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Il Papa benedice l’ammazzagay

Creato il 17 dicembre 2012 da Leragazze

kadagaL’immagine che vedete qui sopra è tratta dal sito ufficiale del parlamento ugandese e ci mostra l’incontro avvenuto il 12 novembre tra Benedetto XVI e la presidente del parlamento della Repubblica di Uganda Rebecca Kadaga. Tra l’altro la signora è la prima donna di quel paese ad aver occupato quella importante posizione. Detto questo, si potrebbe chiudere il discorso perché questi sono incontri che avvengono continuamente in Vaticano e che in genere non attirano l’attenzione di nessuno.

E invece andiamo avanti, perché quella che il Papa ha benedetto, come recita il titolo della notizia, è la maggiore sostenitrice della legge Anti-Homosexuality, indicata anche come Kill the Gays bill, legge ammazzagay. Ella ha dichiarato che farà in modo che venga approvata come regalo di Natale per il suo popolo che la desidera fortemente : “Ugandans want that law as a Christmas gift. They have asked for it and we’ll give them that gift”.

In Uganda l’omosessualità è già considerate un reato, ma la proposta aggrava le pene introducendo persino la pena di morte, che sarebbe stata però eliminata dal testo in procinto di essere votato. Fu presentata nel 2009 dal parlamentare David Bahati e si pone l’obiettivo di “rinforzare la capacità della nazione di fronteggiare le emergenti minacce interne ed esterne contro la famiglia tradizionale eterosessuale” e “proteggere la cultura ugandese dai tentativi dei sostenitori dei diritti sessuali che cercano di imporre i loro valori di promiscuità sessuale” tenendo presente che “l’attrazione per le persone dello stesso sesso non è una caratteristica né innata né immutabile”.

In pratica si introduce il reato di “omosessualità aggravata” che comprende atti omosessuali compiuti da una persona con HIV o da un genitore, o con la somministrazione di stupefacenti, o attuata su minori o disabili, o reiterati. Per questa sarebbe prevista la pena di morte.

L’omosessualità non aggravata, che include atti sessuali, matrimonio tra persone dello stesso sesso, o tentata omosessualità aggravata può essere punita con pene detentive che arrivano all’ergastolo. Si prevede anche la punizione in Uganda per atti del genere compiuti da ugandesi fuori dal paese.

Bene. ora che conosciamo meglio la signora Kadaga possiamo cogliere ogni sfaccettatura della notizia: Benedetto XVI ha dato la sua benedizione a chi vuole celebrare il Natale con un’oscenità del genere.

Non pago, nei giorni scorsi, nel messaggio per la Giornata della pace, il Papa ha affermato che “i tentativi” di rendere il matrimonio “fra un uomo e una donna giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione” sono “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Che c’entra la pace, poi, vorrei che qualcuno me lo spiegasse.

E comunque, il Papa non si limita a rivolgersi alle sue pecorelle, no!, perché più avanti precisa: “Essi [i principi riguardo la struttura naturale del matrimonio] sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”. Quindi, sembra avvertire, non azzardatevi nemmeno a parlare di matrimonio tra persone dello stesso sesso. Che dorma sonni tranquilli. I nostri pavidi politici, anche quelli che non sono ufficialmente della sua parrocchia, si guardano bene dal muovere foglia che il Vaticano non voglia.



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