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L’Ago della Bilancia

Creato il 10 settembre 2010 da Albix

L’Ago della Bilancia

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A metà degli anni ‘80 venni eletto consigliere comunale al mio paese, in Sardegna, nella lista del Partito Sardo d’Azione (uno dei pochi partiti di allora che ha mantenuto ancora oggi statuto, nome e simbolo inalterati).

Su 20 consiglieri noi ne avevamo due, due ne aveva il PSI (che all’epoca aveva ancora la Falce ed il Martello nel simbolo), la DC (oggi quasi inesistente)ne aveva otto, il partito comunista (che con la svolta della Bolognina si chiamerà PDS) ne aveva sette e uno lo aveva il MSI (che poi si chiamerà, dopo Fiuggi, Alleanza Nazionale).

Noi Sardisti avevamo voglia di cambiare in meglio la politica; i democristiani e i socialisti si dissero disponibili al cambiamento e, siccome insieme raggiungevamo la maggioranza assoluta, entrammo in Giunta.

Quando però ci accorgemmo che il cambiamento stentava ad arrivare, uscimmo dalla coalizione di Giunta, promettendo un appoggio di volta in volta.

Senza volerlo (non eravamo grandi esperti di politica, io ed il mio collega Sardista, ma entrambi di prima nomina, idealisti, preparati culturalmente, ma  inesperti) eravamo diventati l’ago della bilancia: senza di noi la Giunta a l governo del paese non aveva la maggioranza.

Che cosa inventarono allora i  due socialisti? (che, secondo me, all’epoca, erano i più furbi e smaliziati di tutti).

I socialisti dichiararono che avrebbero tolto la fiducia al sindaco democristiano e lo avrebbero fatto così crollare.

Il capo-gruppo socialista in Consiglio era un mio amico di infanzia e, fuori dal consiglio, davanti ad un caffè, gli chiesi che razza di gioco stesse giocando.

Mi strizzò l’occhio e mi disse: ” Adesso voi non siete più l’ago della bilancia, ma lo siamo diventati noi. E non ci fate più paura, perchè possiamo sfiduciare il Sindaco in qualsiasi momento.

Conclusione: non ho letto a fondo le cronache politiche di questi giorni, ma mi pare che nessuno dei commentatori abbia colto in pieno il significato politico della Lega quando il suo leader Bossi ha dichiarato che voleva sfiduciare Berlusconi.

In realtà secondo me non l’ha mai neppure pensato seriamente. Anzi, deve avere  concordato con lo stesso Berlusconi la dichiarazione (fatta all’indomani di uno dei tanti incontri di Arcore).

Il messaggio ai Finiani è chiarissimo: “In realtà voi non contate un accidente di niente; siamo noi, casomai, che possiamo sfiduciare il Governo, con voi o senza di voi!”

Sorprende che nessuno, all’opposizione, se ne sia reso conto.

Già! La vera politica, oggi, non la fa quasi più nessuno. Oggi si fanno soltanto affari.

 


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