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Gangster Squad, e quei poliziotti sgangherati (ma tanto simpatici)

Creato il 22 febbraio 2013 da Martahasflowers

PREMESSA: questo è uno di quei post che sarebbero dovuti andare su Linkiesta.it, ma che, per protestare contro il trattamento subito dal direttore Jacopo Tondelli, pubblicherò qui fino a quando la situazione non sarà risolta.
Gangster Squad, e quei poliziotti sgangherati (ma tanto simpatici)
L’importante è non fare paragoni sbagliati. Bisogna dimenticarsi Il padrino e pure Gli intoccabili, anche se il film di Brian De Palma qui è citato platealmente. Gangster Squad non è il primo grande film di gangster della nuova generazione, come ha affermato Anthonie Mackie, uno degli attori. E se lo è vuol dire che la nuova generazione ha perso per strada ogni afflato epico. Gangster Squadnon è un noir potente con derive mitologiche né un’epopea criminale con richiami alle tragedie greche (per dire): chiarito questo, si tratta di un film molto godibile e perfino appassionante. Con delle sfumature quasi comiche anche apprezzabili.Già la squadra di cui si parla nel titolo è un piccolo gruppo di sei poliziotti messo insieme come accade nelle barzellette: c’è il nero, il latino, il romantico, l’intelligente, quello che spara e il capo, che è un tantino folle nella sua ossessione. Siamo nel 1949 e i sei lottano con ogni mezzo a disposizione per rovinare (e incastrare) Mickey Cohen, un feroce, sanguinario, super cattivissimo gangster realmente esistito (ne parla, tra gli altri, James Ellroy in LA Confidential) arrivato dalla costa est degli Usa per conquistare al suo potere criminale l’intera Los Angeles. I primi attacchi all’impero di Cohen sono un tantino sgangherati, e si capisce subito che siamo ben lontani dai mitici film sulla malavita organizzata americana: i sei poliziotti sono tanto volenterosi quanto pasticcioni, e questo li rende immediatamente simpatici. Poi imparano a mettere a punto azioni un tantino più efficaci, e alla fine bene o male lo manderanno ad Alcatraz, il cattivone. Il tutto in un susseguirsi di esecuzioni, sparatorie, scazzottate che, però, non annoia mai. Nemmeno una fanciulla come me. Tanto più che si inserisce nella trama pure una intrigante storia d’amore tra la donna del boss (Emma Stone, morbida e super sensuale) e il poliziotto sensibilone, che ha la faccia un po’ sbilenca di Ryan Goslin, il nuovo rubacuori di Hollywood che però a me non smuove un capello così biondino com’è (ma questi lo so sono dettagli). Sarebbe più interessante la presenza di Sean Penn, se non fosse che qui è truccato come Freddy Krueger (l’assassino che popola gli incubi degli adolescenti nella serie Nightmare) e fa passare ogni poesia. La ricostruzione della Los Angeles alle soglie degli anni 50 è divertente e ben fatta: i colori e i costumi sono bellissimi e si addicono perfettamente al  tono fumettoso che vuole evidentemente avere il film e che emerge dalle scenografie, dal trucco degli attori, ma anche dai dialoghi, che sembrano la raccolta perfetta delle migliori frasi fatte dei gangster e dei poliziotti cinematografici. Del resto Gangster Squad è diretto da Ruben Fleischer, lo stesso regista di Benvenuti a Zombiland, un film uscito in Italia solo in dvd, ma che era uno spassosissimo e soprendente horror movie, con tratti di parodia.Non sarà il primo grande film di gangster della nuova generazione, ma Gangster Squad ha tutte qualità dei film che quando li vedi ti immagini che pure gli attori, il regista, la troupe e tutti quanti si siano divertiti un sacco a farlo. E non è poco.


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