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L’autolesionismo di Matteo Renzi (di Leonardo Tondelli)

Creato il 29 gennaio 2014 da Tafanus

L’autolesionismo di Matteo Renzi (di Leonardo Tondelli)

 

Ci voleva forse Matteo Renzi per farci capire che un accordo con Berlusconi sul sistema elettorale non è affatto difficile: basta dargli tutto quello che vuole.

Quando presentò il suo accordo “prendere-o-lasciare” alla direzione del PD, chi si ostinava a vedere il bicchiere mezzo pieno notò che almeno non erano previste le candidature multiple – almeno quelle. Almeno non avremmo rivisto i notabili dei partiti in cima ai listini di tutti i collegi, pronti a lasciare il posto ai perfetti sconosciuti in coda. Ognuno può avere un’idea diversa su dove passi il confine tra decenza e indecenza, ma almeno c’è consenso sul fatto che le candidature multiple stiano al di sotto della linea. Meno male.

Un paio di giorni dopo il NCD – la filiale di Berlusconi presso il governo – ha presentato un emendamento che reinseriva le candidature multiple. Quando Alessandro Gilioli, giornalista dell’Espresso, ha provato a chiederne conto a Renzi su twitter, ne ha ricevuto una risposta davvero interessante. La domanda era: ti impegni a evitare le candidature multiple? La risposta eccola qui.

"Per adesso non ci sono. Non mi ci immolo (come ballottaggio, premio, sbarramenti). PD, cmq, non farà MAI candidature multiple
— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 25, 2014

Insomma, sì, può darsi che lo stiano fregando: è una possibilità, lui non ci si immola; quello che può fare è garantire che lui, cmq, non li fregherà MAI. Se la coalizione di centrodestra riuscirà in questo modo a produrre liste più appetibili agli elettori, pazienza: Matteo Renzi non potrebbe mai abbassarsi a un trucchetto simile.

Questa forma malintesa di fair play, per cui lasci che il tuo interlocutore ti boicotti la legge elettorale e non approfitti nemmeno dei trucchi che lui si sta permettendo, è una delle cose meno nuove di Matteo Renzi: un atteggiamento che prima di lui fu di Veltroni e persino di D’Alema. L’antiberlusconismo “agonistico” di chi ritiene che per quanto disonesto, per quanto infido, per quanto pregiudicato, Silvio Berlusconi vada battuto sul campo: non importa se il campo è in discesa per lui e in salita per noi. È un atteggiamento che fin qui non ha pagato, ma Renzi ritiene di avere delle cartucce che i suoi predecessori non avevano, e magari le ha davvero. Io spero che le abbia.

Cito un mio vecchio pezzoEsiste un antiberlusconismo agonistico, non mi viene in mente un altro aggettivo con cui definirlo: è l’antiberlusconismo di quelli che B. lo vogliono “battere alle elezioni”: sottointeso, ad armi pari. In realtà si sottointende un’enormità, perché B. non usa armi legali: ha a disposizione un patrimonio immenso, accumulato con metodi discutibili, come per esempio la corruzione (possiamo dirlo ormai, ci sono le sentenze). Dispone di una corazzata mediatica un po’ ammaccata ma ancora senza rivali per potenza di fuoco in Italia, e lo si è visto in campagna elettorale: B. non è riuscito a vincere, ma riesce ancora ad evitare che vinca qualcun altro.

Cosa significa “batterlo alle elezioni”? Con che risorse, visto che lui ne ha di enormi? Con che televisioni? Non si sa, non si è mai capito. Gli antiberlusconiani agonistici sono di solito tipi sportivi, pronti a gettare il cuore oltre all’ostacolo: prima o poi, lasciano intendere, gli italiani tiferanno per loro, ammireranno la loro sportività, il fair play del galletto che sfida la faina al giro dell’aia. Finora son tutti finiti male (Occhetto, Rutelli, Veltroni), però magari questa volta chissà.

