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Il cavaliere oscuro

Creato il 21 ottobre 2014 da Jeanjacques
Il cavaliere oscuro
Continua la visione dell’universo batmaniano a opera di Christopher Nolan, il regista più discusso, amato e contestato degli ultimi anni, che dopo la parentesi fantastorica di The Prestige (che lo vogliate o no, quello, insieme a Memento, è il suo vero capolavoro) ritorna a dirigere le avventure del supereroe in calzamaglia che più ha fatto discutere sia su celluloide che sulla carta. Il finale del precedente Batman Begins aveva fatto ben immaginare l’avvio di un sequel di questo fanchise, con un nemico d’eccezione quale il Joker. Impossibile quindi non far andare a marcia indietro il treno dei ricordi, pensando così a quella magnifica e colorata interpretazione fatta da Jack Nicholson sotto l’egida del re del goticume Tim Burton negli oramai lontani anni ottanta. Nolan ovviamente prende tutto ciò che si era detto su questa supercattivo nel corso degli anni, e se ne infischia altamente, dando a questo particolare personaggio una visione coerente col mondo che ha immaginato per questo supereroe. Il risultato è qualcosa che, nel genere, rasenta il capolavoro, con un personaggio diventato un simbolo dell’era moderna. Ma andiamo con ordine...
Batman non è più un novellino, ma un supereroe a tutti gli effetti. Porta avanti la sua doppia vita (ricco playboy di giorno, giustiziere di notte) con sfiancante stoicismo, accettando tutto ciò che questo comporta. Tiene anche sottocchio il procuratore distrettuale Harvey Dent, che sembra deciso a dare il colpo definitivo a quella che è la caccia al crimine organizzato, oltre che essere una presunta fiamma dell’amata Rachel Dawson. Ma la tranquillità in quei di Gotham non dura a lungo, e la scossa che sembra dar inizio al tutto ha il nome, le cicatrici e i colori di Joker, enigmatico criminale intenzionato a portare il caos.
Credo che questa sia una delle pellicole più difficili in assoluto da recensire. Da una parte c’è il fatto che quando era uscito avevo diciotto anni, un’età abbastanza contraddittoria e nella quale si assimila un po’ di tutto, anche con una certa ingenuità. Dall’altra sta il fatto che su questo film, nel corso degli anni, se ne sono dette così tante che tutto sarà percepito un po’ come già detto, una sorta di riepilogo di uno dei più grandi match cinefili degli ultimi tempi. Ma a distanza di tanto tempo, comunque, ora che la trilogia è finalmente conclusa e tutto quello che si doveva dire è stato detto, com’è questo film? Sicuramente è un ottimo film. Questo l’ho pensato all’epoca così come lo penso oggi, anche se cambia notevolmente il modo in cui vediamo bello qualcosa. Per dire, è come valutare un quadro dopo aver fatto un corso di pittura: il quadro, se è uno di quelli che vale, ci piacerà sempre molto, ma ora che abbiamo le nozioni giuste per valutarlo ci piacerà per dei particolari motivi. Stessa cosa per questo film. La pellicola infatti ha una storia molto avvincente, è diretta con un inusuale garbo e sa come colpire dove deve nel momento giusto. Questa è la parte più convincente nel lavoro fatto da Christopher Nolan, ovvero quello di imbastire delle vicende che al mero livello narrativo sappiamo mantenere sempre alzata l’attenzione. I fatti si seguono sempre con grande interesse e, cosa più importante di tutte, ci portano a conoscere quello che è un personaggio davvero iconico. Che non è Batman, però. Ironia della sorte, il personaggio più spammato, citato e osannato dell’intera saga non è il suo diretto protagonista, ma l’antagonista del secondo film. Quel Joker al quale Heath Ledger ha donato fattezze e movenze, reso poi ancora più iconico dalla prematura morte dell’attore a soli ventisette anni - qualcuno ha citato Brandon Lee? - e premiato addirittura con un Oscar postumo. Quindi è inutile girarci intorno, tutto il film gira intorno al villain ed è proprio grazie a lui che ho finito per amarlo. Ma tutto fila liscio? Ahimè, no. E, cosa più ironica di tutte, è proprio a causa di quel personaggio tanto amato, vera croce e delizia di un film ambizioso e valido ma che comunque cade sotto il peso delle vette a cui sembra voler mirare a tutti i costi. Ora tutti noi sappiamo che Nolan è un autore che ‘se la crede’, i suoi film (giustamente, per certi versi) sembrano voler sottolineare un certo elitarismo o status non ben specificato. E la cosa mi va bene per quelle che erano le sue prime opere, film altamente sperimentali e veramente indispensabili, per certi versi, ma in quello che è un film di supereroi le cose cominciano un pochetto a esagerare. Perché sì, nonostante il tanto decantato realismo, nonostante la filosofia spiccia di alcune parti e nonostante l’osannata umanità dei personaggi (ma a me Batman è sempre sembrato un po’ troppo freddino) questo rimane un film di supereroi. Il film di un tizio che si veste da sorcio volante e va a menare i criminali. E quando funziona, infatti, è proprio per le parti che non sembrano appartenere al franchise della DC e che, di conseguenza, vedono il Joker come protagonista assoluto. Così assoluto da concentrare su di sé tutte le attenzioni, da farti fregare della morte di un certo personaggio secondario (no, seriamente, a chi è veramente importato?) e a non lasciare abbastanza spazio all’entrata di un secondo cattivo che, diciamolo bene, avrebbe meritato un film tutto a sé stante. Come mai allora un voto così alto? Perché alla fine, volenti o nolenti, il cinema è passato anche da qui e, nel bene e nel male, ha dato inizio a un modo per certi versi nuovo di intendere la visione mainstream di un genere. Decretandone l’inizio e per certi versi la morte. Si cerca di andare sempre al di là di quanto già fatto prima e lo si fa con competenza e sicurezza dei propri mezzi, donandoci delle pagine di regia molto alte e che compensano degli eventuali difetti di sceneggiatura. E nonostante tutto, quello che ne esce alla fine è uno scontro umano e sporco, pur nei limiti di una serie di perbenismi nel finale, che nei suoi confini ben prestabiliti spinge a farsi un paio di domande. Non male per quello che doveva essere il film di uno che si vestiva da sorcio volante.

Commercialità e cinefilia che convergono in un unico prodotto forse un po’ incoerente ma di grande spettacolarità! E che finalmente accontenta sia quella brutta razza dei nerd che i cinefili più esigenti.Voto: ★★★★

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