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Il 2013 è l'anno della quinoa:l'oro degli Inca

Da Ferrarioretta

 

L'oro degli Inca

Il  2013 è l'anno della  quinoa:l'oro degli Inca

immagini dal web

“Il nuovo oro degli Inca ha la forma di un piccolo cece, a seconda

 delle varianti rosso, nero o perlato. La pianta ha steli superbi,

simili a spighe, rossi e gialli, una meraviglia a vedersi

La quinoa è la sola pianta alimentare che contiene tutti gli

amminoacidi essenziali, micronutrienti e vitamine,non contiene

né grassi né glutine  e  ha la capacità di adattarsi a climi e ambienti

ecologici differenti.Resistente alla siccità, può crescere in terreni

poveri e con alto tasso di salinità, e può essere coltivata a livello

del mare sino ad un'altitudine di quattromila metri, con escursioni

di temperature da -8 a 38 gradi.

Non è un cereale,ma appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae,

la stessa di spinaci e barbabietole

 I suoi  semi vengono tostati e poi macinati in farina per fare il pane,

 può  anche essere cucinata, aggiunta alle zuppe, usati come cereale,

 come pasta e perfino fatta fermentare per fare la birra, o chica,

 la bevanda tradizionale delle Ande.

La coltivazione della quinoa adesso si estende aldilà della regione

andina, e oltre che in Bolivia, Perù, Ecuador, Cile, Colombia

ed Argentina, è oggi coltivata anche negli Stati Uniti, in Canada,

 in Francia, nel Regno Unito, in Svezia, in Danimarca, in Italia,

 in Kenya ed in India.

 

Il  2013 è l'anno della  quinoa:l'oro degli Inca

 

Il  2013 è l'anno della  quinoa:l'oro degli Inca

immagini dal web

 

Le popolazioni andine la coltivano da oltre 7.000 anni e in

particolare,sono sempre state le donne a provvedere alla sua

coltivazione. Era  prodotto dai piccoli contadini,ma adesso con

l'aumento delle richieste ,il suo prezzo è lievitato..... triplicato,

 tanto da diventare troppo costoso anche per i boliviani che basavano

su questo seme la propria alimentazione,costringendoli a ripiegare

 su alimenti più economici e meno sani. L'aumento della richiesta

sta portando all'abbandono di altre coltivazioni locali,e inoltre,

come spesso avviene in questi casi, le piccole produzioni si

sono trasformate  in coltivazioni intensive, con la conseguente

comparsa di macchinari e prodotti chimici,che mettono a rischio

ambiente e comunità locali.

" Sopravvissuto per millenni, il “grano d’oro” delle Ande fatica ora a

fronteggiare l’assalto dei salutisti”.

fonte repubblica.it

..

 L’obiettivo dell’Onu è quello di sconfiggere la fame

nel mondo..ma và?


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