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Governo renzi, realizzare #lasvoltabuona facendo #menomarketingpolitico ?

Creato il 28 luglio 2014 da Alessandro @AleTrasforini
I toni attuali del dibattito pubblico sembrano stonare sempre più palesemente con le (troppe?) promesse spese nei mesi precedenti da parte del Governo attualmente in carica. Le dichiarazioni passate denotavano di un #cambiaverso detonante, persino più forte di accordi continentali (colpevolmente) siglati e di numeri percentuali che dovrebbero lasciare poco spazio sia a risorse economiche che ad immaginazione.
Chi parla(va) di pragmatismo e di necessaria attenzione a non esagerare con i buoni intenti è stato più volte etichettato, in ordine sparso, come: rosicone, gufo, facente parte della lobby dell'immobilismo, ostile al #cambiaverso, [...].
Nonostante tutto, sono state, sono (e saranno ancora per quanto?) le promesse a farla da padrone.
Non si sono visti neppure nell'informazione spazi adeguati di discussione ed incertezza relativamente all'oceano di annunci fatti: tutti pronti a celebrare il (ri)nascente ottimismo italiano, da esibire addirittura in metafore dalla discutibile validità.
Poco importa, la memoria collettiva è breve e basterà poco per una quasi chirurgica rimozione di certi trascorsi.
Non si sono visti neppure decreti attuativi a decreti legge ed iniziative parlamentari che rendono, allo stato attuale, non attuati provvedimenti risalenti addirittura al Governo Monti. A cosa dovrebbe essere dovuta, dunque, un'accelerazione verso la (presunta) 'ripresa'?
Potrebbero aver influito in maniera consistente iniziative prese a parole da vari Governi e poi puntualmente non attuate?
Da domande come queste dovrebbe partire, in maniera obiettiva, una discussione collettiva sui limiti di un sistema tecnico-politico che non sembra lasciare spazio necessario ad iniziative shock da articolare e predisporre in breve tempo.
Quali promesse sono state, allo stato attuale, disattese o quantomeno non completate dal Governo Renzi?
Le possibili risposte a questa domanda sono moltissime e schematizzabili attraverso l'elenco di seguito definito:
  • 100 giorni di lotta durissima: Pubblica Amministrazione (aprile 2014), Fisco (maggio 2014), Giustizia (giugno 2014);
  • Dichiarazioni fiscali precompilate dal 2015, fatturazioni elettroniche;
  • Nuova Legge Elettorale "Italicum";
  • Riforma Costituzionale del Senato;
  • Riforma Costituzionale del Titolo V della Costituzione, sulla ripartizione delle competenze Stato-Regioni;
  • Abolizione delle Province attraverso opportune modifiche al Titolo V della Costituzione italiana;
  • Sblocco immediato e totale del pagamento dei debiti alla Pubblica Amministrazione: 68 miliardi di Euro da versare entro luglio 2014;
  • Rafforzamento del fondo di garanzia per il credito alle piccole e medie imprese;
  • Sblocco del cosiddetto "Piano casa": lo slogan (pur)troppo chiaro "Una casa per tutti" avrebbe dovuto parlare da solo;
  • Fondi per l'occupazione giovanile (1,7 miliardi di Euro) e raddoppiamento del credito d'imposta per i ricercatori (1,2 miliardi di Euro/triennio);
  • Fondo di garanzia e tutela per le imprese sociali (500 milioni da giugno 2014);
  • Semplificazioni normative e decreti relativi al cosiddetto "Jobs Act", teoricamente da varare in un numero piuttosto contenuto di settimane.

I richiami completi a questi temi si trovano nelle slides consultabili all'indirizzo seguente: http://www.repubblica.it/politica/2014/03/12/foto/renzi_i_cartelli_della_conferenza_stampa-80851796/1/#1
Quanti di questi provvedimenti sono stati ultimati e completati perseguendo quella che era stata definita in termini assoluti e perentori come #lasvoltabuona? Altre cose ancora sono state concretamente impostate, salvo non riscontrare forse adeguata valorizzazione in termini concreti in tutti i loro pregi e difetti:
  • Limiti agli stipendi dei manager pubblici parificati a quello del Presidente della Repubblica;
  • Stop ai ricatti dei micro-partiti, estinguendo in termini concreti le minoranze da presenza e dibattito parlamentari;
  • Legislazione più spedita, mediante il superamento del bicameralismo perfetto: è solo e proprio la presenza contemporanea delle due Camere a dover decretare immobilismo parlamentare e 'sabbie mobili' istituzionali?
