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Jazz

Creato il 18 dicembre 2011 da Bruno
Jazz 
Jazz 
Selvaggio,
e irriverente l' ululato ultimo rabbioso del piatto
ha scandito l' africano sabba dei tamburi.
E' in abito da sera
stasera la tua Amante;
arcana,
e nuova sempre, e fascinosa e strana ...
( ... Saprò esser intrigante ?
Divertente ? Intelligente ?... )
Lampi di trombe,
riff di sassofoni,
sul Rubicone è rotto l' ultimo accordo di tregua.
Entri piano, come tastando il passo
a non fuggir la preda,
che al gioco felino tuo di note,
stanotte,
ancor si presta ...
Sottovoce,


accompagnano ora i sacerdoti il musicale rito ...
A rispettar la seduzione usata, e l' amoroso intrigo,
a favorire ancora la magia nota
dello schema che diventi nota ...
e forma strana, e singolarità sovrana,
e frase sublime di lampo di genio,
gesto d' amore.
E' una gran dama,
stasera, la tua Amante ...
Misteriosa, non si concede facilmente.
Via "pattern", via numeri, via schemi
ad intralciare inutilmente le mie dita;
il tuo parlare solo sia diamante,
fallico suono che penetri la mente ...
Sia musica,
sia idea, sia scintilla,
sia lingua di fuoco,
di prepotente drago che si infila tra le coscie
per armonie ardite, su architetture note ...
Sia frase,
iconoclasta e irriverente,
scagliato dardo a recider vecchie corde;
... Sia coito, sudore, orgasmo sia di sensi
a cantar del nostro animalesco amarci.

................................... 
Jazz
Un lago,
di piacevol quiete,
stende il pianista ad ammansire il fuoco ...
Sto.
Respiro e guardo, e ti riascolto ancora,
nel tuo splendor diversamente amata ....
E' una fata
che fugge sempre a mezzanotte,
anche stanotte, la tua Amata.
Si gira ancora,
capricciosa e ingrata,
a stento dall' orchestra rievocata ...
Ti avrò ancora, e non ti avrò mai ...
Il rito, fuggente, è stato celebrato:
del mio sudore,
e del tuo amore ingrato.
............................
  Mondart  ( Proprietà dell' Autore - Tutti i diritti riservati )



LEGENDA:   Il pezzo richiama il preciso istante dell' "improvvisazione jazzistica", quella fatidica manciata di secondi in cui il musicista estemporaneamente crea, cercando di raggiungere l' apice espressivo nel breve tempo di pochi "giri armonici" ( in genere solo due, quattro giri ).
L' Amante è quindi allegoria della Canzone, dello Standard; l' operazione del musicista, che necessariamente dovrà partire da un gesto di "violenza" ( è sempre violento l' inserirsi in qualcosa di artisticamente già definito e compiuto ) avrà senso e significato solo se saprà trasformarsi e trasformarla in qualcosa di più alto, se saprà trasformarsi in gesto d' amore: in tal senso il simbolismo amoroso è tutt' altro che gratuito.
Compito del musicista infatti sarà proprio "svestire" lo standard del suo elegante abito con cui è stato presentato nell' esposizione orchestrale, e penetrarne le architetture più segrete per intessere nuove e più ardite armonie ( ossia lo "schema" che diventi nota ).
La composizione riassume sia la narrazione orchestrale di quei pochi minuti, che i pensieri intimi del musicista: il dubbio ed il ritegno iniziale ad imporsi, ad "usar violenza" al brano ( saprò essere intrigante, intelligente, divertente, ecc ), dubbio che va risolutamente accantonato nel momento preciso, scandito dal "crash" del piatto, che chiama all' azione il solista: non è più tempo di pensare, ora bisogna solo agire; la rullata del batterista, col colpo finale del piatto cancella gli ultimi indugi.
Nei successivi due tempi si ha lo sviluppo dell' esposizione del solista, il corteggiamento e la consumazione, l' amplesso che deve arrivare a coincidere col massimo momento espressivo, musicale e armonico ... La faticosa ricerca della frase che penetri, che sia "puro suono", e non schema, non frasi fatte ... Non sarà attraverso facili schemi che il musicista potrà conquistare la "gran dama", ma solo se la "frase" saprà essere nuova ed intrigante, iconoclasta come è l' essenza stessa del jazz, eppur armonicamente ricondotta a pura punta di diamante, ad altissimo livello di corteggiamento, a gesto d' amore.
Il terzo tempo è il tempo dell' abbandono: non solo la dama appena corteggiata passerà ora nelle mani di un altro musicista, che la amerà "diversamente" secondo la proria sensibilità; ma abbandono necessario anche perchè premessa indispensabile dell' improvvisazione jazzistica è che di essa non debba rimanere nulla, ( caratteristica dell' improvvisazione è proprio la sua fugace estemporaneità ), che ogni volta si rinnovi daccapo e si ricrei il "rito amoroso" che, per quali alte vette possa toccare, non consentirà mai di "possedere" l'oggetto d' amore ... nè di "cambiarlo, manipolarlo", se non nell' effimero di quei pochi istanti.
Ed il "rito sacro" dell' improvvisazione sta proprio in questa trascendenza, nel superamento del rapporto instauratosi con la Canzone - Amante come possesso, per trasformarlo in eterna infatuazione e ricerca amorosa.

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