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Gli ulivi monumentali della Terra di Egnazia.

Creato il 03 giugno 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire
Gli ulivi monumentali della Terra di Egnazia.

Interno tronco di un ulivo millenario a Fasano - Foto Chicco Saponaro

Un patrimonio inestimabile messo a rischio dalla proposta di modifica della legge che lo tutela.

La proposta di modifica della Legge regionale 14/07 – Tutela degli ulivi monumentali e secolari”, avanzata nei giorni scorsi a Fasano da PD, Socialisti e Fasano Democratica,  è stata discussa in consiglio comunale mercoledì 1 giugno. L’istanza del cnetrosinistra desta non poche preoccupazioni per il futuro degli ulivi secolari e monumentali e per la Terra di Eganzia, già mortificati dalla speculazione e dall’abuso edilizio, dall’incuria e da una scarsa coscienza ambientale.

All’incontro di presentazione della proposta di modifica della legge, tenuto presso la biblioteca comunale di Fasano lo scorso venerdì 20 maggio, hanno partecipato politici, tecnici e imprenditori locali. Durante l’incontro sono emerse poche condivisibili istanze e pretestuose argomentazioni a supporto della proposta. Si è sostenuto lo scarso rendimento sia quantitativo che qualitativo di olive e olio derivanti dalla piante secolari e l’eccessivo costo di manutenzione e cura degli stessi. Argomentazioni del tutto prive di fondamento scientifico che non tengono conto dei tanti ulivi che all’espianto e al reimpianto non sopravvivono, nonostante la legge in questione regola la procedura di espianto e reimpianto delle piante secolari e monumentali.

Istanze legittime non sempre condivisibili

Sono state presentate anche istanze legittime, non per questo condivisibili, come quella dei diritti acquisiti dai privati relativamente alle aree edificabili, alle lottizzazioni e il diritto degli imprenditori agricoli di realizzare impianti come serre e vivai senza incorrere nelle lungaggini burocratiche laddove ci si imbatte nella necessità di espiantare e reimpiantare gli ulivi secolari e monumentali. E’ in casi come questi che, secondo i latori della proposta, l’attuale legge è eccessivamente burocratizzata tanto da frenare la realizzazione delle opere di diritto e far lievitare i costi delle stesse. Un problema che, tra l’altro, stando ai proponenti, frenerebbe lo sviluppo economico dei comparti edile e agricolo del territorio.

Tra le proposte, sull’onda del federalismo comunale, anche quella di demandare le procedure di applicazione e controllo della legge alle amministrazioni comunali, sottraendole agli attuali organi (Commissione Tecnica Regionale e Corpo Forestale dello Stato) che ne garantiscono l’applicazione, a volte rigida ma di certo imparziale. Ed è proprio questo passaggio di competenze che desta le maggiori preoccupazioni, visto che in un comune come Fasano lo scempio dell’edilizia non si arresta difronte a nulla.

Gli ulivi monumentali della Terra di Egnazia.

Consiglio comunale del 1 giugno 2011

La protesta civile

A consiglio comunale appena iniziato, mentre il consigliere di opposizione (se così la si può chiamare) Checcino Laterrenia era intento ad argomentare l’odg sulla proposta di modifica della legge, c’è stata l’irruzione silenziosa di una trentina di manifestanti (tra i quali il sottoscritto), contrariati e indignati.  Si è trattato di una protesta composta e civilissima, silenziosa. Tra i manifestanti i rappresentanti di forze politiche non rappresentate in consiglio comunale (SEL, FdS, IdV) e delle associazioni WWF (Fasano-Ostuni-Cisternino),  e del circolo Arci Eliogabalo, che hanno seguito attoniti e fino in fondo i lavori del consiglio comunale tenendo alzati cartelli con la scritta “dalla parte degli ulivi“.

Della tornata amministrativa è stato girato anche un video che presto sarà messo in rete. La sessione di consiglio è stata condotta nella più totale scompostezza e disordine, in cui la regola è il continuo accavallarsi degli interventi. Non c’è ordine in alcunché. Il presidente del consiglio non si capisce a cosa serva. Ognuno parla per conto proprio. Chi ha diritto di parola, per quanto possa dire fregnacce (e di fregnacce se ne sono dette in quantità incommensurabili!) è come se parlasse al vento. L’autoreferenzialità, peggio di una farsa, farebbe vergogna al più becero dei sofisti. Alla fine dei vaniloqui, non conta la destra, né la sinistra che si ricompattano sull’unico vero interesse: la speculazione edilizia! Per non parlare dei toni irrispettosi rivolti ai manifestanti che, nonostante la compostezza e il silenzio sono stati accusati di demagogia e strumentalità.