  • Riforma Costituzionale del CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) tramite abolizione strutturale;
  • Stop alle Elezioni Provinciali e completamento del processo di Istituzione delle Città Metropolitane;
  • Avviamento dell'iter parlamentare per l'autorità sulla corruzione;
  • Discutibile (e/o patetica?) messa all'asta delle auto blu parlamentari, per diminuire la schiuma di rabbia presente nella 'pancia' dei cittadini italiani;
  • Avviamento di un Piano per l'Edilizia Scolastica nazionale, mediante la costruzione di una rete di interventi localizzati su edifici e plessi scolastici;
  • Variazioni all'IRAP delle aziende tramite rimodulazione al rialzo della tassazione sulle rendite finanziarie (da 20% a 26%);
  • Cosiddetto "Bonus 80 Euro mensili", sulla cui tematica il dibattito pubblico nazionale si è tanto precocemente quanto irrimediabilmente incancrenito.

Sono stati presi altri provvedimenti di cui non vi è notizia in agende parlamentari, slides o mezzi informativi?
Qualcosa era stato promesso nell'ambito delle politiche culturali, qualcosa d'altro era stato definito relativamente a politiche per lo Sviluppo Economico.
Nonostante tutte le possibili opinioni riguardo all'operato del Governo Renzi, comunque, è possibile affermare una verità di fondo: il ritmo delle promesse sembra aver superato abbondantemente quello dei fatti istituzionalmente resi operativi.
La voracità degli annunci sembra aver superato la sostanza dei provvedimenti concretamente messi in opera.
Può anche questo elemento costituire #lasvoltabuona con cui provare ad inaugurare una nuova forma di politica degna di rimediare ai troppi sbagli commessi in passato? Sicuramente no, senza ambiguità di fondo.
A cosa poter attribuire questa difformità fra annunci e risultati?
E' possibile rispondere a questa domanda in termini costruttivi e non distruttivi (sempre ammesso che sia ancora possibile farlo) citando un articolo del giornalista Federico Geremicca intitolato "I mondi paralleli di Renzi":
"[...] la [...] più importante «rendita di posizione» su cui può contare Matteo Renzi: l’estrema difficoltà degli altri [...] ad imboccare la via di un visibile e credibile cambiamento. Per altro, finché in campo ci sono «quelli di prima»  [...] è fin troppo facile per il premier rispondere alle critiche che gli vengono mosse: avete governato per decenni senza fare nulla di quel che ora imputate a me di non fare o di fare male.
Argomento [...] difficile da liquidare. Ma anche le rendite di posizione [...] sono destinate ad esaurirsi: ed è per questo che, al di là della debolezza dei suoi avversari [...] Matteo Renzi ha un disperato bisogno di centrare risultati: a cominciare [...] dalle «riforme politiche» [...] enfatizzate fino al punto da legare alla loro realizzazione addirittura il suo futuro in politica. [...]"
Quando potrebbe arrivare la fine della 'rendita' nel campo delle troppe promesse sparse al vento del dibattito collettivo e collettivamente fossilizzato?
Si rischia di essere bollati (ancora una volta) come gufi e/o rosiconi nel voler pretendere una politica meno mirabolante nei tempi e negli annunci?
Si è (stra)parlato di 'riforme' istituzionali, di "bonus 80" e del cosiddetto semestre europeo.
Come poter pretendere di far credere a cittadini ed informazione che sia possibile risolvere concretamente e rimuovere completamente gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione di un'Europa unita, sia economicamente che socialmente, attraverso un arco di tempo pari a soli 6 mesi?
Attraverso le (ulteriori) slides del "Giro d'Italia" in #80giorni la presente questione era stata descritta (testuali parole) nel seguente modo:
"[...] Allineamento astrale unico: Presidenza, Rinnovo Vertici, Fondi Europei, Cambiaverso nelle politiche economiche [...]"
A prescindere dai punti di vista possibili, purtroppo, sembra oggettivo ammettere che questo allineamento astrale unico (cit.) non pare aver sortito fino ad ora gli effetti sperati: dallo stallo sulle nomine del Commissario agli Affari Esteri ai moniti del neo-Commissario per gli Affari Economici la strada sembra essere quantomeno indirizzata verso una (s)gradevole salita.
Le politiche economiche europee avrebbero dovuto, per l'Italia, reindirizzarsi su altre direttive fondamentali e, fino ad oggi, fondamentalmente ignorate e non scalfite dalle competenti autorità europee: deficit per anno, sblocco di risorse (eventualmente e timidamente) scorporate dal patto di stabilità, tanto imbarazzanti quanto generici ragionamenti attorno al concetto di "flessibilità", [...].
L'ingessato linguaggio diplomatico del neo-Commissario alle Politiche Economiche Katainen ha infatti espresso in maniera (pur)troppo chiara i margini di manovra attualmente perseguibili per l'Italia:
"[...] Pericoloso [...] discutere di una maggiore flessibilità nell’interpretazione del patto” è un rischio. Qualche dettaglio in più? “E’ un dibattito sbagliato”. E occorre “evitare qualsiasi ipotesi sulla possibilità di trovare un modo creativo per eludere” il Patto.  [il Governo Renzi] [...] dovrebbe piuttosto “varare finalmente le importanti riforme” promesse dagli ultimi governi. [...] I due precedenti governi (Monti e Letta, ndr) hanno varato importanti riforme e l’attuale esecutivo ha obiettivi ambiziosi”, ricorda. Dunque meglio concentrarsi sulla realizzazione effettiva, invece che pensare a chiedere deroghe o anche solo un’interpretazione morbida dei paletti esistenti. “Sarebbe d’aiuto se si realizzasse ciò su cui si è già trovato un accordo”. Poi l’ulteriore richiamo: “Le medicine fanno bene solo se vengono assunte”. [...] “Le possono varare [misure economiche comportanti innalzamento dei livelli di debito pubblico, nds] solo quei paesi che possono permetterselo. E nell’Eurozona ci sono paesi vulnerabili che non possono farlo”. “La loro crescita debole non è solo un problema ciclico, ma è il risultato di una scarsa competitività. E contro questo dato non sono di nessun aiuto misure” del genere.[...]"
Non sembrano pertanto esserci margini concreti per ottenere "sconti" in tema di risorse economiche da dover investire nell'uscita dalla crisi e da anni consecutivi di recessione economica. A dispetto di qualsiasi ulteriore annuncio pronunciato (e pronunciabile) dall'attuale primo esponente (per attribuita importanza) della cosiddetta generazione Telemaco.
La parola flessibilità viene strettamente abbinata a concetti quali rischio e pericolo, allontanando pertanto qualsiasi margine di trattativa per inaugurare davvero (quella che avrebbe dovuto essere) #lasvoltabuona.
Il ritmo degli annunci continua a battere forte, dunque.
Può però esistere un qualche confine dove la frenesia dei proclami si confonde con la ripetuta menzogna istituzionale? La risposta a questa domanda è tanto scontata quanto difficile da inquadrare senza essere bollati come gufi e/o rosiconi dalle autorità competenti.
Cosa potrebbe accadere qualora le percentuali di crescita economica non fossero adeguatamente alte per sostenere sia i livelli di debito pubblico (con interessi annessi) che la mole di promesse fatte per gli anni a venire? Quante risorse servirebbero? Dove dovrebbe essere possibile reperirle?
A queste domande si richiama una massima pronunciata dal Presidente del Consiglio, qualche giorno fa:
"[...] Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone. [...]"
Non sembra esserci cosa più lontana dal vero di questa, soprattutto alla luce di questi ultimi anni di crisi economico-finanziaria.
Basti guardare, per fare un esempio sommario fra i molti possibili, a quanto certi provvedimenti diffusi dai Governi Monti e Letta (od anche precedenti, tanto per alimentare il senso del ridicolo collettivo) abbiano concretamente impattato sui livelli di vita quotidiana delle persone: tagli alla Sanità ed alle Politiche Sociali, 'riforma' delle Pensioni per riequilibrare il sistema previdenziale, modifiche al sistema per la tassazione degli immobili, [...].
Si può porre, in un concettuale chiaroscuro, la seguente domanda: che ne sarebbe stato di queste riforme qualora l'Italia non fosse stata in recessione? I livelli negativi di crescita hanno pesantemente cambiato qualcosa dal punto di vista della vita quotidiana delle persone, così come lo avrebbero fatto livelli positivi superiori alle stime: andamenti percentuali superiori al preventivato, più risorse economiche a disposizione, investimenti differenti nel tessuto socio-economico nazionale e locale. La "catena logica" sembra essere più semplice ed immediata del previsto.
Quali ulteriori traguardi deve realizzare quello che fu prima Rottamat(t)ore e poi rottamando per non finire inghiottito nel buco nero delle sue stesse promesse? Le opere di marketing politico producono consenso sicuro, fortunatamente, solo sul breve termine: le cifre potrebbero un giorno rendere giustizia a tutti quei gufi/rosiconi che, senza essere assaliti da istinti distruttori, erano stati criticamente propositivi sin da subito.
Sembrava vietato essere scettici, sino a qualche tempo fa: scettici sulle coperture economiche a pesanti provvedimenti, scettici sulla tenuta di certi "patti" stipulati e poi non divulgati, scettici sul coefficiente di realizzabilità della politica dell'hashtag, scettici su un Governo che era nato sulle stesse fondamenta di una "coalizione" già impegnata in un altro Governo (in?)colpevolmente immobile, [...].
Era impossibile essere scettici, doveva regnare l'ottimismo più sfrenato ed assoluto.
