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Kyenge: spese pazze in faccia alla crisi

Creato il 15 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
kyenge

Photo credit: European University Institute / Foter.com / CC BY-SA

Dicono che ci sia la crisi. Forse è vero, ma certo non per tutti.
C’è la crisi per i disoccupati, per i pensionati che si sorreggono con una pensione minima, per chi non arriva a fine mese, per gli esodati, per gli emarginati e gli esclusi dal sistema di lavoro.
È un’Italia – quella politica – che fatica oltremodo a guardarsi allo specchio e a farsi un esame di coscienza. Il flusso dei soldi ai vertici sembra non conoscere tregua, ma quando ci son da trovare i «denari» per abolire le tasse sulla casa o ridurre la pressione fiscale sulla cittadinanza, gli Italiani sono chiamati ad ascoltare sempre le stesse parole: «Non possiamo permettercelo», «La crisi morde e questo significherebbe un lusso».

Ed è così che l’Italia una volta ancora si appresta a «tirare la cinghia». Di Italie in questo Paese ne conosciamo due: quella dei cittadini poveri e onesti, e l’Italia dei «galantuomini», l’«Italia della Casta» dove i soldi circolano e si trovano sempre.
Sono allora i 24mila euro della nuova poltrona di Enrico Letta, e così per gli spot del presidente Grasso a Palazzo Madama, ma sono ancora tanti i privilegi tra i quali si enumerano i convegni che ordinariamente non offrono alcuna utilità ai cittadini.

Leggendo di sfuggita il «Giornale», si mettono in luce le spese pazze del Dipartimento delle pari opportunità e l’attiguo Ufficio antidiscriminazioni. Pare che proprio quest’ufficio abbia di recente stipulato un contratto da 40mila euro per l’organizzazione di un meeting internazionale «Chaorom», volto all’inclusione sociale del popolo Rom. Insomma, un contratto che verrà riversato nei suoi costi direttamente sui contribuenti.

Un’occasione per «far bella figura» sulle spalle di chi sente realmente la crisi economica di questi tempi. Un meeting voluto dal ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge.
Stando alle rivelazioni di Antonio Signorini, l’associazione «Romà Onlus» si sarebbe intascata ben 9.900 euro poiché incaricata di realizzare il progetto «Dik I Na Bistar»: un progetto finalizzato alla presentazione dell’Italia a una conferenza internazionale sul tema dell’inclusione sociale.
Un’iniziativa che ha visto la collaborazione di 40 giovani rom e non-rom. Altri 7.920 euro sono andati per la preparazione di un workshop sulle «politiche di accoglienza dei migranti», mentre 17.820 euro sono stati spesi per un laboratorio di formazione contro il razzismo.

Sul medesimo tema, intanto, è stato avviato il progetto «La mia idea di razzismo», per un costo complessivo di 9.852 euro, soldi usciti dalle casse dello Stato e di riflesso dalle tasche dei cittadini.
A queste iniziative si sono in seguito aggiunti i convegni sull’omosessualità, i quali hanno totalizzato una spesa pari a 8.440 euro così suddivisi: 1000 euro per progettare una «strategia nazionale Lgbt», 1500 per l’organizzazione di tre coffè break e ben 5.940 euro per due seminari-festival sul cinema transessuale.
È doveroso che gli Italiani sappiano, che conoscano a fondo i reali risvolti della crisi, che scoprano in filigrana i privilegi della Casta. C’è chi «muore di fame» e chi, invece, si permette il lusso.


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