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L'autolesionista Ciccio Dell'Oca Crimi e l'autogol di Grillo

Creato il 22 ottobre 2014 da Alessandromenabue
L'autolesionista Ciccio Dell'Oca Crimi e l'autogol di GrilloQuando nel M5S c'è da perdere qualche vagonata di elettori Vito Crimi non si fa mai cogliere impreparato. E' sempre lì in prima linea, meticolosamente dedito al suo incarico di sicario di consensi: una sua sola dichiarazione è sufficiente per radere al suolo settimane di lavoro dei vari Morra, Di Battista, Di Maio o Taverna. Pensando a lui viene voglia di parafrasare una famosa battuta di Groucho Marx: "Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come Vito Crimi." Fedele al suo ruolo di Ciccio Dell'Oca del Movimento, ieri Citizen Vito ha pubblicato un feroce (almeno nelle intenzioni) post su Facebook per attaccare il Fatto Quotidiano, reo di avere dato notizia delle nuove espulsioni in seno al M5S, e Marco Travaglio che si è permesso di consigliare ai pentastellati di occuparsi maggiormente di corruzione e meno di epurazioni. Vito l'ardito scrive: "Alla notizia il Fatto Quotidiano ha riservato la homepage sull'edizione online per 2 (due) giorni, omologandosi ai giornalai che hanno colto la palla al balzo per vomitare prime pagine sui quotidiani e servizi in apertura di telegiornale." A parte il linguaggio sgradevolmente gasparriano, Crimi dovrebbe sapere che il Fatto si è sempre occupato del Movimento più di qualunque altro organo di informazione, a volte parlandone bene e altre volte criticandolo, cosa che dovrebbe fare ogni giornale libero e per l'appunto non omologato. Ma forse il senatore (che evidentemente ed inspiegabilmente confonde Travaglio con Menichini) ritiene che essere omologati equivalga a rifiutarsi di lisciare aprioristicamente il pelo ai 5 Stelle.
"A quando", si domanda ancora Crimi, "prime pagine e servizi dedicati alle espulsioni che i partiti da sempre praticano sugli iscritti?" Al 20 giugno 2013, data in cui il FQ pubblicò, come sempre in prima pagina, l'editoriale di Travaglio "Senti chi sparla", dedicato guardacaso alle espulsioni che i partiti da sempre praticano sugli iscritti. Delle epurazioni piddine (e non solo) il condirettore del Fatto ha parlato a più riprese, sia sul suo giornale che in televisione, così come hanno fatto in diverse occasioni Antonio Padellaro e Andrea Scanzi: se Crimi non ignora l'esistenza dei motori di ricerca avrà modo di verificarlo agevolmente.
Il post prosegue: "Non si è trattato di limitazione della libertà di critica, di fascismo e altre amenità. Non si tratta di punire il dissenso. Quello è sempre vivo e presente, in tutti i livelli del Movimento. Sta a noi scegliere se rivolgerlo ad una telecamera affinché ci venga risputato addosso, o se condividerlo con i nostri compagni di viaggio, favorendo la maturazione della comunità." Traduzione: i panni sporchi si lavano in casa, al riparo da streaming e telecamere. Qualora Vito non lo avesse notato, si tratta di quella stessa condotta che il M5S ha sempre - giustamente - rimproverato al Pd. Molti elettori hanno votato i 5 Stelle anche perchè stanchi di queste dinamiche interne ai partiti. Dinamiche che ora Crimi vorrebbe avocare al Movimento.
Tutto il resto è noia: l'invettiva di Ciccio si trascina verso il finale tra spiegazioni puerili, gasparrismi un tanto al chilo ("commentatori de noantri", "quante stronzate") e battute sullo stato di salute dei neo-espulsi che non strapperebbero un sorriso nemmeno a un fan di Martufello, per giungere al gran finale affidato al criptico hashtag #ariverlestelle.
L'autolesionista Ciccio Dell'Oca Crimi e l'autogol di GrilloCosì si chiude il post di Crimi e si apre l'autogol di Grillo (o chi per lui) che questa mattina ha pubblicato via social e sul suo blog la tirata di Ciccio, intitolandola "Il senatore 5 Stelle Vito Crimi zittisce Marco Travaglio". L'immagine di Travaglio zittito da Vito l'ardito è realistica tanto quanto Gustavo Zagrebelsky che straccia gli avversari e si aggiudica il primo premio al Ruttosound di Reggiolo. E infatti, fatti salvi i soliti talebani grillini, i commenti su Facebook e su beppegrillo.it - quasi tutti a sostegno di Travaglio e del Fatto - dimostrano quale boomerang si sia rivelato per Grillo la condivisione di quel post. Crimi è quello che è, non ha colpe; più allarmante è invece la sensazione che Beppe stia sempre più perdendo contatto con gli umori della maggioranza della sua base e di quei simpatizzanti che magari non passano le ore a scrivere "W BEPPE!!!" su Twitter ma il cui voto - quando si tornerà alle urne - ha uguale valore. Uno vale uno.

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