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L'ultimo saluto a Angelo Bernabucci - Il compagno di scuola "teribbile".

Creato il 27 aprile 2014 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1

Per una ragazzina cresciuta tra Garbatella e Cinecittà, è praticamente impossibile evitare il colpo. Se ne va uno più noti caratteristi del cinema italiano degli anni '80 e '90, Angelo Bernabucci.
Degli anni '90 ricordo soprattutto la gioia e la leggerezza che contraddistinguevano quei film visti la domenica. Dalle risate in casa, divenute più belle e numerose con l'arrivo di mio fratello, si passa poi a quelle più spavalde, insieme agli amici sulle panchine dei giardinetti nel parco Serafini, quando ancora quel posto custodiva i nostri sogni. Per me quell'uomo dalla voce roca e smisurata, era semplicemente il "Teribbile". Non lo avevo mai pensato e conosciuto con un nome proprio di persona, un nome vero insomma. Bernabucci era il comico guidato dalla propria natura, era quel che era e non credo avesse mai avuto bisogno di studiare una parte. Me lo ricordo per tutte le battute che poi a scuola e in casa, tornavano a colorare le conversazioni di ogni tipo.
"Ahò, m'arendo: chi dovresti da esse' te?". Era il povero ex compagno di scuola Fabris, interpretato da Fabio Traversa. E chissà quanti Fabris sono passati tra le scuole e le rimpatriate organizzate dai vecchi compagni. Per capire che fine abbiamo fatto, come siamo cambiati. Se i capelli bianchi già ci condannano all'età adulta o se un matrimonio fallito ha posto definitivamente fine alla spensieratezza di allora. La risposta è quasi sempre sì. Eppure, della drammaticità di quello che fu il film più triste e apprezzato (dalla critica) di Carlo Verdone, Compagni di scuola appunto, rimane più che altro il contrasto, messo a punto da un vecchio compagno, il macellaio Finocchiaro, quello che, per intenderci, non te le manda di certo a dire. 
Fabris: Sono Fabris!Finocchiaro: Fabbris? Ma che me sta a pijà per culo? Ahò! Fabris: Sono un po' dimagrito, un po' stempiato... Ma sono Fabris, primo banco a destra...Finocchiaro: Nun ce prova'... Tu c'hai avuto 'n crollo... d'ottavo grado d'a scala Mercalli però!
Scoperto da Carlo Verdone, Bernabucci ha prestato il suo volto e la sua voce (perché di lui rimane soprattutto quella) all'italiano un po' sbandato, quello che non ha un preciso ruolo nel mondo. Insomma, un modo per rivedersi e riconoscersi, per quanti come il Teribbile, non si sentivano mai interamente "parte di". Accennato, necessario a mettere in luce alcuni dettagli, eppure decisivo, fondamentale. Il compagno di scuola che tutti avremmo voluto in classe, il fratello italiano che magari incontriamo in autostrada, mentre siamo diretti allo stadio, a sostenere la nostra squadra. Certo, il rischio è di imbattersi in avventure surreali e rozze come poche altre. Tipo spremute di sangue, tatuaggi estremi e due ultras a dir poco "teeeribbili".


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