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Il Mare in Inverno - 13 ottobre

Da Laperonza

13 ottobre

Buongiorno Silvia,

ti ricordo quei documenti. Sono importanti. E ricordalo anche a Federico. L’avvocato Galvani li aspetta entro stasera.

Stanotte ho dormito alla grande, come un sasso. Erano mesi che non dormivo così. Il vento a un certo punto è cessato e si sentiva soltanto lo sciabordio del mare in lontananza. Bello.

Oggi c’è un bel sole ma il mare è molto agitato. Farò una passeggiata in riva al mare. Sì sì mi copro, tranquilla.

Buon lavoro cara.

Babbo

Egregio avvocato,

mia figlia Silvia e mio figlio Federico le spediranno senz’altro la documentazione relativa alla cessione delle quote societarie entro oggi. La prego di accelerare al massimo la pratica in modo di averla definita per fine settimana.

Distinti saluti

Giovanni Antoniacci

Ciao Matteo,

leggo con piacere del tuo nuovo incarico. Ma non ti fermi mai? Ah già, oramai tu sei lombardo, frenetico e totalmente dedito al lavoro. Io invece no. Ho lavorato come un mulo per anni, ho creato dal nulla uno dei calzaturifici più famosi al mondo e ho macinato chilometri e chilometri per promuoverlo. Ora mi fermo. E’ tempo di riposare. Credo che un uomo a settant'anni può permettersi di uscire dal gioco e guardare la partita dagli spalti. In realtà io non faccio neanche quello. Da qui non sento nemmeno il fischio dell’arbitro. In compenso sento il mare, e sapessi quanto questo rumore mi rilassi, E’ musica.

   Stamattina ho fatto una lunga passeggiata sulla spiaggia. Ho giurato di non toccare più la macchina se non per gli acquisti di prima necessità. Ad occhio e croce devo aver camminato per un paio di chilometri. La sabbia è umida e compatta e si cammina bene. Il mare oggi è molto mosso e nell’aria si sente fortissimo l’odore di iodio e salsedine. Spero mi vaccini per il raffreddore. Non c’è veramente nessuno in giro qui, ho camminato per due ore tutto solo, e ho pensato. Ma questo, caro Matteo, è un pensare diverso, al quale non ero più abituato da tempo. E’ pensare per pensare e non per calcolare. A cosa ho pensato, ti chiederai tu. Mah, che dire, a tutto e a niente. Soprattutto ho pensato a come affronterò questo mio eremo balneare, quanto durerà questa sensazione di pace per lasciare il posto alla noia e al senso di solitudine.

   Da quando Anna se n’è andata non sono riuscito a restare solo neanche un minuto. I miei figli, i miei parenti, gli amici, i collaboratori. Tutti presi a sostenermi e a farmi superare il trauma. Il viaggio in America l’ho fatto da solo ma lì dovevo fare attenzione alle strade, al viaggio, alla moto. Qui non ho preoccupazioni se non me stesso. Per ora mi piace.

   Ora mi faccio due spaghetti aglio e oglio. Vuoi favorire? A presto caro amico.

Tuo

Giovanni

 

 

 

 


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