Magazine Diario personale

Just a walk in Paris' streets

Creato il 01 febbraio 2014 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Amici! Noi si è ritornati alle scrivanie con un sorriso ebete da un lato e la lacrimuccia dall'altro: dopo vari mesi di attesa, di risparmi fino all'ultimo centesimo e di dita incrociate perchè non venissero fuori storie all'ultimo momento, finalmente io e Lui siamo andati a Parigi. Non per fare i romantici, non per fare gli acculturati, non per fare gli esperti di enogastronomia. In realtà per fare tutto questo e prenderci una pausa da un anno un po' particolare. Insomma la Ville Lumière, quella dove gli artisti hanno trovato l'ispirazione, alcuni dei quali attraverso l'assenzio; la città della moda, il posto dove la brasserie è il bar dove bere caffè, birre seduti tutti vicini vicini.Ci siamo scandalizzati per quanto sia distorta l'idea che molte persone hanno di Parigi: tutti credono che sia l'emblema del romanticismo, quando invece, a mio avviso, si tratta di una metropoli, una città enorme e quindi caotica, un luogo dove ci si può certo innamorare, ma si può vedere anche una realtà cruda. Proprio lì, sotto gli occhi di tutti, turisti e non. Perchè il degrado non è stato relegato nelle periferie nascoste (come molte città invece fanno); e se per molti questo può essere un grande problema devo dire che, a conti fatti, in me ha suscitato un certo interesse e fascino.Abbiamo camminato nei corridoi dove Maria Antonietta & co. si viziavano, abbiamo fotografato uno dei monumenti più fotografati e visitati al mondo, abbiamo gironzolato davanti a quelle opere che riempiono i libri d'arte. E poi, abbiamo anche passeggiato tra le viette parigine, quelle dove non ci sono macchine fotografiche, ma c'è solo la gente comune. Ci siamo fermati a gustare le birre e i vini che solo nel nord della Francia si possono gustare, abbiamo ordinato formaggi manco fossimo Heidi in visita dal nonno. La tartouflette e la zuppa di cipolle. E poi quel mercatino ne La Citè, dove si respira un'epoca che ormai è scivolata tra le pagine di storia e quelle librerie nel quartiere latino, sì proprio quelle librerie dove con 10 euro puoi portarti via un trolley di cultura. È stato bello e magico.È stato altrettanto bello e magico immergersi in quelle vie del quartiere latino, dove la musica e i locali ti catapultano in un'altra Parigi, una Parigi che si distacca dall'andirivieni continuo che solo una metropoli può permettersi.È stato bello capire che, per quanto le nostre vite siano scandite da abitudini e immagini di ogni tipo, ci sia sempre un motivo per meravigliarsi. Per le cose più evidenti come per i dettagli più insignificanti.
Must have: i solitissimi Musei (eh sì, con la M maiuscola) del Louvre e d'Orsay, oltre che quella reggia straricca di Versailles. A parte i monumenti, consiglio anche di farsi un bel giretto nel quartiere di Belleville, dove c'è un po' di vita parigina tra brasserie e tavolini piccini piccini picciò. Canale Saint Martin è molto carino, e poi, io non ce l'ho fatta ad andare, ma avrei tanto voluto passeggiare tra le bancarelle del mercatino di Clignancourt. E si spera che un giorno blogger mi conceda il lusso di pubblicare qualche foto

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