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La crisi incombe, a como nasce il partito dei poveri

Creato il 11 ottobre 2011 da Afrodite
La crisi incombe e i poveri si organizzano. L'ho scoperto frugando nella mia cassetta della posta, sembrava il solito volantino dell'Unione Ciechi che da anni ci invita a svuotare i nostri armadi per riempire sacchi che poi loro (i ciechi?) passeranno a ritirare nel giorno prestabilito.
E invece no. Loro sono i poveri, anzi il Partito dei Poveri, che dai ciechi hanno mutuato l'usanza di raccogliere tutto quanto ci risulta ormai superfluo per trasformarlo in necessario, ma a parte questa e la grafica del volantino non hanno niente altro in comune.
Chi sono lo raccontano in poche righe: "siamo un gruppo di persone, operai e imprenditori che hanno provato cosa significa essere in difficoltà economiche, magari con famiglia a carico, senza nessun ente, luogo, persona o partito dove rivolgersi per chiedere aiuto. Abbiamo pensato di fare un partito che si occupasse solo dei poveri, tra i poveri ci sono non solo gli indigenti ma anche persone o famiglie che fino a ieri erano la classe media o benestante che all'improvviso si ritrovano senza nessun sostegno...".
Interclassisti, dunque. E anche un po' antipolitici, ma questo ormai è diventato un must.
Naturalmente hanno un sito Internet.... Poveri va bene, ma antitecnologici non sia mai.
E così andiamo a vedere. Clicchiamo su http://www.partitodeipoveri.it e ci troviamo davanti una specie di bandiera nazionale, dove a predominare è il colore rosso. Comunisti camuffati?
Il sito è decisamente molto semplice e... povero! Meglio non contraddirsi.
Quanto agli obiettivi, sono decisamente ambiziosi: aprire sedi in tutta Italia ed essere talmente tanti da riempire gli stadi. Del resto il programma è allettante: quindici punti chiari e sintetici, al primo posto l'apertura di mense per i poveri a carico dello Stato, all'ultimo la nazionalizzazione delle banche "per evitare speculazioni su prestiti e mutui". Al secondo c'è la pensione minima per tutti a 1.200 euro, a cui fa da contraltare  al dodicesimo lo stipendio massimo per i dirigenti pubblici a 2.500 euro. Questa sì che si chiama redistribuzione del reddito! Anche le casalinghe poi avranno uno stipendio e la pensione, mentre la casa sarà assicurata (in affitto) al 20% del salario.
A fugare il dubbio che il PdP sia una specie di riedizione del PCUS c'è il punto otto, dove si invocano sgravi fiscali "ai separati e divorziati": poveri va bene, nostalgici no!
Insomma il programma integrale lo potete consultare sul sito e volendo anche scaricare in formato pdf.
E a fugare il dubbio che si tratti di uno scherzo, c'è anche la data in cui il partito è stato fondato con atto notarile e l'indirizzo della sede in quel di Olgiate Comasco.
Ah, dimenticavo... Per iscriversi c'è un apposito form e l'adesione costa 15 euro, che per dei veri poveri non sono proprio pochi.
Se però volete maggiori informazioni potete sempre scrivere. Per posta elettronica, off course!
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