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La 25ma ora

Creato il 19 febbraio 2014 da Misterjamesford
La 25ma oraRegia: Spike LeeOrigine: USAAnno: 2002Durata: 135'


La trama (con parole mie): Monty Brogan è uno spacciatore di droga che lavora fianco a fianco con un importante boss della mala russa di stanza a New York, un ragazzo irlandese dal temperamento inquieto rimasto in giovane età orfano di madre e profondamente legato al vecchio padre - ex pompiere e gestore di un bar - e ai due amici d'infanzia Jacob - professore di letteratura composto ed introverso - e Frank - arrembante agente di borsa -.Quando la DEA, sfruttando una soffiata, lo incastra ed ottiene per lui una condanna a sette anni, Monty si ritrova a dover tirare le fila della sua vita nelle ultime ventiquattro ore precedenti alla data dell'incarcerazione.
La 25ma ora

Questo post partecipa alla commemorazione di Philip Seymour Hoffman.


La 25ma ora
Pochi film hanno rappresentato l'inizio del Nuovo Millennio per gli States sconvolti e feriti dall'undici settembre come La 25ma ora.E pochi registi ne sono stati interpreti così accorati come il newyorkese doc Spike Lee, al suo meglio come spesso accade quando i suoi prodotti non finiscono per essere "troppo black" - ho sempre considerato il qui presente titolo, insieme al precedente Summer of Sam ed al successivo Inside man come i tre vertici della carriera del buon Spike -.Ma La 25ma ora è molto più di quanto non possa rendere una fredda analisi critica, dalla regia asciutta alla sceneggiatura da manuale - firmata da David Benioff, che gli appassionati del piccolo schermo ricorderanno come uno degli autori di Game of thrones - passando alla splendida fotografia, alla vibrante colonna sonora e ad un cast perfetto ed in grande forma - su tutti le due spalle del protagonista, Barry Pepper e Philip Seymour Hoffman, che oggi celebriamo, nei ruoli rispettivamente di Frank e Jacob, amici di una vita del main charachter Monty.La 25ma ora è la storia di un lungo addio, un dramma carcerario che si consuma ancora prima che il condannato varchi le mura del penitenziario per trascorrervi sette lunghi anni - che in luoghi come Otisville, non devono essere proprio una passeggiata -, la cronaca di un sospeso "senza perdono", o quasi, per dirla come il Maestro Clint, che "c'è mancato poco perchè non accadesse mai".Monty, con il suo speech del "fuck you" all'indirizzo della città che è la sua casa e le sue radici quasi e quanto l'Irlanda, è lo specchio degli States feriti, della voracità che giustifica i rischi fino quando non è troppo tardi, e non resta altro se non ammettere amaramente che "sono cazzi".Monty che non sa di chi fidarsi, e che è costretto a chiedere al suo amico fraterno di fargli del male per potersi proteggere, per poter sopravvivere, come fece anni prima di lui ed in luoghi sicuramente peggiori il boss che non lo vorrebbe veder partire, o fuori dai suoi giochi di potere.Monty che era una promessa del basket, uno di quelli "che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa", e che invece ha finito per essere soltanto qualcuno inghiottito dal lato oscuro di una città e dei sentimenti, incapace di distinguere tra chi gli è fedele perchè lo ama e chi gli è fedele fino a quando non converrà esserlo.La 25ma ora è un romanzo di formazione amaro, la caduta - piuttosto rovinosa - prima della lenta, difficoltosa risalita: non è possibile venirne fuori senza cicatrici o segni, senza dover sacrificare qualcosa - o qualcuno -, andando oltre, cambiando direzione e, chissà, forse la nostra stessa esistenza. Prima che il tempo scada. Prima che sia tutto finito.Prima che si concretizzi quel "c'è mancato poco che non accadesse mai".Eppure, dritto in faccia come un pugno, è accaduto. 

Accaduto eccome.Lo si legge sui volti di Jacob e Frank alla finestra dell'appartamento di quest'ultimo che si affaccia su Ground Zero, nell'istinto di Brogan Senior a rubare un sorso dalla bottiglia di birra lasciata dal figlio, nello sconforto di Naturelle, nello smarrimento spocchioso da adolescente alla scoperta di tutto ciò che è più grande di lei di Mary, nello spirito di patate di Kostia, nel ringhiare di Doyle.Tutto è alle spalle. 
E molto di più in attesa - o in agguato - davanti agli occhi. 
E non basterà guardare oltre, sognare un futuro, scrivere il proprio nome coltivando la speranza che un bambino possa vivere senza dover sopportare certe ferite.Perchè sono il sale della vita. E senza di esse passeremmo il tempo sdraiati a terra con le ossa rotte.O scappando. Perduti tra il nulla e l'addio. 
Tirando un sospiro di sollievo perchè "c'è mancato poco che non accadesse mai".Invece è accaduto. Accade tutti i giorni.Cadiamo, veniamo feriti, rimane una cicatrice.Come un tatuaggio, a ricordarci da dove proveniamo. O che sopravviveremo.E che finchè avremo forza, e sentiremo quei segni sulla pelle, potremo appoggiarci alle ginocchia ed alzarci, ancora una volta.Da un Ground Zero fino a toccare quasi il cielo.E guadagnare quell'ora in più che cambierà il nostro giorno.
MrFord
Partecipano alla veglia i compagni di blogosfera:
Il Bollalmanacco
In Central Perk
Viaggiando Meno
Non c'è Paragone
Cinquecento Film Insieme
Pensieri Cannibali
Montecristo
Director's Cult
50/50
Scrivenny 2.0
Combinazione Casuale
"Now I forget how to think
so crack my skull
rearrange me
lover put me in your beautiful bed
and cover me
lover put me in your beautiful bed."
The National - "It never happened" -

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