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In the cut – Jane Campion

Creato il 14 ottobre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

14 ottobre 2013 Lascia un commento

In The Cut
Meg Ryan e’ una insegnante in apparenza realizzata con invece una gran voglia di… evadere dal quotidiano. A dare un po’ di pepe alle sue giornate sara’ la testa mozzata di una sconosciuta trovata in giardino e l’incontro al calor bianco con Mark Ruffalo, un poliziotto che quando puo’ infila dentro. I criminali in cella.
Messa cosi’ la faccenda e’ volgarotta ma perche’ tanti giri di parole quando tutto il film si fonda sulla viziosita’ della storia e dei suoi personaggi mentre il thriller e’ soltanto una scusa.
Film scandalo, come direbbero i peggio giornali in circolazione, con l’ex fidanzatina d’America messa a nudo, anzi messa in varie posizioni di nudo. Reduce dal recente divorzio con Dennis Quaid ed aver sfondato il muro dei 40 anni, la principessina decise evidentemente di rimettersi in sella con un filmone che valorizzasse la sua figura e professionalita’. Chissa’ poi perche’ le donne piu’ vogliono affermarsi e piu’ si svestono e chissa’ perche’ a me continua a sembrare un mezzuccio squalificante per chi fa e per chi guarda.
Lei brava, oddio sospesa com’e’ tra la voglia di piangere e la voglia di qualcos’altro e dall’inizio alla fine non cambia faccia. Ruffalo invece interpreta una pantomima d’uomo, non un personaggio maschile bensi’ l’idea di uomo che puo’ avere una donna che non ha capito granche’ dell’altro sesso. Finto non per colpa sua.
La J.J. Leigh si muove bene, mi piace molto ma ancora una volta e’ intrappolata nella parte di donna inquieta che vive sul momento la propria emotivita’. Diverso il discorso per Kevin Bacon, piccolo ruolo ma portato avanti egregiamente, l’unico che ci mette qualcosa anche da caratterista come richiesto dal film.
La Campion si sollazza con colori pastosi e virati, bordi sfumati e onirici a che scopo poi se non per forzare la mano ad un niente col thriller intorno.
Vorrei capire il bisogno del fare scandalo con un soggetto del genere e vorrei capire perche’ un cinema pensato da donne per le donne, deve per forza essere inutilmente pruriginoso. Mi domando dove finiscano le conquiste e il ritrovato orgoglio femminile davanti alle sfumature di grigio o umiliazioni cinematografiche come queste.
La Campion poi mi fa ancora piu’ rabbia perche’ il cinema saprebbe pure farlo ma si perde in robette da massaia frustrata attaccata ai rotocalchi da mattina a sera, salvo poi indignarsi a comando quando un giornaletto politico glielo ordina.
Le donne sono molto, molto meglio di come la Campion le racconta. Anche gli uomini.

Scheda IMDB


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