E' ipocrita scrivere che qualcosa potrebbe andare storto (rispetto alle fanfaronate iniziali), soprattutto dai mesi autunnali in avanti?
E' sbagliato porre la questione di una possibile manovra correttiva finalizzata al contenimento dei conti pubblici nazionali, alla luce dei troppi elementi che non sembrano migliorare ancora?
Basti pensare al taglio delle percentuali di "crescita" economica, decurtata ad un misero +0,3% nell'anno corrente a fronte di certe previsioni che avevano impostato discussioni e provvedimenti legislativi su un +0,8%: è sbagliato iniziare a ragionare attorno all'eventualità di una decretazione d'urgenza per riequilibrare una situazione nazionale che continua a "non migliorare"?
Si sente già chi parla di manovra "lacrime e sangue", quasi come se fosse inevitabile arrivarci nel prossimo autunno: quanto stonano le parole rassicuranti del Premier, su questo sfondo? Alla luce delle promesse passate e già non mantenute, troppo.
Il debito pubblico, teoricamente da contenere, risulta essere in ascesa libera ad una quota pari a 2166 miliardi di Euro: è sbagliato sostenere che servirà prendere provvedimenti specifici anche (o soprattutto?) per ridurlo o per renderlo più "idoneo" a previsioni ed impegni europei?
Le domande da porre sarebbero ancora moltissime, impossibili da sintetizzare con qualunque hashtag immaginabile. Avranno forse una minima parte di ragione gufi&rosiconi vari, prima o poi?
Quanto servirà attendere per avere #menopromesse e #piùverità nel dibattito nazionale?
La prima e pesante riforma per restituire credibilità a politic(ant)i e rottamat(t)ori potrebbe essere quella di esprimersi con un linguaggio chiaro e "positivamente dubbioso", all'altezza degli ostacoli che sembrano frapporsi fra l'Italia e #lasvoltabuona da perpetuare e difendere ad ogni costo.
Come si potrebbe argomentare, difendere o giustificare una manovra "correttiva" che, stando a stime facilmente deducibili da vari organi di informazione, dovrebbe assestarsi su cifre comprese fra 7 e 30 miliardi di Euro? A maggior ragione se, fino a poco prima, era stata negata in termini assoluti e perentori.
Per non scrivere, poi, degli ulteriori impegni presi e da onorare per i #millegiorni di Legislatura annunciati sempre tramite hashtag: estensione generalizzata del "bonus 80" giusto per citare un provvedimento fra i tanti delineati.
E' da gufi e/o rosiconi chiedere #menosaltinelvuoto e #menoparoleroboanti?
Le condizioni economiche stimate per l'anno corrente sembrano andare, per fortuna o purtroppo, nella direzione di abbattere sia rendite di posizione che rottamat(t)ori. Ai cittadini le ardue sentenze.
GOVERNO RENZI, REALIZZARE #LASVOLTABUONA FACENDO #MENOMARKETINGPOLITICO ?
Per saperne di più:    "Debito pubblico ancora record: a maggio sale di 20 miliardi a quota 2.166", La Repubblica,  (http://www.repubblica.it/economia/2014/07/14/news/debito_pubblico_ancora_record_a_maggio_sale_di_20_miliardi_a_quota_2_166-91521446/)   "L’Fmi taglia le stime sull’ItaliaPil a +0,3% nel 2014 da +0,6%", La Stampa,  (http://www.lastampa.it/2014/07/24/economia/lfmi-taglia-le-stime-sullitalia-pil-a-nel-da-NYxaQXNURxjuHYHlcajJEI/pagina.html)   "Crisi, Pil dell'Italia: il Fmi rivede al ribasso le previsioni", Lettera43.it, (http://www.lettera43.it/economia/macro/crisi-pil-dell-italia-il-fmi-rivede-al-ribasso-le-previsioni_43675136095.htm)   "Ue, Katainen contro Renzi: “Flessibilità sui conti? Pericolosa. Fate le riforme”", Il Fatto Quotidiano, (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/19/ue-katainen-contro-renzi-flessibilita-sui-conti-pericolosa-fate-le-riforme/1066079/)   "La rendita di Renzi", Il Post, (http://www.ilpost.it/2014/07/21/renzi-rendita/)   Slides de "La Svolta buona", Il Sole 24 Ore,  (http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2014/03/lasvoltabuona.pdf)   #80giorni del Governo Renzi, Il Post,  (http://www.ilpost.it/2014/05/23/80-giorni-renzi-10-slide/80giorni_20140523-2/)   "Renzi, le slide durante la conferenza stampa", La Repubblica,  (http://www.repubblica.it/politica/2014/03/12/foto/renzi_i_cartelli_della_conferenza_stampa-80851796/1/#1

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