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Il “Popolo Viola” contro Li Gotti: “un ex fascista al Senato con Ingroia!”

Creato il 17 gennaio 2013 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Il Senatore Luigi Li Gotti, responsabile giustizia per l’Italia dei Valori, viene contestato dai tweet del “Popolo Viola”. Quando si parla di quel che non si conosce…

Luigi Li Gotti, classe ’47, avvocato crotonese impegnato politicamente dai tempi in cui questa espressione aveva un significato ben diverso da quello che ha oggi acquisito.

Un ex missino, consapevole degli altissimi valori espressi dallo stato sociale, non certo avvezzo all’inciucio, al sotterfugio, all’illegalità.

Personalità di indiscusso valore ed esperienza, viene ora attaccato capziosamente per un passato che non ha mai rinnegato, ma dal quale ha preso prontamente le distanze nel momento in cui i programmi hanno preso la strada dei partiti deboli, senza base ideologica, all’americana.

Li Gotti è uomo di trincea: si scaglia contro la politica dell’amministrazione monopoli quando questa mette in onda spot fuorvianti, volti a paragonare il piacere del gioco a quello sessuale. Ha proposto disegni di legge contro l’omofobia e la violenza, contro il traffico di esseri umani, contro l’inquinamento ambientale. Ma le etichette vengono prima per chi non è in grado di leggere tra le righe.

Con un post su Twitter, cui fa eco un articolo sul blog del movimento, i Viola attaccano la scelta di Ingroia di metterlo in testa alla lista Rivoluzione civile per il Senato in Sicilia.

Le accuse capziose si sprecano, come sempre accade quando si contesta senza fondare le proprie ragioni su valide argomentazioni a sostegno: è un fascista, stava con il Movimento Sociale Italiano. Manca solo una polemica legata al tifo calcistico e ad una multa per divieto di sosta, e poi sarebbe completa la vetrinetta dei luoghi comuni. Forse, una volta, ha dimenticato pure di mettere il sale nella minestra. Colpe inenarrabili?

Appigli da pennivendolo, che provano ad offrire una visione distorta della realtà. Nessuno si scandalizzò, quando in Senato si discusse la riforma Fornero e si approvava la più vergognosa delle legislazioni del lavoro. Allora fu proprio Li Gotti ad inveire contro i colleghi senatori, colpevoli di avere approvato una riforma che non ha esitato a definire “una barbarie giuridica“.

Accuse che lasciano il tempo che trovano: giudicare i fatti, giudicare la storia delle persone. 

Ben venga Li Gotti e tutti i sostenitori dello stato sociale.


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