Io non sono seguace di Rousseau, per il quale l’uomo nato ‘buono’ per natura viene poi 'incattivito’ dalla società in cui vive. Questa tesi l’hanno fatta propria i cosiddetti ‘rivoluzionari’ nel corso della storia per così giustificare il loro attacco violento nell' abbattere ‘la tirannia’, spesso però innalzando subito dopo un potere più oppressivo e sanguinario del precedente.
Io invece, da cattolico, credo nel retaggio del peccato originale, e quindi nella presenza in ognuno della tendenza al male. Ma questo fatto non può giustificare il cattivo comportamento, in quanto con l’avvento dell'età della ragione e con l'educazione e l’istruzione anche religiosa abbiamo acquisito i mezzi per limitare questa inclinazione. I giovani ovviamente non sfuggono a questa regola.
Sono contrario perciò alla retorica che esalta la loro supposta superiorità e bontà. E chi dice ‘i giovani sono buoni perché più vicini all’innocenza originaria’ per me sbaglia due volte, primo perché nessuno è veramente buono per natura, e secondo perché i giovani purtroppo, almeno quelli attuali, appaiono essere tutto fuorché veramente ‘buoni’.
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