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I cazzeggi del sabato. Crimi, Belpietro e Sallusti. Cos'hanno in comune? Nulla.

Creato il 05 ottobre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
I cazzeggi del sabato. Crimi, Belpietro e Sallusti. Cos'hanno in comune? Nulla.Di come è andata in Giunta delle elezioni del Senato, lo sappiamo. Inutile tornarci sopra perché l'ultima parola spetterà all'aula. Hai voglia i 101 zozzoni! Quello che ci piace però evidenziare sono tre fatti. Il primo. Vito Crimi scrive su Facebook un post oggettivamente senza senso e un po' volgare. Lo avessimo scritto noi che amiamo infiorare le nostre parole con “cazzi” e “palle” varie, non avrebbe fatto scandalo. Scritto da un onorevole fa pensare. E, noi che pensiamo, ci rendiamo conto che il berlusconismo ha consentito a personaggi come Crimi, che non fa neppure ridere, di sedere in Parlamento pagato da noi, invece di prendere parte attiva al processo di incenerimento dei rifiuti solidi urbani. Su un punto (sono molti i punti di vicinanza al comico, ma questo lo è di più) siamo d'accordo con Grillo, questa classe politica deve tornare a casa. Tutti però. Senza distinzione alcuna. Neppure per i 5S violenti, minacciosi, con il coltello fra i denti e pochissima proprietà di linguaggio. Il secondo. Maurizio Belpietro non si toglie il vezzo di mettere sulla prima pagina di Libero le fotine degli avversari politici del Cavaliere. Come fossero pedofili, le cui foto vengono messe in prima pagina dai giornali americani per difendere i bambini, il sopravvissuto all'attentatuni offre ai presunti e un po' violenti pasdaran pidiellin-forzaitalioti, l'identikit dei peggiori nemici, un vero e proprio invito alla giustizia sommaria. Come dire: “Se li incontri per strada sputagli in faccia”. Il terzo. Sembra che nella notte, Silvio abbia offerto allo Schiattamuort la linea politica del Giornale. Delle tre richieste pacificatrici che Angelino aveva fatto al padre politico (fuori i falchi dal partito, niente Forza Italia e via Sallusti), il Cavaliere è partito dalla terza, la testa del direttore del Giornale. Il metodo Boffo, tanto amato da Alfano, da Cicchitto, da Quagliariello, da Giovanardi, da Lupi e da Formigoni, ha stufato. Soprattutto quando viene applicato a loro. Ma andate affanculo.

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