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La camera verde – Francois Truffaut

Creato il 03 aprile 2013 da Maxscorda @MaxScorda

3 aprile 2013 Lascia un commento

La camera verde
Quando Truffaut mori’, era il 1984, lo riconobbi come il professore Lacombe da "Incontri ravvicinati del III tipo". Ricordavo di aver letto fosse non un attore ma un celebre regista ingaggiato da Spielberg per recitare nel suo film ma a quel tempo per me Truffaut il professore del film e niente altro.
Ricordo che mi dispiacque perche’ amavo il suo personaggio, quell’umanita’ e saggezza che sapeva trasmettere, la felice malinconia di un uomo che ha avuto tutto al quale pero’ manca ancora qualcosa, il volto di chi ha sfiorato la Verita’ senza afferrarla e malgrado cio’ gli basta.
Mi piace Truffaut attore, lo preferisco al regista di molti, non tutti, i suoi film e chissa’ che se il destino maledetto non lo avesse stroncato cosi’ giovane, quante altre belle interpretazioni ci avrebbe dato.
Ruolo non facile il suo, qui che si dirige, uomo sopravvissuto a una guerra mondiale, la prima e alla scomparsa della giovane moglie.
Sopravvissuto si, ma incapace di accettare i troppi lutti che si sono succeduti nella sua esistenza e che hanno radicalmente trasformato il modo di intendere la vita, vista non piu’ come un cerchio ma una retta da prolungare il piu’ possibile, attimi congelati nel tempo da prorogare con forza, tenacia, rabbia e dolore.
Se non si puo’ accettare la morte allora e’ sufficiente viverla nel ricordo e nella celebrazione perenne, col rischio di contrapporre i vivi ai deceduti ma senza follia, senza incoscienza, scelta legittima e rispettabile per quanto difficile da comprendere.
Come spiegavo all’inizio, Truffaut e’ un protagonista perfetto, in punta di piedi vive il dramma o meglio la soluzione del dramma da parte di chi non ha altri mezzi per sopravvivere a un dolore troppo grande da sopportare. 
Tema drammatico eppure sviluppato con tanta grazia e ripeto, merito del testo ispirato da Henry James, merito della regia ma soprattutto dell’interprete e se il film alla fine non e’ memorabile, Truffaut davanti alla cinepresa lo e’.

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