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Il prete che a Exit dichiara di pregare perché a Berlusconi venisse un ictus…

Creato il 14 aprile 2011 da Iljester

Il prete che a Exit dichiara di pregare perché a Berlusconi venisse un ictus…In preparazione alla mia prima comunione, il prete della mia parrocchia – che certamente non verrà ricordato per la sua santità – disse una cosa giustissima: «Anche solo pensare di voler uccidere una persona, o anche solo pensare che gli capiti il male, è un grave peccato. È un peccato mortale, perché dichiari di non rispettare la vita, e dunque in ultimo di non rispettare Dio, che la vita ha creato».
Io rimasi notevolmente impressionato da quelle parole, seppure già da prima, non ho mai augurato il male (né la morte) a nessuno. Nemmeno al mio peggior nemico. Perché, l’essere cristiani, è avere nel cuore prima di tutto la compassione e il rispetto della vita del proprio fratello.
Mi domando dunque come sia possibile che esista un prete, e dunque un pastore di Cristo, che prega Cristo, la Madonna e i Santi, e infine Dio, affinché Berlusconi venga colpito da un ictus (le sue parole: «… E allora come facciamo? Non lo so. Forse io sono un prete e prego il Padreterno che gli mandi un bell’ictus…», v. il video). Con quale coraggio questo signor prete può dirsi cristiano nel senso vero della parola? Gesù accolse ladri, prostitute, farisei, ipocriti, e li abbracciò tutti nella sua immensa carità, e qualcuno all’epoca lo criticò per questo. Diede per loro, prima che per i giusti, la sua vita, mangiò con loro, bevve con loro ed entrò nelle loro case e andò alle loro feste. Salvò il ladrone dalla morte, e forse perdonò persino Giuda, perché solo Iddio può arrivare a tanto. Soprattutto però insegnò il comandamento più grande, quello sul quale è fondata la Chiesa, e che pare Don Giorgio abbia scordato: «Ama il prossimo tuo come te stesso».
Quale sia la compatibilità di questo supremo insegnamento cristiano e le parole del prete in questione, è un mistero che dovrebbe essere risolto dal Vescovo della diocesi in cui il prete in questione opera. È un mistero che io personalmente non sono riuscito a risolvere, nemmeno con tutte le mie forze e le mie limitate conoscenze della cristianità. Credo che se qualche prete dicesse la stessa cosa di Di Pietro o Bersani, la penserei esattamente allo stesso modo. Troverei certe «uscite» di cattivo gusto e persino lontane milioni di anni luce dal mio essere cristiano, che certo è sempre perfettibile, ma che non è mai peggiorabile fino a questo punto.
Sono dell’idea che certe esposizioni danneggino la Chiesa e la cristianità, più che aiutarle. Testimoniano che all’interno della casa di Cristo la carità cristiana, il perdono e gli insegnamenti cristiani sono arbitrari, e sono piegabili al proprio tornaconto politico, alle proprie simpatie elettorali. Dimostrano soprattutto l’idea che anche fra gli uomini di Chiesa prevale, in alcuni casi (rari), l’ideologia politica anziché l’idea cristiana della tolleranza, della speranza e della bontà. Cristo non sposò né Cesare, né Mammona. Né il potere né i soldi. Sposò l’umanità nel suo insieme, e diede la vita per essa, senza distinguere tra buoni e cattivi, tra santi e peccatori. Come è accettabile che portatore di un simile messaggio, divino o meno, sia qualcuno che in un modo o un sacerdote che ha certe idee e certe posizioni? Aiutatemi a capirlo… Mi aiutino soprattutto le autorità ecclesiastiche o anche lo stesso Don Giorgio, del quale vi propongo il video. Ascoltate voi stessi – cari lettori – le parole del sacerdote. La chiave dell’intervento lo trovate al quinto minuto.

 


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