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Il teschio che ride

Creato il 07 febbraio 2011 da Frankezze

Il teschio che rideCosa è per sempre? Una promessa? Un diamante? Un fiore finto? Niente di tutto ciò.
La risposta è il tuo dentifricio. Cazzeggiando su spotanatomy ho trovato questa campagna della Marvis.
Un cranio tempestato di diamanti che schiaccia un tubetto, e se la ride, forse anche perché nessuno gli romperà le palle se lo schiaccia a partire dalla metà.
Non è tanto un riferimento ad Amleto (essere o sorridere) quanto a Hirst, l’artista inglese che con la scusa che il denaro è falso e l’arte è vera, non avrà mai bisogno (al contrario di Califano) della legge Bacchelli.
Che poi tutti i teschi in un certo senso se la ridono.
Delle nostre paure forse, della insana battaglia contro il disfacimento, della ricerca di una vita ultraterrena o del fatto che la tiriamo in ballo sempre, fino ad invadere non solo ogni discorso intellettuale (morte dell’arte, morte del romanzo, eccetera), ma anche e soprattutto la vita.
La pubblicità segue il passo e l’ha sdoganata a pieno titolo.
Non so se vi ricordate lo spot della Vigorsol di una dozzina di anni fa dove una macchina cadeva dall’alto schiacciando un entusiasta che aveva appena vinto alla lotteria.
La promessa sottesa è che quando compriamo qualcosa, compriamo del tempo e dunque ritardiamo la morte.
Il valore aggiunto della merce moderna.
Un esorcismo lontano dai riti aztechi, un inganno consono al turbocapitalismo, che non lascia in pace nessuno, nemmeno chi vuol morire in pace.
Invece dovremmo lasciarla libera la morte di morire. Potremmo avere tutti denti più brillanti, un cranio scintillante, un cervello prezioso.


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