Magazine Psicologia

Il trattamento psicodinamico dell’ansia

Da Renzo Zambello

di Carlotta Bettazzi

Il trattamento psicodinamico dell’ansia
L’ansia è uno stato affettivo presente in gran parte delle patologie, ma anche in situazioni normali; entro certi limiti, infatti, l’ansia è fisiologica. Essa diventa patologica quando è sproporzionata all’evento scatenante, o si manifesta in assenza di motivi apparenti, o, ancora, quando si protrae nel tempo ed è di intensità tale da interferire con il funzionamento. L’ansia ha sia una componente psichica, caratterizzata da senso soggettivo di apprensione, inquietudine, ruminazione, insicurezza e difficoltà di concentrazione, sia una componente neurovegetativa, caratterizzata da sudorazione, tachicardia, tremori, senso di soffocamento e vertigini, sia una componente motoria, caratterizzata da tensione, irrequietezza e agitazione. Sul piano nosografico, la prima classificazione dell’ansia si deve a Freud (1894), che usava il termine “nevrosi”. Secondo Freud, esistevano due forme di angoscia:

un diffuso senso di inquietudine o paura che nasce da un pensiero o desiderio rimosso, curabile con l’intervento psicoterapeutico;

un senso sopraffacente di panico accompagnato da manifestazioni neurovegetative (sudorazione, aumento del ritmo respiratorio e di quello cardiaco, diarrea e senso soggettivo di terrore). Questo secondo tipo di angoscia era il risultato di un accumulo di libido in relazione all’assenza di attività sessuale.

Successivamente, con l’elaborazione del modello strutturale, Freud (1926) vide l’ansia come il risultato di un conflitto psichico tra desideri inconsci sessuali o aggressivi, provenienti dall’ Es, e le corrispondenti minacce di punizione, provenienti dal Super io. Di conseguenza, l’ansia rappresenterebbe un segnale della presenza di un pericolo nell’inconscio. L’Io allora mobiliterebbe i suoi meccanismi di difesa, quali evitamento, spostamento e rimozione, per impedire pensieri e sentimenti inaccettabili alla coscienza. L’ansia è dunque un affetto dell’Io, un sintomo sovradeterminato di un conflitto inconscio, che è importante indagare per poi rielaborarlo. Si distingue un’ansia di stato e un’ansia di tratto. L’ansia di stato può essere definita come un’interruzione del continuum emozionale; si esprime attraverso una sensazione soggettiva di tensione, apprensione, nervosismo, inquietudine, ed è associata ad attivazione del sistema nervoso autonomo. Alti livelli di ansia-stato risultano particolarmente spiacevoli, dolorosi e disturbanti tanto da indurre il soggetto a mettere in atto dei meccanismi comportamentali di adattamento per evitare o ridurre queste sensazioni. Se però questi meccanismi non raggiungono lo scopo, possono provocare comportamenti disadattivi che aumentano l’ansia ed avviano (o perpetuano) una spirale patologica. L’ansia di tratto, invece, è una caratteristica relativamente stabile della personalità, un atteggiamento comportamentale che riflette la modalità con cui il soggetto tende a percepire come pericolosi o minacciosi stimoli e situazioni ambientali. I soggetti con ansia-tratto più elevata mostrano una reattività maggiore ad un numero maggiore di stimoli: questi soggetti hanno maggiore probabilità di presentare ansia-stato anche in circostanze a basso “potenziale ansiogeno” o di sperimentare livelli più elevati di ansia-stato a parità di stimoli.

E’ utile precisare che il trattamento psicodinamico risulta essere quello d’elezione quando ci troviamo di fronte a un’ansia di tratto, mentre per l’ansia di stato sembrano essere più efficaci le tecniche cognitivo – comportamentali e brevi strategiche…..(segue) 

 Da: www.vertici.it

Commento del Dott. Zambello

Ho riportato solo una piccola parte di un lungo e interessante articolo di approfondimento sull’Ansia scritto dalla Dott.ssa Bettazzi per Vertici.it. Mi sembra di grande attualità.L’ansia è uno dei sintomi di disagio  più comuni che spingono la persona a chiedere aiuto ed a cercare rimedi. Non a caso gli ansiolitici sono tra i farmaci più venduti. Mi è sembrato opportuno soffermarmi un po’ su questo tema prendendo spunto dall’articolo della Dottoressa e allegando un mio video sul tema.


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