Gli ulivi monumentali della Terra di Egnazia.

Lavori per il canale di raccolta delle acque

Lo scempio della politica

Lo scempio non si arresta grazie anche agli ammiccamenti della politica. Lo testimonia quanto è recentemente avvenuto per la realizzazione del canale di raccolta delle acque meteoriche che da Montalbano scende a ridosso del “Parco Regionale delle Dune Costiere di Torre Canne e San Leonardo. Nella realizzazione dei lavori del canale, che ha deturpato l’ambiente per circa 5 chilometri alterandone la morfologia, sono stati sacrificati numerosi ulivi secolari e monumentali, ma anche carrubi, mandorli e macchia mediterranea, perfino le dune fossili antistanti quelle sabbiose, attraverso le quali è stato aperto un vero e proprio varco provocando un insanabile danno ambientale. Un danno che non è servito a risolvere il problema delle alluvioni. Al danno si è aggiunta la beffa. Il canale infatti avrebbe dovuto sopperire al soffocamento dell’ennesima lama sulla quale si è realizzato il nuovo piccolo quartiere di Montalbano.

Vale la pena ricordare che durante gli stessi lavori emerse un antico tratto viario, con molta probabilità attribuibile alla via Traiana, per la quale la sovrintendenza dei beni archeologici non si è ancora inspiegabilmente espressa.

E’ sufficiente fare un giro per contrade e periferie per rendersi conto come si realizzano abusi anche grazie al silenzio e all’indifferenza diffusi della cittadinanza e delle istituzioni locali. Un esempio tra i tanti è quanto accade per la realizzazione del villaggio turistico d’élite Parco Mileto che sta sorgendo a ridosso della omonima Lama, nei pressi di Pozzo Faceto, dove a proposito di scempio varrebbe la pena di dedicare un approfondimento. Enormi quantità di materiale di risulta e detriti, oltre che le fondamenta degli edifici, sono stati riversati a ridosso della lama, anche in questo caso alterando l’aspetto e la morfologia del territorio.

Gli ulivi monumentali della Terra di Egnazia.

Parco Mileto: a ridosso della omonima lama

Nella Puglia sostenibile

La legge vigente sugli espianti degli olivi secolari e monumentali comporta si lungaggini di natura burocratica con i relativi costi, ma questi non sono altro che l’antidoto allo scempio.

Non si capisce come sia possibile che, nella Puglia delle politiche ambientali che, riscuotono l’approvazione e il plauso della Comunità Europea e del mondo intero, possano avanzarsi istanze di segno del tutto opposto a questo spirito proprio da quelle forze politiche che a livello regionale fanno parte a pieno titolo della coalizione di governo che ha prodotto la legge 14/07.

Terra degli ulivi

Nella Terra di Egnazia sono presenti il maggior numero di piante di ulivo delle Puglia. Su un totale di circa 6 milioni di piante più di un milione sono piante secolari e millenarie e rappresentano un patrimonio naturalistico e culturale inestimabile che con politiche più accorte e lungimiranti darebbero un ritorno anche in termini economici e turistici.

Un’ultima considerazione è d’obbligo. Fasano, con tutte le frazioni, registra il più alto numero di edifici, anche storici e in pieno centro, con in evidenza il cartello “Vendesi”. A volte si tratta di immobili abbandonati a sé stessi e all’incuria, raramente date in fitto a chi ne avrebbe di bisogno. Motivo per il quale non si dovrebbe sentire la necessità di investire ulteriormente nell’edilizia privata. Male non sarebbe se, in linea con le politiche ambientali della regione, si proponessero istanze di recupero architettonico, magari sostenute da incentivi fiscali per facilitarne la realizzazione. Una soluzione che non farebbe certo mancare il lavoro per il comparto dell’edilizia e per l’indotto, tecnici e artigiani compresi.

Verrebbe da chiedersi se dietro la proposta di modifica della 14/07 non si nascondano gli interessi e le pressioni del partito trasversale del mattone e del cemento.

Giuseppe Vinci


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