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Hedge fund, ecco perché spostare i soldi da Europa a Cina

Da Mrinvest

Se gli investimenti in hedge fund, fondi speculativi, avevano attratto un rilevante numero di investitori negli scorsi anni, lo stesso non può certamente dirsi con riferimento al nuovo anno e, soprattutto, con riferimento a quanto sta accadendo all'interno del mercato del vecchio Continente. Di fatti, se per il 2014 l'Europa era stata considerata come una sorta di miniera di opportunità, valutato che era - sostanzialmente - il mercato finanziario più sottovalutato e promettente del mondo, la situazione sembra ora essersi rapidamente invertita.

Ne è conseguito che i fondi speculativi si dimostrano sempre meno affezionati a quanto sta avvenendo all'interno dei confini del vecchio Continente, preferendo rivolgere le proprie attenzioni altrove. Per averne conferma, sia sufficiente considerare i numeri disponibili, secondo i quali da metà ottobre 2014 (cioè, dal momento in cui il mercato ha iniziato a scommettere sull'arrivo dei soldi del quantitative easing della Banca Centrale Europea), fino a metà aprile 2015, le Borse europee hanno guadagnato circa il 33% della propria capitalizzazione originaria. La musica sembra tuttavia essere rapidamente cambiata dal 13 aprile in poi, data a partire dalla quale i listini hanno ceduto il 7,16%.

A confermare ulteriormente quanto sta avvenendo sono gli stessi gestori degli hedge fund, che confermano come le attenzioni si siano spostate rapidamente dall' Europa all' Asia e agli Stati Uniti. Anche in questo caso, le motivazioni sembrano essere piuttosto semplici da individuare: l'Europa fa paura per il suo basso livello dei rendimenti dei titoli di Stato, che diventano molto pericolosi - finanziariamente parlando - soprattutto sulle lunghe scadenze e, in certi casi, incomprensibili. Ne deriva altresì che l'Europa borsistica pur non destando particolari allarmi, non sembra più entusiasmare come fece un tempo.

Dove spostare, dunque, la propria attenzione? Secondo i gestori dei fondi speculativi, la nuova meta è l'Asia e, soprattutto, Cina e Giappone. Per Adam Levinson, gestore del fondo Graticule, recentemente intervistato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, l'obiettivo andrebbe indirizzato prevalentemente sulla Cina, la cui borsa nel 2017 rappresenterà un terzo dell'intero indice Msci Paesi emergenti, attirando grandi flussi di acquisto, tali da favorire un rialzo delle quotazioni borsistiche. Concordi anche altri gestori di fondi, che ritengono come le misure espansive che la Banca centrale sta varando assomigliano a una sorta di quantitative easing, e che ricordano altresì come le valutazioni delle aziende in Borsa sono molto basse. Non solo: in Cina altri settori - come quello immobiliare - sono particolarmente inflazionati, e tale situazione non potrà che spostare importanti capitali verso la Borsa.


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