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Golden Goal : calcio, camorra, scommesse. Bruno Lener scagiona il clan.

Creato il 07 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Michele Napolitano
Golden Goal : calcio, camorra, scommesse. Bruno Lener scagiona il clan.Oggi è in aula, per una deposizione, Bruno Lener, funzionario del bookmaker greco Intralot, responsabile del settore commerciale della società di scommesse greca operante in Italia dal 2007, le cui agenzie, nell’area stabiese, secondo l’inchiesta della Dda di Napoli, denominata Golden Goal 1 venivano utilizzate dagli uomini del clan D’Alessandro per riciclare i proventi di attività illecite del clan, arricchendo le già floride casse, anche truccando alcune partite. 
 Grazie all’inchiesta Golden Goal, nell’ottobre del 2010, ben 28 persone ebbero un decreto di fermo, cinque sono finite a giudizio immediato davanti alla prima sezione del tribunale di Torre Annunziata, mentre sono in carcere, con l’unica accusa di riciclaggio e di violazione della normativa sulle scommesse sportive, Paolo Carolei, detenuto nel carcere de l’Aquila e sottoposto al regime di 41 bis, Aniello Napodano ed Anna Grieco, titolari due corner Intralot a Castellammare di Stabia, ed Alberto Scannapieco, titolare di un corner a Sorrento. 
 Bruno Lenier, nel corso dell’udienza, ha spiegato il funzionamento del sistema di scommesse all’interno del circuito Intralot. Secondo quanto ipotizzato dai magistrati dell’Antimafia, era possibile giocare legalmente ma era altresì possibile anche bancare giocate truccate, ingannando il sistema. 
 Golden Goal : calcio, camorra, scommesse. Bruno Lener scagiona il clan.Sarebbe stato messo in atto, secondo i magistrati dell’Antimafia un meccanismo per assicurare lauti guadagni agli organizzatori del sistema e che si sarebbe avvalso della collaborazione di gestori compiacenti. La Dda avrebbe inoltre rinvenuto registri in nero, ossia cartelline nelle quali venivano annotate le giocate ricevute, in modalità tipica della partita doppia, perché doppio era il canale su cui avvenivano le scommesse. 
C’era quello ufficiale incarnato da Intralot che si accollava il pagamento delle vincite considerate più sicure, e c’era quello non ufficiale, dove venivano a bancare, in nero, scommesse considerate più sicure per il banco. Lener ha ricordato che in nome e per conto di Intralot sovraintendeva all’apertura dei centri e alla gestione dei corner, e nelle agenzie di Napodano e di Grieco non erano state mai accertate scommesse clandestine come immaginato dalla Dda, anche alla luce di diversi interventi di controllo, effettuati dagli ispettori di Intralot che avevano controllato le agenzie, affermando che non vi erano state irregolarità per scommesse clandestine.
 Una precisa domanda dell’avvocato Antonio De Martino, difensore di Anna Grieco, riguardante la regolarità delle scommesse effettuate telefonicamente ed accettate dai gestori almeno per alcuni clienti, che secondo la Dda venivano bancate nel sistema parallelo, come prova l’esistenza di cartelline intestate ai clienti più affezionati dell’agenzia, e sequestrate durante il blitz, è stata posta a Bruno Lener. 
Alla precisa domanda posta dall’avvocato De Martino il Lener ha affermato che i gestori dei singoli corner Intralot possono accettare puntate anche via telefono, basta che i diretti interessanti passassero a saldare di persona i conti, come nella realtà dei fatti avveniva. Bruno Lener ha inoltre affermato di non aver mai conosciuto Paolo Carolei, né di sapere che fosse interessato, anche in maniera indiretta nella gestione dei corner Intralot a Castellammare di Stabia.

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