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L'analisi del dopo elezioni amministrative: da Pisapia a De Magistris

Creato il 31 maggio 2011 da Paopasc @questdecisione
L'analisi del dopo elezioni amministrative: da Pisapia a De MagistrisSi sprecano le analisi nel dopo elezioni amministrative. Un'onda rivoluzionaria ha investito anche il nostro paese forzando in direzione del cambiamento. Al centrosinistra la città simbolo del centrodestra degli ultimi anni, quelli di Berlusconi e della Lega, del dopo tangentopoli, e anche quella Napoli in cui una precedente amministrazione di centrosinistra era rimasta coinvolta nella gigantesca questione rifiuti: neppure lì il candidato del centrodestra è riuscito ad averla vinta. 9 a 4 i risultati del ballottaggio nei comuni capoluogo, in favore del centrosinistra. Insomma, un chiaro segnale dell'elettorato. Ma che valore dare a questo segnale? E' da intendersi come il sintomo di un cambiamento a livello nazionale? Coinvolge una certa parte politica? Difficile dirlo.
C'è chi argomenta, con qualche ragione, che non può trattarsi di un'onda di centrosinistra che coinvolge anche  l'Europa  perchè, in Spagna, il premier Zapatero e la sua maggioranza hanno subito una pesante sconfitta alle amministrative. Un tratto comune c'è, però: chi governava perde.
E infatti viene da notare che è onere di chi è al governo quello di fornire prove di ciò che si è fatto. Queste prove non possono essere fabbricate in concomitanza del voto ma vanno costruite durante il mandato. Questa mi sembra la lettura più vicina ai fatti. E spiegherebbe anche la crisi di due coalizioni opposte: il centrodestra qui da noi, il centrosinistra in Spagna. Considerando, però, come tratto comune l'operato del governo (sia locale che nazionale) si trova il fattore comune. L'insufficienza dei provvedimenti presi fa perdere consensi.

L'analisi del dopo elezioni amministrative: da Pisapia a De Magistris

fonte dalla rete

Si noti, inoltre, che solitamente chi decide le sorti in questa nostra Italia bipolare (non bipartitica) è quella parte, esigua, definita come elettorato fluttuante, perchè abituato a decidere in base ai fatti e non alle sole convinzioni radicate. Come noto, la simpatia/antipatia è in grado di offuscare la ragione e rendere ciechi alla realtà. L'elettorato fluttuante è quello che cambia sovente opinione, in seguito alla verifica pratica dell'azione dei vari schieramenti al governo. E' facile osservare, infatti, che questo genere di elettore è spesso insoddisfatto dell'operato del governo o dell'amministrazione in carica e da questa insoddisfazione si lascia guidare al voto, principalmente perchè i vari politici di volta in volta in carica sono incapaci di fornire risposte concrete ai bisogni. Ne consegue che questo elettorato fluttuante è costretto a riversare le proprie aspettative su chi era all'opposizione.
Un altro fattore che può aver pesato per qualche punto percentuale è stato l'errore, identico a Milano e Napoli, di buttare la contesa sul piano personale, attaccando frontalmente l'avversario politico. Accade a Pisapia con la stoccata della Moratti e accade anche a De Magistris, etichettato per il suo passato di magistrato.  Una strategia perdente, dalla quale proprio il centrodestra aveva tratto vantaggio, ma dalla quale, evidentemente, non hanno saputo trarre i giusti insegnamenti.
Infine, nell'analisi fatta da alcuni esponenti del centrodestra appare, in forma più o meno palese, la convinzione che: si, il centrodestra ha perso, ma ha perso anche il centrosinistra. Le più grandi vittorie non sono dovute al Pd ma alla galassia di partiti della sinistra più radicale o del partito di Di Pietro. Insomma, dicono, se il Pdl piange il Pd non ride. Il senatore Garavaglia, da Gad Lerner, la definisce una vittoria in discesa, nel senso che il Pd vince perchè perde meno, rispetto al Pdl, che perde di più, mentre la Lega fa addirittura meglio (delle amministrative, ma non delle regionali). Insomma, si cerca di parare il colpo con il partito più rilevante del centrosinistra. 
Non credo che esista una sola spiegazione di questa sconfitta di Berlusconi e soci ma penso che l'eguale sorte toccata a Zapatero e compagni debba far riflettere: si paga lo scotto del governo, dell'aver governato e dell'essere stati giudicati insoddisfacenti. Poi, possono essere invocate tante piccole spiegazioni che insieme aiutano a fare il gran risultato: dai candidati visti come più vicini alla gente  all'effetto processi, da un certo modo, passato nei media, di trattare le donne alle promesse non mantenute, dal definire senza cervello chi non vota per sè al personalizzare troppo la contesa.
Recentissime dichiarazioni del premier in linea con la sua campagna elettorale. Ai milanesi e ai napoletani: ve ne pentirete!

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