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IL MISTERO DEL MANOSCRITTO (12ª PARTE): ZECHARIA SITCHIN

Da Marta Saponaro
Sara, scosse il capo e dopo un lungo interminabile sospiro, rispose ad Enrico:"Zecharia Sitchin? No, non ho mai sentito il suo nome chi è?"Enrico ritornò a sedersi in fianco e iniziò ad erudire l'amica anche se, in cuor suo avrebbe desiderato lasciar perdere ogni parola e trascorrere del tempo abbracciando Sara e baciandola. Anzi, ad un ceto punto provò ad immaginarsi loro due che con la più sconvolgente delle passioni si donavano uno all'altra.Sarebbe stato alquanto improbabile , si disse alla fine. Non sapeva il motivo per cui lui non riusciva mai a concludere un accidente con qualsiasi ragazza che gli suscitasse sentimenti più profondi della "una semplice botta e via", come diceva quando si trovava tra amici nelle serate di confidenze.Odiava questo lato del suo carattere e avrebbe dato qualsiasi cosa purchè una volta sola avesse trovato il coraggio di buttarsi a capofitto in una storia che implicasse qualcosa di più di una semplice, pura e sana notte di sesso.Poichè si accorse che Sara era in attesa di una sua spiegazione cancellò di netto ogni pensiero ed iniziò.
Zecharia Sitchin è stato uno studioso di origine azera, nato a Baku nel 1920. Autore di svariati libri di archeologia misteriosa le sue teorie non hanno mai incontrato commenti positivi da parte della comunità scientifica, perché non supportati da prove concrete come richiede il metodo scientifico su cui il nostro sapere si fonda.
IL MISTERO DEL MANOSCRITTO (12ª PARTE): ZECHARIA SITCHIN
Ancora giovane andò a vivere in Palestina dove studiò l'antico ed il moderno ebraico, altri linguaggi di origine semitica, l'antico testamento e l'archeologia dell'Oriente. Seguì, poi, gli studi in storia economica laureandosi alla London University. Dopo un breve ritorno in terra di Israele, Zecharia emigrò negli Stati Uniti dove vi rimase sino alla morte avvenuta nel 2010.
Ha scritto vari libri che sono stati tradotti in molte lingue ed anche in braille, oltre che essere trattati in radio e televisione.
La filosofia di Zecharia Sitchin e il mondo accademico:
Il professor Lorenzo Verderame, docente di assirologia all'Università della Sapienza di Roma ha affermato, senza troppo girare in tondo, che ciò che dichiara il professor Sitchin non ha nulla di scientifico. Le sue opere sono solo di carattere pseudoscientifico e tutto il mondo accademico ha preso le opportune distanze dalle sue parole. Il problema di Sitchin è che egli costruisce teorie basandosi sulla traduzione di testi e non sull'interpetazione. E' vero che in astronomia è stata presa in considerazione la "collisione planetaria" ma niente altro di ciò che ha dichiarato Zecharia.
Il pensiero di Sitchin:
Egli si basa sull'interpretazione degli antichi testi sumeri, in particolare sul sigillo sumerico chiamato "VA 243".Secondo i suoi studi i Sumeri conoscevano un 10° pianeta, ( in realtà avevano scoperto, solo, Mercurio, Venere, Terra, Giove, Marte e Saturno, sei in tutto). Però sul sigillo in questione sono presenti dodici puntini, lo studioso li  ha interpretati come pianeti. Con la traduzione Michael Haiser ha dichiarato che si legge: "Dio, llat, ecco Dubsiga, il tuo servo" e quello che, a prima vista sembra un sole, in realtà è una stella come i dodici puntini. Anche altri professori, com Immanuel Velikovsky, Enrich Daniken, Laurence Gardner e Alan F. Alford asseriscono la medesima cosa.
Ma cosa  ha interpretato Zecharia? La cosmologia sumerica conosceva dieci pianeti, MUL, e se si contano anche il Sole e la Luna, sono dodici. Il suo primo libro è, appunto intitolato "Il dodicesimo pianeta". Questo pianeta a noi sconosciuto non è altri che Nibiru che, nella mitologia di questa antica civiltà, è identificato con il Dio Marduk. Nel XVII secolo a.C. era uno degli Dei principali in Babilonia. Il pianeta in questione avrebbe avuto una collisione con un altro corpo celeste, il pianeta Tiamat.  Quest'ultimo si è spaccato in due parti, una ha formato la fascia degli asteroidi e l'altra la nostra Terra.
Ecco perché la geografia della Terra presenta la maggior parte dei continenti raggruppati in un quadrante.
Su Nibiru vivevano dei popoli avanzati tecnologicamente simili a noi umani, si chiamano Anunnaki che nella Bibbia prendono il nome di Elohim e Nephilim.
450.000 anni or sono giunsero sulla terra per prendere dei minerali, atterrando in Africa. Qui incontrarono l'uomo preistorico Homo Erectus e si accoppiarono dando vita ad una nuova specie , l'Homo Sapiens. In seguito sotto la direzione degli Anunnaki, gli uomini fondarono la Mesopotamia, l'Egitto e l'India. Nel 2024 a.C.scoppiò una guerra nucleare tra le diverse fazioni di extraterrestri. Ci fu il fallout  e, un grande vento radioattivo distrusse la città di Ur e l'intera Mesopotamia ne risentì. Testimonianza della devastazione è il racconto del Lamento di Ur.
A riprova delle sue rivelazioni Sitchin porta i vari reperti metallurgici rinvenuti sino ad ora. Questi manufatti sono opera degli Anunnaki e coprivano varie funzioni, anche se per la maggior parte sono strumenti astronomici, astrologici e calendari. I centri di Bad-Tibira e Machu Pichu erano luoghi dove venivano lavorati i metalli, le civiltà mesoamericane e sudamericane sono in realtà derivazioni di quelle sumeriche e accadiche. Le due divinità principali messicane e peruviane, Quetzalcoatl e Viracocha, sono due Anunnaki (Ningishzida e Ishkur) che si trasferirono con una parte di popolazione sumera in quelle terre.
IL MISTERO DEL MANOSCRITTO (12ª PARTE): ZECHARIA SITCHIN

IL LIBRO PERDUTO DEL DIO ENKI

Quindi Enrico si alzò e poco dopo tornò indietro tenendo tra le mani un libro dalla copertina verde.Sara, allora, gli si avvicinò prese il volume e dopo una breve occhiata lo abbracciò e alzandosi sulla punta dei spiedi lo baciò.In quel momento l'attrazione  tra i due amici divenne sempre più forte e il bacio si prolungò in una notte di tenerezza ed amore.Nel frattempo gli altri stavano scendendo dall'aeroplano che li aveva condotti in terra d'Israele.Luca chiese agli uomini che li scortavano dove si sarebbero recati.Uno di loro lo guardò e rispose "conoscete il professor Otto Werner, lavorate per lui, mi sembra, no?"Quindi proseguirono senza che nessun altro aprisse bocca, anche se tutti, in cuor loro, si chiedevano il perché di questo atteggiamento e sopratutto dove si trovasse Sara e cosa stesse facendo Enrico.
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