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“Girl Powa” e l’insostenibile stupidità della donna media

Creato il 07 marzo 2012 da Melly @MElly

La festa della donna è l’ultima della triade delle feste stupide che ci vengono sciorinate dal 14 febbraio all’8 marzo. Orde di donne che escono insieme e che sembra debbano spaccare il mondo. In realtà non avrei neanche voluto farlo un articolo proprio per non dare peso a questo giorno, ma i sassolini dalla scarpa mi è sempre piaciuto toglierli.Odio l’8 marzo, odio i gruppi di assetate attempate alla ricerca di maschioni aitanti e, magari, spogliarellisti. Odio i ristoranti pieni di Uuuuh-Girl di ogni età, dalla minorenne a mi nonna che, urlanti e brille, si fanno servire da camerieri poco vestiti di abitini succinti. Donne che escono per una pizza con la stessa foga con cui un carcerato si accende una sigaretta in giardino nell’ora d’aria e magari si sentono anche legittimate a non chiedere il permesso a fidanzati e mariti. Donne che si aspettano mimose, attenzioni e trattamenti di favore, anche sul lavoro, “perchè è la nostra festa”. Donne, amiche o presunte tali, che durante l’anno non si vedono mai ed escono a cena proprio l’8 marzo, usando il giorno della donna come scusa per stare insieme e vedersi.

Ma c’è bisogno di scuse per uscire con le amiche? Per le serate tra donne, è necessaria una festa (che poi festa non è, ricordiamocelo), oppure basterebbe semplicemente telefonare alle amiche e organizzare una cena con dopocena insieme? E’ l’8 marzo una scusa valida e capace di liberarci da ogni senso di colpa verso i nostri uomini? La festa della donna non deve essere una giornata che ci ricordi che siamo nate femmine, che abbiamo dei diritti (che in molti Paesi neanche esistono), che ci rammenti che abbiamo delle amiche e che ci faccia scordare i maschi a casa. Dovremmo essere donne, amiche, libere ogni giorno dell’anno. E per libertà non intendo la libertà sessuale, ma un qualcosa di più elevato.

Io non ho bisogno di una stupida festa a base di un’uscita tra donne come se fosse l’ultima, non mi serve bere e guardare eccitate i camerieri, non vado sbandierare nessun tipo di girl power, non serve. Ho già la mia libertà, ho la mia festa ogni giorno.

Se voglio vedere le amiche, le chiamo, ci parlo, ci organizziamo. Non devo chiedere il permesso a nessuno, non mi sento in colpa verso il mio ragazzo, non mi sento di abbandonarlo per una sera. La mia libertà, la possibilità di scegliere cosa fare, quando e con chi, è alla base della mia vita. Scegliere di uscire, di partire, di tornare, indipendentemente da chiunque. E anche senza festeggiare l’8 marzo.

Sharamelo!


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