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L’uomo che sussurrava ai precari

Creato il 08 febbraio 2013 da Cortese_m @cortese_m

20130208-131812.jpgIl Senatore uscente Pietro Ichino, nonché esperto in materia di lavoro è tornato alla ribalta per una notizia che riguarda la sua famiglia.
Sua figlia Giulia, classe ’78, secondo quanto riportato dai mezzi d’informazione proprio in queste ore, lavora come Editor presso la Casa editrice Mondadori sin dalla “tenera” età di 23 anni.

In questo non ci sarebbe nulla di male se non che Ichino è un noto sostenitore, anzi un “portatore sano” di idee (e non solo idee..) riguardanti il mondo del lavoro un po’ diverse dalla concezione del posto fisso e della stabilità dello stesso, stabilità ahimè necessaria per poter pianificare dignitosamente un futuro per chiunque.

Uomo mite e senz’altro educato nei modi, il Senatore è sotto scorta perché ha ricevuto minacce per la sua persona e per questo non si può che dargli solidarietà. Ma le tesi che sostiene e che porta avanti in Parlamento, se pensate per un Paese come l’Italia, non sono così condivisibili e forse anche un po’ pericolose per la condizione giovanile dei Lavoratori o di chi spera di trovare un lavoro.

Guardare come fa’ lui ai modelli dei Paesi del nord Europa – la flexsecurity – i quali hanno una cultura e una legislazione totalmente diverse dall’Italia, farlo solo per il mercato del lavoro senza cambiare nel suo complesso la macchina statale, non può essere una via d’uscita dai problemi di chi cerca un lavoro in Italia, almeno in questo status quo.
Intraprendere determinate “vie legislative” non può che peggiorare una condizione giovanile già fin troppo provata ed in forte recessione rispetto alle generazioni precedenti.

Il Senatore è sempre pronto a sussurrare ai precari che il lavoro c’è, addirittura che i posti di lavoro disponibili sono più dei giovani che ne cercano uno, ma bisogna essere flessibili.
Cambiare città, anche regione se necessario, adattarsi a fare lavori anche lontani dalla propria formazione-aspirazione-ambizione, accettare contratti anche di poche settimane o mesi perché ciò può essere stimolante ed evita la ripetitività provocata dall’avere un lavoro stabile (diciamo sicuro..).

Insomma quanto più si è precari tanto più si trova lavoro.

Peccato che queste regole, queste indicazioni che i potenti come lui danno agli altri (a noi!), non valgono mai per se stessi.
La figlioletta del Senatore, con una Laurea in Lettere – quella che di solito le Aziende ai colloqui di assunzione dicono essere una Laurea “debole”, se fosse stata una ragazza qualsiasi avrebbe trovato una Casa editrice pronta ad assumerla a soli 23 anni?

Forse essere stata la figlia di Pietro Ichino l’ha, diciamo, aiutata?

Non facciamone una colpa a lei, è stata fortunata, e forse quel posto l’ha ottenuto meritatamente ma almeno che il suo papà la smetta di dare lezione agli altri (a noi!) e di sussurrare ai precari cosa fare per trovare un lavoro, rigorosamente precario, lontano da casa, e perché no, senza troppe ambizioni su una pensione per la vecchiaia.

nanni


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