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I mille modi di fare musica

Creato il 28 novembre 2011 da Fabio1983
Il Post pubblica oggi un bellissimo articolo su Marina Petrillo, che gli utenti di Twitter conoscono come @alaskaRP dalla trasmissione di Radio Popolare da lei condotta, Alaska appunto, e su come il giornalismo può reinventarsi sui social network. Le persone stanno evolvendo con l’ausilio dei nuovi media e delle nuove tecnologie così come i singoli settori di competenza migliorano grazie ad un uso sempre più consapevole di questi strumenti. Su T-Mag abbiamo parlato spessissimo dei mutamenti che coinvolgono il mondo dell’informazione e allo stesso tempo abbiamo trascurato altri campi. Stavolta, quindi, abbiamo pensato di raccontare la musica da una prospettiva diversa, con tutti i pro e i contro del caso. Se ne è occupato per noi Luca Bianchino, leader dei Guarentigia. Conosco Luca da quasi due anni, fu tra i primi – sebbene a chilometri di distanza – a suggerirmi come rendere quell’esperimento chiamato FutuRadio Web qualcosa di presentabile. E lo ha fatto chiedendo in cambio solo un po’ di collaborazione – lui all’epoca lavorava ad un progetto analogo, Openradioit – fregandosene del pubblico che l’uno avrebbe potuto sottrarre all’altro. Ho sempre ritenuto che sul web è quasi impossibile creare i presupposti per una reale concorrenza, poiché il fruitore è libero di scegliere entrambe le proposte, tornarci in un secondo momento, accantonarle per un po’, non filarle mai più. Se fidelizzi un utente hai centrato l’obiettivo, ma ciò non significa che quell’utente seguirà sempre e soltanto te. Ecco, FutuRadio Web e Openradioit proponevano la stessa tipologia di musica: emergente, libera, indipendente e in Creative Commons. Avevamo rapporti con diverse band, molte di esse persino in comune. Sono stati due ottimi esperimenti, al momento fermi perché la vita impone delle scelte. Specie quando la giostra, divertente quanto vuoi, è autogestita e (soprattutto) autofinanziata. Ci riproveremo, la prossima volta andrà meglio. Ma non era a questo che volevo arrivare. Luca, che nel frattempo, dicevo, ha messo su una band niente male, ha scritto per T-Mag un breve articolo in cui elenca i vantaggi e gli svantaggi per un artista alle prime armi di farsi tutto da sé. E l’essenza di quanto sostenuto, che poi è in gran parte il mio pensiero, sta nelle battute iniziali: 
I musicisti di oggi devono avere molte altre competenze oltre a quelle musicali, ossia capire le potenzialità della rete e i suoi canali di diffusione per proporre la loro arte. Fino a qualche anno fa conoscevamo, quasi tutti, solo la parola copiright che rappresenta come un muro di suono la frase: “Questo è tutto mio, se ti serve qualcosa, paga”.Sulla proprietà intellettuale di opere dell’ingegno, nessuno discute, ma sulla fruibilità – specialmente sulla rete – forse è il caso di trasformare la formula “questo è tutto mio” in “questo è mio e tu puoi usarlo”.

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