Magazine Medicina

Il varicocele: le varici ai testicoli

Da Euplio
Il varicocele: le varici ai testicoli

Il Varicocele: le varici ai testicoli

Il varicocele

Varici ai testicoli

Il varicocele è una patologia delle vene testicolari (o spermatiche) che vanno incontro a una dilatazione irreversibile con conseguente formazione di varici.

Anche nel sesso femminile si può riscontrare il varicocele, che in questo caso è caratterizzato da una dilatazione delle vene ovariche e che è causa di un dolore pelvico cronico.

In condizioni fisioloigiche il sangue venoso del testicolo percorre la vena spermatica che lo trasporta verso l’alto e precisamente la vena del testicolo destro va a sboccare nella vena cava inferiore, mentre quella del testicolo sinistro sbocca nella vena renale sinistra. Anche nel testicolo, come in qualsiasi distretto venoso vi sono delle valvole che impediscono al sangue di refluire verso il basso. Quando queste valvole non funzionano bene si viene a verificare un reflusso di sangue verso il basso che provoca una dilatazione ed un conseguente ingrossamento delle vene testicolari che in un tempo più o meno breve portano alla formazione del varicocele.

Leggi quest’altro post che ho scritto per avere informazioni più dettagliate sulla formazione delle varici

Il varicocele insorge principalmente in quei soggetti che hanno un’età compresa tra i 15 e i 25 anni.

La sua localizzazione nella maggior parte dei casi si ha a livello del testicolo di sinistra, circa il 10% dei soggetti invece presenta un varicocele bilaterale (testicolo destro e sinistro) e solo il 5% dei soggetti presenta un varicolocele che interessa il testicolo destro.

I Sintomi

Nella maggior parte dei casi il paziente non si accorge di avere un varicocele.

I sintomi possono presentarsi con il caldo, dopo un avere fatto ginnastica, dopo un rapporto sessuale, oppure stando per molto tempo in piedi.

Il paziente può avvertire:

  • dolore al testicolo o ai testicoli
  • un senso di pesantezza a livello dello scroto
  • un senso di fastidio al testicolo o ad una parte dello scroto

La diagnosi

Alla visita medica nel testicolo si possono riscontrare:

  • le vene dilatate
  • ipotrofia testicolare, cioè il testicolo risulta più piccolo rispetto all’altro.

Oltre alla visita medica per fare una precisa diagnosi di varicocele devono essere effettuate al paziente un’ ecografia testicolare, un eco-color-Doppler dei vasi spermatici ed una flebografia, che tra l’altro, permettono di stabilire l’entità del reflusso venoso.

Un altro esame che viene spesso consigliato in quei soggetti che presentano il varicocele è lo spermiogramma, con cui viene valutata sia la qualità che la quantità degli spermatozoi. Molte scuole di andrologia ritengono infatti che, un’alterazione dei valori termici endotesticolari provocata dal varicocele, dia luogo ad un deterioramento qualitativo e quantitativo degli spermatozoi. La questione che la patologia del varicocele provochi infertilità maschile è da tempo una diatriba molto discussa in campo andrologico.

Leggi l’e-book che ho scritto per avere maggiori informazioni sulla prevenzione e la cura delle varici

La classificazione

Classificazione del varicocele secondo Hudson:

  • varicocele subclinico: Non è né visibile né palpabile e può essere rilevato solo grazie a metodiche diagnostiche strumentali.
  • Varicocele di I grado: Lieve, palpabile solo durante la manovra di Valsalva (espirazione forzata con glottide chiusa).
  • Varicocele di II grado: Medio, non visibile, ma palpabile anche se non si compie la manovra di Valsalva.
  • Varicocele di III grado: Grave, facilmente visibile a occhio nudo.

La terapia

  • embolizzazione transfemorale
  • sclerotizzazione scrotale
  • legatura chirurgica della vena spermatica
  • legatura microchirurgica
  • legatura laparoscopica.

Ma vediamo in modo più specifico queste tecniche

L’embolizzazione transfemorale è una tecnica mini-invasiva effettuata in anestesia locale. E’ praticata un’incisione cutanea di circa un centimetro alla piega dell’inguine e da qui si arriva alla vena femorale con un sondino molto flessibile, si raggiunge la vena spermatica e si interrompe il lume effettuando un’iniezione con una soluzione sclerosante. Tale intervento prevede poche ore di ricovero.

La sclerotizzazione scrotale è molto simile alla precedente. In questo caso però l’incisione viene effettuata nella cute dello scroto e l’iniezione sclerosante viene praticata nelle vene del funicolo. Anche in questo caso l’anestesia è locale e il ricovero dura solo poche ore.

La legatura chirurgica della vena spermatica è la tecnica chirurgica più utilizzata in passato. Essa viene eseguita in anestesia generale ed il paziente deve rimanere ricoverato per almeno due giorni. Con questa tecnica viene effettuata un’incisione a livello dell’addome da cui si raggiunge la vena spermatica per procedere quindi alla sua legatura.

La legatura microchirurgica è effettuata in anestesia locale e prevede un ricovero di qualche ora. In questo caso la vena spermatica viene raggiunta effettuando un’incisione inguino-scrotale.

La legatura laparoscopica è effettuata quando il varicocele è di tipo bilaterale. Si penetra nell’addome con tre tubi laparoscopici a fibre ottiche e si effettua la legatura delle vene spermatiche di destra e di sinistra.

Oggi il trattamento di prima scelta perchè è pochissimo invasivo è quello radiologico. Le indicazioni per effettuare questa tecnica sono:

  • alterazione dello spermiogramma
  • algie invalidanti.

Tale trattamento, chiamato scleroembolizzazione retrograda, viene effettuato in anestesia locale proprio nel punto di introduzione del catetere che può essere o a livello dell’inguine o del braccio. La buona riuscita di tale tecnica dipende molto, è logico, dalla bravura e dall’esperienza dell’ operatore. Un’altra tecnica sempre radiologica, che viene effettuata quando il cateterismo della vena spermatica è impossibile, è quella della scleroembolizzazione anterograda, che si effettua andando ad isolare una vena del plesso pampiniforme anteriore a valle dell’orifizio inguinale esterno o a livello della regione dello scroto, e praticando successivamente un’ iniezione sclerosante. Il sangue refluo andrà ad utilizzare il circolo collaterale che si è formato.

La scleroembolizzazione retrograda ed anterograda, sono nate per il trattamento delle recidive di varicocele trattato con le classiche tecniche chirurgiche, ma poi nel tempo il loro utilizzo si è esteso anche al varicocele primitivo.

Tra le complicazioni chirurgiche del varicocele quella più frequente (10% dei casi) è la comparsa, dopo qualche mese, di idrocele, cioè di un aumento patologico di liquido contenuto nella sacca scrotale.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :