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Honoré de Balzac: Sarrasine | Il Sole 24 Ore

Creato il 04 dicembre 2011 da Nicola Nicodemo
Honoré de Balzac: Sarrasine | Il Sole 24 Ore
4 dicembre 2011. Oggi in edicola c'era la ventinovesima uscita della collana Racconti d'autore del Sole 24 Ore. Dopo l'italiano della scorsa settimana, si ritorna alla letteratura francese, questa volta dello scrittore Honoré de Balzac, autore di "Sarrasine". Un racconto intenso e affascinante che, col suo alone di mistero, è capace di catturare e ammaliare il lettore. Abbandonandosi alla sensualità delle scene, ci si lascia trasportare dal tono intimo e sensibile del protagonista, che narra la vicenda in prima persona, salvo poi dilungarsi in un lungo excursus temporale da osservatore esterno. La scelta dei luoghi e dei personaggi crea un'atmosfera di profonda serenità, in cui anche la malizia e l'ironia degli atteggiamenti e degli eventi si attenuano in sfumature più dolci. Non manca l'intrigo, il mistero, che si nasconde dietro i profili dei personaggi, del cui passato ben poco sappiamo. È la perfezione del loro ritratto psicologico a renderceli vicini e vivi, quasi fosse possibile sentirne le voci e vederne i movimenti. E dietro al mistero dei personaggi si cela un mistero ancora più grande, in cui la realtà si mescola al sogno, l'arte all'amore, alla ricerca di quella perfezione che si rivela, infine, solo una pura illusione.
L'autore
Honoré de Balzac nasce a Tours nel 1799, da una famiglia borghese abbastanza agiata. Intraprende gli studi di giurisprudenza per poi scoprire a vent'anni la vocazione letteraria. Dopo aver tentato la strada del teatro, si dedica alla narrativa popolare, che però non viene apprezzata in un primo momento. Si dedica così all'attività di editore e stampatore, che si rivelano fallimentari e finiscono per indebitarlo. La vicinanza dell'amica Louise Antoinette Laure Hinner, influì positivamente sull'autore, che fu da lei incoraggiato a scrivere: esordisce con il suo primo romanzo, Physiologie du mariage, nel 1829. Nel 1833 conosce la contessa polacca Evelyne Hanska, che sposerà nel 1850, tre mesi prima di morire. Negli anni Trenta dell'Ottocento inizia un'intensa fase che conterà, nel giro di soli sedici anni, la produzione di circa novanta romanzi. Nel 1842 decide di organizzare la sua immensa produzione in un'opera dal titolo "La Comédie humaine", che rappresenti esattamente i costumi della società francese del XIX secolo e la "fisiologia generale del nostro destino". La novella Sarrasine è appunto considerata uno dei capolavori della sua Commedia umana. Morirà nel 1850 a Parigi per una peritonite trasformata in cancrena, e verrà sepolto nel cimitero Père Lachaise.
Sarrasine
Una figura spettrale si aggira tra gli ospiti di un ricevimento parigino. È l'unico legame che della nobile famiglia Lanty con un passato che va tenuto nascosto, come le origini, tutt'altro che nobili della propria famiglia. Una storia segreta che però riaffiora nel racconto del narratore: è la storia del giovane scultore Sarrasine e della sua tragica avventura d'amore. Artista in viaggio a Roma, alla ricerca della perfezione dell'arte classica, trova la sua musa, la sua donna, sogno della sua vita, nei salotti romani del cardinale Cicognara. È Zambinella il nome della dolce ragazza. E la perfezione del suo canto, la bellezza armoniosa e senza difetto della sua pelle candida, del suo viso e del suo corpo, animano il cuore di Sarrasine di un amore impetuoso, mai provato per alcuna altra donna. Ma quanto l'oggetto del suo desiderio si dimostra pura illusione, quest'ultima, il suo amore, diventano causa della sua sofferenza, di un amaro risentimento, quasi di un odio. Sembra avere una terribile certezza. Non amerà più.
'[...]La tua debole mano ha abbattuto la mia felicità. Di quale speranza posso privarti per tutte quelle che hai fatto appassire? Tu mi hai degradato fino a te. Amare, essere amato! sono ormai parole vuote di senso per me, come per te. Non smetterò mai di pensare a questa donna immaginaria vedendo una donna reale'. Mostrò la statua con un gesto di disperazione. 'Avrò sempre nel ricordo un'arpia celeste che verrà a piantare i suoi artigli in tutti i miei sentimenti d'uomo, e che segnerà tutte le altre donne con un marchio d'imperfezione! Mostro! tu che non puoi dare la vita a niente, tu mi hai spopolato la terra di tutte le donne'. [...] 'Non più amore! sono morto a ogni piacere, a tutte le emozioni umane'. P.s. Domenica prossima in edicola con i Racconti d'autore, Jhumpa Lahiri e "Solo bontà".

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