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La cultura dello stupro (colpisce ancora)

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

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(foto di Giulia Fontechiari, Parma 13 aprile 2012)

(foto di Giulia Fontechiari, Parma 13 aprile 2012)

Lo stupro di gruppo di una ragazza sedicenne, per Antonio Marziale – presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori – “deve indurre a serie riflessioni sullo stato di abbandono in cui versano gli adolescenti”.  

Non riferendosi con ciò a ragazzi ai quali i genitori non hanno dedicato sufficienti energie per insegnare loro che esiste un altro modo di relazionarsi che non sia quello della sopraffazione, che quando una ragazza dice “no” è NO, che le donne non sono oggetti da possedere e che lo stupro è un crimine orrendo che devasta vite; non si riferisce alla responsabilità di istituzioni e mezzi d’informazione che attribuiscono, alle conseguenze dello stupro, insufficiente e deviata rilevanza sociale, il che influisce pesantemente sul sentire comune; o ad altri fattori determinanti, che stanno alla base di qualunque riflessione riguardante la violenza di genere.  No, Antonio Marziale sostiene « […] Abbandono  perché a quell’età e in certi orari non si dovrebbe andare per locali dove la trasgressione regna sovrana e dove la somministrazione di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti è all’ordine del giorno. Occorre informarsi debitamente sulle frequentazioni dei figli e, soprattutto, imporre regole anche restrittive, come il rientro entro orari adeguati [...]>>

Ho difficoltà a controllare le mie emozioni di fronte a simili affermazioni, fatte da un uomo che peraltro ricopre un ruolo non qualunque. Sono semplicemente inaccettabili.

E’ la cultura dello stupro che colpisce ancora  una volta, perchè se è stata stuprata è colpa principalmente della ragazzina che avrebbe dovuto limitare la sua libertà di movimento; è colpa della madre che l’ha abbandonata, che non è stata sufficientemente severa nell’imporle di non uscire con gli amici; è colpa dell’alcol se dei ragazzi si trasformano in bestie feroci; è colpa dei locali notturni, di luoghi di perdizione; perchè è inevitabile ed è normale che le donne che non vogliono essere stuprate, specialmente se sono giovani, non se la devono cercare.

“ […] E’ inaccettabile il pensiero che ancora e sempre con maggiore frequenza siamo costrette ad assistere alla violazione della libertà di una ragazza violentata dal branco.

Il Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino ribadisce che la violenza sessuale è uno strumento di esercizio maschile sull’ affermazione della libertà delle donne[…]”

Immagino una madre, i suoi sentimenti mentre cerca di convincere la propria figlia ad andare dai carabinieri a denunciare il proprio stupro. Anche io sono madre. E mi immagino di nuovo sedicenne, l’espressione di madre mentre accoglieva le mie richieste di uscire la sera, con una certa dose d’ansia (ho imparato con l’età) ma facendomi sentire una persona libera di muoversi nel mondo (in un mondo che non è affatto bello, mi tocca imparare ogni giorno),  aiutandomi ad essere autonoma e responsabile. E le sono immensamente grata.


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