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Giro d’Italia, 18^ tappa: eccezionale Arredondo, giro tutto colombiano

Creato il 30 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

La 97^ edizione del Giro d’Italia sta volgendo al termine, ma l’intensità delle ultime 4 tappe sarà sicuramente fonte di grande spettacolo. La diciottesima, nel particolare, consiste di 171 km da Belluno al Rifugio Panarotta nella Valsugana, per la prima volta traguardo in una sezione della corsa rosa. Nel mezzo il Passo San Pellegrino, il traguardo volante di Cavalese, il Passo del Redebus ed infine, in corrispondenza dell’arrivo, il già citato Rifugio Panarotta: il primo G.P.M. è di prima categoria e presenza una pendenza media del 6,2% su 18,5 km; il secondo è di seconda categoria, la pendenza media è dell’8,7%, ma si distende su poco meno di 5 km; il terzo è nuovamente di prima categoria, con picchi al 14% per un totale di quasi 16 km. Tra una scalata e l’altra, infine, la discesa attraverso la Val di Fassa e quella verso la località di Levico Terme. Previsti per oggi attacchi ad insidiare la maglia rosa di Nairo Quintana e azioni da parte di scalatori puri fuori dalle zone calde della classifica.

Alle 12:13 prende il via la corsa, mancano all’appello Ivan Santaromita e Diego Ulissi colpiti da febbre. Viene meno anche un tentativo di fuga nei primi km: i corridori, consapevoli che sarà una giornata gravosa, preferiscono risparmiare le energie per le tre scalate in programma. Tuttavia, nei 10 km che precedono la prima scalata, prima Timmer poi Valerio Agnoli e Tim Wellens provano invano l’allungo. Hanno più fortuna, invece, i 5 uomini che scattano al km 48 e che rispondono ai nomi di Cataldo, Pellizzotti, Sella, Zardini e della maglia azzurra Julian Arredondo. Questi vengono, però, raggiunti da un altro gruppetto (tra gli altri De Gendt e Duarte) e viene a formarsi un piccolo plotone di 11 atleti in testa alla corsa. Poco più tardi anche Ivan Basso e Matteo Rabottini si riportano sui battistrada, ma troppo tardi per poter ambire al passaggio in posizioni di rilievo al primo G.P.M. di giornata. È, infatti, il colombiano Arredondo a transitare per primo, davanti a Deignan e a Cataldo, con Wellens in quarta posizione.

Poche sorprese in discesa e verso il  traguardo volante di Cavalese. Interessante, tuttavia, è il dato del vantaggio dei fuggitivi: in cima al Passo San Pellegrino la maglia rosa ha un ritardo di 3 minuti abbondanti; giunti a Cavalese, dove Wellens precede Sella e Cataldo, Quintana e compagni hanno accumulato uno svantaggio di 7 minuti. Svantaggio che cessa di incrementare e, anzi, complice il secondo strappo affrontato dagli uomini in testa alla corsa, comincia a decrescere. Nel frattempo, al comando il gruppo rimane compatto fino a 2 km dalla fine della salita, quando di nuovo Arredondo e Cataldo tentano uno scatto per aggiudicarsi i punti del Passo del Redebus. Anche in questa occasione, l’uomo della Trek Factory ha la meglio sull’italiano e pone il sigillo sulla maglia di miglior scalatore.

Verso Pergine Valsugana, in discesa, il gruppetto che guida la corsa si frantuma e, per un breve tratto, si ritrovano in testa i soli Basso, Duarte, Wellens, Sella e De Gendt, salvo poi ricompattarsi poco dopo. Il loro vantaggio sulla maglia rosa è costante e nulla vieta, a 20 km dal traguardo, di provare a mandare in porto la fuga nata sul primo Gran Premio della Montagna. Il primo a rompere gli indugi, a 14 km dal traguardo, è il belga Thomas De Gendt, attivissimo in questa terza settimana di Giro. In un secondo momento, si muovono Keizer, poi Basso ed infine Cataldo, l’unico in grado di lasciarsi alle spalle il primo gruppo di inseguitori. L’onnipresente Julian Arredondo, allora, coglie il treno al volo e si riporta sull’italiano assieme a Duarte e Deignan all’inseguimento del belga De Gendt. Poco più tardi, anche Pellizzotti riprende i primi inseguitori e prova a bruciarli con un allungo ai meno 5 km. Nel frattempo, si affrontano a viso aperto anche gli uomini di classifica, con Cadel Evans a pagarne le spese per primo a confermare il proprio stato di forma non ottimale. Tra gli altri, invece, scatti e controscatti che si risolvono in un nulla di fatto: da segnalare solo lo scatto di Aru ai 400 m per rosicchiare qualche secondo alla maglia rosa, ma importantissimo soprattutto per riuscire ad indossare la maglia bianca, in qualità di migliore tra i giovani, avendo scavalcato il polacco Majka. Ma la tappa di oggi è tutta colombiana: ripreso Pellizzotti, i connazionali Duarte ed Arrendondo si lanciano al traguardo. Come da previsione, però, l’uomo in maglia azzurra ha la meglio, dando prova di tutta la propria qualità in veste di scalatore e conquistando anche il terzo ed ultimo Gran Premio della Montagna di giornata.

Arredondo e Duarte, colombiani, primo e secondo all’arrivo; Quintana e Uran, colombiani, primo e secondo in classifica generale. È un Giro d’Italia, dunque, dominato dal paese di Bogotà nella terza settimana, in cui le montagne sono protagoniste della meravigliosa messa in scena dello spettacolo della corsa rosa. L’Australia, invece, che aveva dettato legge nella prima settimana, perde colpi, soprattutto se si considera il suo maggior interprete: Cadel Evans perde 1’38″ dalla maglia rosa e scivola in nona posizione in classifica generale a +4’59″. Ancora due giorni, dunque, per provare a spodestare Nairo Quintana dalla carica di leader del Giro d’Italia.

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