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Ho letto : Il profumo delle foglie di limone

Creato il 09 settembre 2011 da Acomealice @Acomealice

Ho letto : Il profumo delle foglie di limone

Ho divorato questo romanzo in poco meno di due settimane, approfittando dell’assenza dei bambini i quali erano, beati loro, al mare con i nonni. Il profumo delle foglie di limone è stato descritto come il libro del secolo decantando l’Autrice, una brava scrittrice Argentina fino adesso mai sentita, come la rivelazione dell’anno. A mio parere l’idea è originale ma poteva essere sviluppata meglio, nonostante tutto però il libro non mi è dispiaciuto e vi spiego il perchè

:wink:
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L’immagine di copertina rende bene l’idea che l’autrice,  Clara Sanchèz, vuole dare della protagonista mentre si immerge nelle torbide acque del male assoluto. L’unica differenza è che la vera protagonista, Sandra, è meno elegante e femminile della quasi etera ragazza di copertina. Scelta poco azzeccata, a mio parere, serve solo a confondere le idee ad un lettore già di suo rimbalzato da una parte all’altra ( la storia viene snocciolata secondo i due punti di vista dei protagonisti, la giovane e disorientata Sandra e l’anziano e perseverante Jùlian ) mentre il tutto procede davvero troppo lentamente, con colpi di scena praticamente inesistenti, dato che fin dall’inizio si ha ben chiara la vera identità dei due terribili vecchietti, feroci ex-nazisti, dei quali Sandra quasi senza volerlo rimane attratta come una mosca al miele.

Tutto sommato e nonostante qualche piccola imprecisione che ho notato nella scorrevolezza del Romanzo, edito da Garzanti, devo dire che l’autrice ha colpito nel segno e il succo della storia, e di tutte le storie aggiungerei anche quelle che ci riguardano personalmente è : diffidare dalle apparenze ! Anche se a soccorrervi su una spiaggia deserta, mentre vomitate anche l’anima e credete di star per essere inghiottite dalle acque tempestose dell’oceano, sono due adorabili vecchietti rinsecchiti.

Perchè dietro a quegli occhi piccoli e azzurri come diamanti taglienti si cela la puzza di marcio di un corpo e soprattutto di una mente in putrefazione che con ostinata meticolosità si attacca alla vita tessendo un piano di ideale filo- nazista che ancora oggi non vuole morire. Il tutto mascherato dall’intenso profumo degli alberi di limone di cui abbondano i viali del piccolo paesino sorridente della Costa Blanca.

Il libro merita di essere letto perchè richiama un orrore, quello del dilagare della pazzia del pensiero nazista di cui certe persone, in questo caso ariani ed ex SS in pensione, continuano ad andare fieri coltivandolo con la banale scusa del bisogno continuo di mietere vittime al solo scopo dell’ascesa assoluta a danno di tutto e di tutte quelle povere persone che hanno perso la vita nei campi di concentramento e sterminio. Perchè è l’ennesimo libro sul male dei mali che corrode l’anima rendendo un uomo l’ombra di se stesso come spazzatura numerata di cui disfarsi e se Primo Levi scrivendo ” Se questo è un uomo ” descriveva la vita nei lagher nazisti, ” Il profumo delle foglie di limone ” parla di echi, appena sussurrati, spinti dal vento dell’ignoranza e della superficialità che si insinuano negli animi e nelle parole sprezzanti di alcuni giovani d’oggi che per sentirsi importanti si tatuano la svastica ovunque, anche nel cervello.

Questo libro è uno di quei romanzi, più soft, diciamo così, ma che deve essere riposto nelle biblioteche di ogni casa, con la copertina ben avvolta a racchiudere le fragili pagine di una storia che non vuole rassegnarsi ad essere messa da parte. Perchè ricordare il male sceso sulla Terra nella sua forma più grande è l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare perchè i nostri figli non decidano mai un giorno di farsi tatuare una svastica sulla nuca.

 


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