono arrivati a dire che siamo le amanti di qualche politico influente ma subito dopo si sono smentiti dicendo che da femministe brutte acide e cattive nessuno mai si avvicinerebbe a noi. Che coerenza!

Ci hanno chiamate borghesi perché parliamo dei pari diritti uomo/donna e non giustifichiamo qualsiasi uomo di ceto basso/medio a priori, anche se violento.

Ci hanno ancora chiamato radical-chic, mantenute e borghesi perchè studiamo, senza conoscere affatto i salti mortali che facciamo per portare avanti gli studi. La maggior parte di noi lavora proprio per pagarsi l’università e qualcuna è anche mamma. Capirete quanto fatica ci costa dover lavorare anche per questo blog! Ma facciamo tutto con, e per, passione, perchè queste lotte le sentiamo dentro di noi, senza bisogno di alcun compenso!

A volte si crede che Internet sia una zona franca, che si possa tormentare il lavoro di una persona, e la persona stessa, attraverso insulti deliberati, vere e proprie persecuzioni fatte di continui commenti poco graditi che a volte spalleggiano la violenza di genere, fino ad arrivare alla violazione della privacy attraverso la pubblicazione indiscriminata di materiale appartenente ad altri.

Internet però non è una zona esente da regole e leggi. Queste dinamiche, infatti, ricordano tanto il fenomeno dello stalking. Purtroppo il problema è reale e attualissimo! Infatti, la Corte di Cassazione (V sez. penale con sentenza n. 24 giugno 2011, n. 25488) ha ribadito la rilevanza del reato di cyberstalking, definito dall’art. 612-bis del c.p., poiché le molestie reiterate nel tempo attraverso il web non sono altro che questo! E sono quindi perseguibili!

Femministe e cyberstalking

Femministe e cyberstalking

Alessia, Faby, Mary.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :