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IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. Il governo del fare...le leggi. E disfare...la Costituzione

Creato il 03 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. Il governo del fare...le leggi. E disfare...la Costituzione Cercate di seguirmi perché questa mattina mi sento terribilmente “concettuoso” e potrei anche lasciarmi andare a delle minchiate. Però voglio sviluppare un ragionamento che secondo me merita di essere fatto alla luce di quanto sta accadendo ormai da tre anni: cosa significa il “governo del fare”? Gli spunti da cui partire sono due, anche se la teoria che li guida è la stessa: quella della causa e dell’effetto. Silvio ha bisogno di due piattaforme. La prima è senza dubbio quella comunicativa. La seconda, e lo dicono i fatti (non il fare)quella legislativa che dovrebbe permettergli di continuare a fare (questa volta è la giusta accezione) i cazzi suoi. La piattaforma comunicativa è quella sulla quale si muove meglio. È (e si contorna di gente all’altezza), senza dubbio un creativo perché sa che se dovesse interrompere il filo diretto con i suoi radio-tele ascoltatori, oggi si ritroverebbe con un gradimento popolare pari a zero e non al 22 per cento com’è attualmente. Avendo a disposizione il 90 per cento delle emittenti radio-televisive, Silvio sa che ha una cassa di risonanza senza uguali, l’importante è stare sempre “sul pezzo”, crearsi l’occasione per comunicare anche il nulla e fare in modo che i giornali, bene o male, parlino costantemente di lui. Non è un caso che quando si reca all’estero, nelle conferenze stampa, parli dei fatti italiani. Non è un caso che realizzi autonomamente video-appelli e li diffonda come fossero i messaggi di Charles De Gaulle a Radio Londra durante la seconda guerra mondiale. Non è un caso che partecipi anche alle trasmissioni televisive più idiote per diffondere il suo verbo. Non è un caso, ad esempio, che telefoni alla miriade di “gruppi di responsabili” durante una loro assemblea, organizzata appositamente per la telefonata, per parlare di fatti che con quell’assemblea non c’entrano una mazza perché, nel momento in cui dovesse affrontare il “tema” dell’incontro, combinerebbe un casino, come è successo quando si è rivolto ai Cristiani Riformisti invitati a farsi un giro di bunga bunga. Lui usa tutti perché sa che anche se dovesse dire di avere qualche linea di febbre, ne parlerebbe l’universo interno, figuriamoci quando attacca la magistratura, la Corte Costituzionale e dice che i gay sono una maledizione della natura. E fateci caso, nella trappola strategica di Silvio cadono tutti, quelli che paga e quelli che non paga, con il risultato che, a parte il terremoto dell’Aquila, la guerra in Libia e il disastro giapponese, i titoli di prima pagina dei giornali, e quelli di apertura dei tg, sono sempre e solo su di lui. Strategia mediatica impeccabile alla quale occorrerebbe rispondere in due modi: o staccare la spina (e lo vedo difficilmente percorribile) o contrapponendogli fatti (cosa che, allo stato delle cose e dei personaggi sulla scena, la vedo ancora meno attuabile della prima ipotesi). Silvio ha inventato il “botta e risposta”, metodo messo a punto dal compianto Mike Buongiorno nei suoi telequiz: Bersani afferma che Silvio ha detto una puttanata? Ecco i suoi lacchè che rispondono immediatamente al segretario del PD inondandolo d’insulti. Il potere mediatico di Silvio è la vera e unica ragione del suo successo ed è inutile ricordare in questa sede chi ne sono stati gli artefici e i complici. Il secondo punto forte della sua politica è rappresentato dalla piattaforma legislativa solo che su questa, e diversamente dalla prima, ha qualche ostacolo o, meglio, uno solo: la Costituzione. Il governo Berlusconi non ha fatto una solenne mazza ma ha disfatto (o tentato di disfare), questo sì, le leggi che si frappongono alla realizzazione del suo progetto di “rinascita dell’Italia”. Avendo i numeri a disposizione può permetterselo, e se avesse dalla sua anche la Presidenza della Repubblica, i giudici della Corte Costuzionale e quelli della Corte dei Conti, Silvio sarebbe davvero l’imperatore d’Italia, di un pezzetto di Libia, di un cantone svizzero, di una provincia russa e dell’intero Azerbaijan. Ma non li ha, ancora, e non è detto che li abbia nel prossimo futuro. Per quanto riguarda la piattaforma legislativa, Berlusconi si è contornato di professionisti sicuramente all’altezza, e che paga profumatamente perché lavorano per lui 24 ore su 24. E sono talmente bravi che, dal punto di vista della giurisprudenza e dei codici, le loro argomentazioni sono quasi sempre inappuntabili, come ha dimostrato l’avvocato Paniz ieri sera a “In onda” su La7, ma poi, dal versante dei risultati si dimostrano per quello che sono: provvedimenti ad hoc per Silvio e una vera e propria jattura per tutti gli altri italiani. È sicuramente vero che questo governo fa...le leggi per il suo padrone, ma solo per disfare quel che resta di una Costituzione che continua ad essere l’unico vero freno allo strapotere di Silvio. “Fa” la riforma della scuola e sfascia la scuola (pubblica). “Fa” il bilancio per il Mibac e sfascia la cultura. “Fa” il federalismo e sfascia il comune sentire di questa nazione. “Fa” il processo breve e sfascia il diritto dei chiedenti causa di avere giustizia. “Fa” il “piano Lampedusa” e i disperati fuggono da Manduria. “Fa” l’Italia Nucleare e tutto il mondo vuole chiudere le centrali. Questo governo sicuramente fa. I cazzi di Silvio. Nella speranza di essere stato chiaro, ma per esserlo fino in fondo avrei dovuto scrivere un saggio, voglio chiudere il post domenicale con una piccola riflessione su un fatto accaduto ieri. Nel corso della mattinata Silvio ha telefonato al gruppo dei responsabili che fa capo a Scilipoti. Erano settimane che Berlusconi voleva parlare al seguito dell’onorevole transfugo dell’Idv, ma il buon Domenico aveva sempre rinviato. È riuscito a mettere in piedi un appuntamento decente solo dopo la fuga dei duemila tunisini da Manduria. Sarà una coincidenza ma a me questa cosa ha fatto riflettere.

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