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La carne vista da Big History

Creato il 28 gennaio 2014 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

downloadSolitamente pensiamo alla storia come a una linea temporale, con una serie di eventi, ma se al posto di una linea, immaginiamo una rete di connessioni infinite che si intersecano per miliardi di anni e che contribuiscono a creare quello che è intorno a noi, l’universo, il nostro pianeta e noi stessi, ci troviamo di fronte alla nuova serie di documentari che History Channel sta mettendo in onda.

Ed eccoci allora proiettati nei momenti epici che hanno aperto la strada dell’evoluzione.  Il movimento degli atomi guida il movimento degli uomini, delle civiltà, delle galassie e la storia come noi la conosciamo diventa il bisogno della  carne rivisitata da Big History.

È uno dei prodotti principali dell’Argentina e il Lussemburgo è lo stato con il maggior consumo procapite. Mentre in India è quasi bandito: il manzo.

La storia ufficiale ci spiega che la carne bovina è stata la base del regime alimentare di tutto il mondo, ma dietro al

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bestiame si nasconde una storia molto più complessa legata alla nostra identità. Torniamo indietro nel tempo a due milioni di anni fa. L’Homo Sapiens ancora non esiste, il nostro progenitore chiamato Homo Habilis ha una dieta composta per il 98% di piante  e foglie. Ma la dieta vegetariana non lo favorisce per  assumere le calorie necessarie questi uomini primitivi dovrebbero mangiare vegetali per 9 ore al giorno.

Oggi esiste la possibilità di una scelta vegetariana, perchè abbiamo accesso a una grande quantità di piante, ma all’epoca delle prime culture umane, era difficile ottenere tutte le sostanze nutritive solo partendo dai vegetali. È ora di cambiare dieta e l’uomo iniziando a consumare carne scatena una rivoluzione energetica che trasforma il nostro corpo. Quegli antichi progenitori si servono di oggetti prima in pietra, poi del fuoco per arrivare a procurasi il cibo e il corpo si modifica. La carne cotta è più digeribile e l’apparato digerente fa meno lavoro, diventa più piccolo e l’energia risparmiata va ad un altro organo: il cervello.

È una regola base dell’evoluzione, se un organo diventa più grande bisogna trovare l’energia necessaria da un altro organo. Con il trasferimento alla carne il nostro cervello cresce del 35%. La carne è un  concentrato di energie e un cervello più grande significa maggior intelligenza. È uno dei passaggi fondamentali dell’evoluzione umana.

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Il consumo mondiale procapite di carne è raddoppiato negli ultimi 50 anni, da 22kg a 40kg. Ma per i primi mangiatori di carne non era tutto così facile. Gli animali cacciati dagli uomini primitivi erano enormi e feroci. Gli antenati dei moderni bovini erano letali  e aggressivi. Devono lottare rischiando la vita per procurasi uno di questi animali ma, una volta ucciso vale mezza tonnellata di ferro e proteine che possono sfamare un’intera tribù. Per abbatterlo serve una strategia, ma prima di mettere in azione il piano devono comunicare. Il linguaggio dell’uomo è progredito con il bisogno di comunicare durante la caccia.

I primi utensili, il nostro cervello e il linguaggio sono collegati al bisogno di carne che ci ha resi ciò che siamo. Ma tutto va riportato ancora più lontano.

23milini di anni fa la terra è fredda e arida, condizioni ideali per sviluppare una nuova specie vegetale: l‘erba, che va a ricoprire ogni continente. Dove cresce l’erba gli animali si evolvono per mangiarla. Non ha un grande valore energetico ma è abbondante. I bovini prosperano così nelle vaste pianure erbose europee, ma dall’altra parte del mondo, non ci sono bovini. Cristoforo Colombo sta per portarli. Nel suo secondo viaggo, intende restare e vuole ricreare una piccola Spagna. La prima mucca ad arrivare nel continente americano non lo fa grazie all’evoluzione ma per scelta dell’uomo. Nel giro di pochissimo tempo si diffondono e prosperano ovunque dal vecchio al nuovo mondo.

Ma una creatura unicellulare sta per sconvolgere il nuovo equilibrio. Il bestiame dei mongoli contrae il virus della peste bovina e inizia a viaggiare nell’aria. Dalle mandrie asiatiche a quelle russe, in pochissimo tempo il bestiame è decimato. Un’altra storica peste nel 1865 si associa a questo disastro alimentare. Il virus però non attraversa l’Atlantico e il bestiamo del nuovo mondo è salvo e comincia a sfamare il vecchio. Inizia l’epopea del Far west formando un’unica grande storia.

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La carne ha dato energia al nostro cervello, trae origine dai pascoli dove questa specie animale si è evoluta, una serie di viaggi l’ha diffusa in tutto il mondo, salvandola da un’epidemia letale. Ma le connessioni non sono ancora finite. Ogni mucca, qualunque filetto e oltre un miliardo di bovini hanno un’origine comune. Un’invenzione umana. Per procurarsi la carne i primitivi decidono di domare il selvaggio e aggressivo bovino catturando i vitelli e facendoli accoppiare con quelli più docili. Questi antichi allevatori prendono le radici dell’evoluzione e trasformano un mostro selvaggio e feroce in un animale da fattoria. Ogni mucca oggi esistente, discende da questa invenzione.

Quando l’uomo primitivo comincia a cacciare dà il via ad una serie di collegamenti che si estende per migliaia di anni, creando un legame di reciproca dipendenza. L’uomo e i bovini condividono una storia comune.


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