In questi giorni Renzi ci ha spiegato che questo sistema non lo vogliono soltanto lui e Berlusconi, ma anche i due milioni di elettori delle primarie: in realtà erano un po’ meno di due milioni, e c’è anche quel milione scarso che non votò per lui, ma questi son dettagli. È difficile immaginare che gli elettori di Renzi in dicembre avessero in mente una situazione del genere, con Berlusconi in grado di tagliarsi il sistema elettorale a seconda delle sue esigenze (norme salva-Lega incluse). Molti, senz’altro, votarono Renzi perché si fidavano di lui. Molti probabilmente si fidano ancora. Tanti altri speravano in un uomo nuovo, lontano dagli atteggiamenti autolesionistici che avevano fin qui danneggiato il PD. Ecco, sull’autolesionismo la sensazione è che ci sia ancora molto da lavorare. http://leonardo.blogspot.com

(Credits: grazie a NonnaMana per la segnalazione)

Gli "Uomini Nuovi" dello statista di Frignano sull'Arno

Tafanus
Per giorni e giorni, all'inizio dell'era del renzismo, i renzini da riporto ci hanno sfrantumato le palle cogli "uomini nuovi" di cui si era circondato Matteo. Così nuovi, che nessuno sapeva chi fossero. Dal mitico "consulente economico" Yoram Gutgeld (quello che "viene dalla McKinsey, Antonio... non so se tu sai cosa sia la McKinsey..."), a Giorgio Gori del Grande Bordello, a Michele Serra, misterioso finanziatore del renzismo con fondi alle Isole Cayman (noto paradiso della trasparenza)... Da Davide Faraone (un "nuovo che avanza ex Lombardo della MPA) a Marianna Madia (quella che sbaglia ministero).

Oggi MICHELE Serra (non DAVIDE il Finanziere), torna sul minchionismo di Twitter, e lo fa a modo suo, facendo a pezzettini le "brillanti idee in 140 battute" di DAVIDE Serra (Il Finanziere). Peccato che Il Finanziere, per esprimere le sue idee in termini di "Capitale & Lavoro", si sia rifugiato nel "cici - ciuciù" di Twitter... Ci piacerebbe leggere le idee di Davide Serra (che poi sono quelle di Renzi) sul rapporto fra capitale e lavoro in 140 pagine, anzhichè in 140 battute. Giusto per togliere alla pochezza del pensiero l'alibi del "vincolo dimensionale":

Michele-e-davide-serra

Se Davide Serra vuole spiegarsi meglio, sappia che gli mettiamo a disposizione anche 14.000 battute, contro le 140 nelle quali, poverino, è costretto a NON spiegarsi su Twitter. Stessa offerta per lo Statista di Frignano sull'Arno. Ma poichè sappiamo per "quasi-certissimo" che né Davide Serra, né Lo Statista, ci degneranno di una risposta, mettiamo a disposizione lo spazio per una difesa d'ufficio anche da parte dei renzini da riporto che frequentano questo blog: da quello che voleva spiegarmi cosa fosse la McKinsey, a quello che mi rimproverava per la frequenza settimanale (troppo alta) della rubrica sul monitoraggio dei "fatti vs pugnette" di Matteo Lo Statista (che poi sarebbe lo stesso che ni aveva rimproverato di aver dedicato ben 11 puntate alla demolizione del mitico "Big Bang" di Matteo Renzi (sempre modesto, il renzino... Non finirà col perdere consensi, con tutta questa modestia? NdR)

Già... quello da cui attendiamo ancora (sono trascorsi 13 giorni dalla data-pugnetta) il "contenuto" dell'indice del Giobatta; quello che "prendere-o-lasciare", ormai precipitato nel suk arabo 35% - 37% - 4% - 5% - preferenze si-no-nonso; primarie si-no-facoltative;  candidature multiple giammai-si-no-vediamo; da quello del "salvalega" da regalare a Berlusconi.

Già... parliamo troppo spesso dello Statista. Ma siamo disposti a fare un patto: Renzi non ci offra ogni 5 minuti occasioni per parlare di lui, e noi non parleremo di lui ogni 5 minuti. Tafanus


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