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Il ponte dei corvi neri

Creato il 27 maggio 2012 da Tnepd
Il ponte dei corvi neri Questo mese di maggio sta diventando appassionante come un giallo. Un giallo dozzinale, certo, una storiaccia abborracciata partorita dall’amplesso tra Dan Brown e la Signora in Giallo, ma non priva di un certo interesse, capace persino di appassionare il lettore medio durante un viaggio Bologna-Milano in treno. Ho nominato Dan Brown perché tutte le storie più intriganti di questi ultimi giorni, in qualche modo, finiscono in Vaticano.
Prima l’estumulazione dei resti di Renatino De Pedis in Sant’Apollinare, dopo che qualcuno aveva suggerito di cercare lì, tra quelle ossa, la povera Emanuela Orlandi. Nella bara pare vi fosse proprio Renatino. Niente bara vuota o con resti di altri o fatti ancor più strani. I giornali hanno parlato del ritrovamento di altre ossa risalenti a trent’anni fa e si attendono i risultati delle analisi. Riguardo ai misteri d’Italia, comunque, più che nelle tombe bisognerebbe cercare negli armadi.
Intanto l’esorcista Padre Amorth, quello che sostiene che Villa San Martino andrebbe bonificata dai demoni, crede che per spiegare la scomparsa di Emanuela Orlandi e dell’altra ragazzina, sia necessario seguire la pista sessuale. Qualcuno si è ricordato che c’era una suora, allora, che aveva sconsigliato alle ragazze di frequentare quella chiesa. Proprio quella dove il boss della Magliana ebbe l’onore di esservi sepolto, addirittura in una cappella privata.

E’ un periodo di corsi e ricorsi, per la Santa Sede, di fantasmi che tornano dal passato. In questo remake dei primi anni novanta, con il cambio di gestione del regime, il riaffacciarsi di trattative losche, di bombe e minacce eversive varie, con la novità, rispetto ad allora, di una malavita organizzata che potrebbe essere finita anch’essa a milionate nelle grinfie della speculazione finanziaria dei derivati e sarebbe per questo molto ma molto incazzata per le perdite subite, ancora di più di quanto lo fossero allora i nemici di Calvi con lui, è tornato casualmente  in primo piano anche lo IOR, la Banca Vaticana.
Il suo direttore, l’attuale banchiere di Dio in carica, è stato cacciato questa settimana e, fateci caso, ogni volta che un Papa posa lo sguardo sullo IOR poi gli accade qualcosa di brutto. Per carità, niente di paragonabile a ciò che accadde a Papa Luciani, che voleva addirittura far diventare l’istituto di opere religiose, appunto, un istituto di opere religiose; insomma voleva darne tutti i soldi ai poveri. Lo trovarono nel suo letto, con il libro ancora in mano, già freddo.
Questa volta al Papa la si manda a dire in modo diverso. E’ comparso alla sua finestra, invece che la mite paloma blanca, un corvaccio nero. L’uccellaccio del malaugurio avrebbe sottratto la corrispondenza privata del Santo Padre per divulgarla all’esterno. Infatti, sempre casualmente, un giornalista, Gianluigi Nuzzi, ha dato di recente alle stampe un libro che pubblica la corrispondenza privata di Ratzinger, giunta al cronista da vari insider vaticani.

E’ un giallo dozzinale, dicevo, infatti il colpevole dei Vaticanleaks pare sia il maggiordomo, il fedele e timorato Paolo, prontamente arrestato dai gendarmi vaticani. Troppo banale, però, lo riconoscono un po’ tutti. Quindi il maggiordomo non deve aver agito da solo, 
 i corvi sono più di uno, compresa una donna. Oppure il maggiordomo ha eseguito gli ordini di alti prelati che vogliono cavare il trono di Pietro da sotto l’arsch del Papa tedesco e usano l’arma dei Vaticankleaks, magari facendoli uscire un poco alla volta, per rosolarselo ben bene sulla fiamma.
Vogliono costringere il Papa a dimettersi? Cosa non riescono proprio a perdonargli? Dovremo attenderci nuove rivelazioni ancora più incredibili delle lettere untuose di Bruno Vespa a Padre Georg? I corvi sono scatenati, maggiordomi o meno, in quel che resta del Vaticano.


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