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J.T. LeRoy, Ingannevole è il cuore più di ogni cosa - Recensione

Da Dalailaps @dalailaps
J.T. LeRoy, Ingannevole è il cuore più di ogni cosa - Recensione
Questo libro fa male quanto un pugno nello stomaco; si leggono e provano sensazioni dure, nette come un taglio, e ci si rassegna alla disperazione del protagonista come si farebbe con una fitta al cuore. È smarrimento, paura e tanta tristezza.
Jeremiah viene portato via dai suoi genitori adottivi dopo che la madre naturale, Sarah, riesce a riottenere il suo affidamento: lei vive senza regole e riesce ad insegnare al figlio soltanto qualche canzone punk e il vero significato della parola solitudine. La loro vita procede tra droghe, alcolici, degenerazioni sessuali, abbandoni e recuperi. C’è anche una parentesi religiosa, quella dei genitori di Sarah che “accudiscono” Jeremiah per qualche tempo: la loro fede bigotta e spinta all’estremo corrode l’anima dei piccolo, così come avevano già fatto con sua madre.
Poi lei ritorna, lo porta via, e assieme attraversano strade e vicende intense, tra autogrill e alloggi squallidi, conoscendo persone crude e improbabili. Lui cresce imparando a non piangere, cercando inutilmente affetto in chiunque. Anche nei compagni di Sarah.
Il tutto si perde in un finale che scorre vagamente confuso. Perché nonostante quella catena indissolubile, quello strano legame che unisce madre e figlio - è appunto il cuore ad abbagliarli - il cambiamento è ciò in cui Jeremiah vuole credere di più.
La scrittura di Leroy (ovvero Laura Albert) scorre veloce e selvaggia, mai noiosa.
Quello che ho apprezzato in questo libro è l’intensità; in contemporanea sono le frasi leggermente umoristiche che attraversano la narrazione ad essere un punto molto importante, a riprova incessante di quanto la vita umana sia tragica quanto imprevedibile, e di quanto ogni certezza sia frantumabile e delicata.
Ma il cambiamento e la forza arrivano. Basta crederci.
N.d.r. Asia Argento ne ha fatto un film nel 2004. L'ho visto e lo trovo perfettamente evitabile: i punti focali del libro, e la sua realtà, vengono affrontati con superficialità e lasciando spazio soltanto al volgare.
J.T. LeRoy - Ingannevole è il cuore più di ogni cosa - Roma, Fazi, 2002; pp. 237

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