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Guerra Libia. Il no di Vendola è il no di chi è fermo agli anni ‘50. Parola di Daniel Cohn-Bendit, leader dei Verdi europei

Creato il 22 marzo 2011 da Iljester
22 marzo 2011 | Politica | Permalink

Guerra Libia. Il no di Vendola è il no di chi è fermo agli anni ‘50. Parola di Daniel Cohn-Bendit, leader dei Verdi europeiNon voglio certo difendere Vendola in questo mio blog. Ma è chiaro che anche questa notiziona (nel titolo) che apparentemente potrebbe far godere noi destrosi deve essere comunque letta in un’ottica del tutto particolare, o se vogliamo da una certa prospettiva o angolatura: il fatto stesso che la guerra contro la Libia sia stata fortemente voluta e iniziata dalla Francia, seppure in esecuzione di una risoluzione ONU.
Ma entro nel dettaglio. Cosa del tutto strana (coincidenza?), in un’intervista a Repubblica, Daniel Cohn-Bendit (nel 1968 leader del movimento francese e oggi rispettato presidente dei verdi europei), va ad attaccare il Vendola nazional-popolare, comunista e retrò, facendosi questa domanda (che spesso pure noi ci siamo posti): «Come fa a dire ‘né con Gheddafi, né con le bombe’?» Per proseguire: «Non faccio paragoni col triste slogan ‘né con lo Stato, né con le Br’, ma mi ricorda Francia e Gran Bretagna del ‘36, che lasciarono sola la Rapubblica spagnola contro Franco, Hitler e Mussolini». Infine conclude: «Vedo appelli anti-raid solo in Italia o in Grecia, dai neostalinisti. Finiscono per schierarsi con la Cina, Putin e Chavez. Sono prigionieri delle categoria anni ’50».
Ebbene, sicuramente quanto dice Cohn-Bendit è verissimo ed è condivisibile in teoria. In pratica ho qualche dubbio circa la sincerità dell’accusa, poiché, essendo il nostro verde un francese d’adozione (è tedesco ma è un punto di riferimento della sinistra ecologista francese), vi è almeno il piccolo e legittimo sospetto che alla fine la sua aspra critica contro i pacifinti nostrani sia piuttosto dettata da una certa simpatia verso i francesi, che dalla convinzione che non bisogna lasciare solo il popolo libico, come fecero invece inglesi e francesi con il popolo spagnolo. Del resto, basta domandarsi di chi è l’iniziativa di intervenire militarlmente contro la Libia, per rendersi conto che le perplessità non sono poi così peregrine.
Ma, al di là di questo, è chiaro che il verde europeo comunque rispecchia l’incoerenza della sinistra tutta, europea o italiana, che oggi si è schierata a favore della guerra, e solo perché c’è una risoluzione ONU, e solo perché al posto di Bush c’è Obama, e solo perché il «nano malefico» era amico del cattivone Gheddafi. Se al posto di quest’ultimo ci fosse stato Castro, e al posto di Obama ci fosse stato Bush, e magari la Cina avesse posto il veto sull’intervento armato, sono quasi certo che il signor Cohn-Bendit, assieme a Vendola e a tutta la banda comunistoiode-verduresca che ancora opprime l’Occidente, oggi starebbero a sventolare le loro bandiere pacifinte, additando come causa l’imperialismo americano; quello stesso imperialismo che stranamente il signor Cohn-Bendit oggi ritiene superato e fermo a un facile schematismo stile anni ‘50. Guarda caso, un’asserzione storica che però arriva quando l’iniziativa dell’intervento è del Governo del suo paese di adozione.
Chiaramente non piace nemmeno a me il no di Vendola. Io per principio non sono contrario agli interventi armati per spazzare via i dittatori. Non lo ero certamente per Saddam, e non lo sono nemmeno per Gheddafi. A me non frega un fico secco che fosse amico di Berlusconi (ma del resto, chi dimentica il «fratello Romano»?). Però – ribadisco – ho ritenuto assolutamente precipitoso questo intervento, pure gravato di una serie di sospetti sulla condatta dei francesi che ho già esposto e che qui non ripeto. Il nostro Governo avrebbe dovuto essere più cauto, perché avrebbe dovuto capire che in gioco c’era molto di più della tutela del popolo libico. Ora pare averlo compreso, e la condotta dell’asse Berlusconi-Frattini-Napolitano sembra stia dando i suoi frutti a livello internazionale. Ma questa è un’altra storia che lascio volentieri ai giornali.
Tornando al nostro amico verduraio europeo, benché sia perfettamente d’accordo con lui sul neostatalismo che affligge il nostro paese a sinistra, ritengo la sua opinione troppo poco casuale e acclaratamente contradditoria: in perfetta coerenza con la contraddizione del nostro centrosinistra, che forse dinanzi alla scelta se stare con Sarkò o con Berlusconi, non hanno avuto un attimo di esitazione.

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Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235

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Tags: Daniel Cohn-Bendit, Europa, Francia, guerra libia, libia, pacifisti, sinistra europea, vendola, verdi, verdi europei
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  • LUCA

    Bisogna finirla di dire che abbiamo il diritto di invadere un altro paese solo perché è governato da un dittatore. Innanzitutto la Libia è un paese dove, malgrado i metodi repressivi e poco liberali utilizzati da Gheddafi, la popolazione vive in una condizione economica dignitosa, godendo di una sanità pubblica gratuita per tutti e di una istruzione pubblica gratuita.
    E questo grazie al fatto che il petrolio è stato nazionalizzato ed il 90% dei proventi della vendita dell’ora nero rimangono all’interno del paese.
    Bisogna anche capire che la rivolta di cui si parla è stata fomentata ed armata dagli stessi paesi (Usa, Francia e Gb) che adesso stanno bombardando per impossessarsi del petrolio libico e delle altre risorse del paese (gas, uranio).
    Noi occidentali non abbiamo il diritto di interferire nelle vicende interne di altri paesi per imporre con la forza i nostri modelli di sviluppo (cioè esportare la democrazia) e per imporre i nostri interessi economici.
    Altri paesi possono legittimamente intraprendere modelli di svuluppo diversi dal nostro e noi non dobbiamo ritenerci una civiltà superiore che sia autorizzata a decidere i destini di questi stati.


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