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La difficile e fraintesa carriera del signor M

Creato il 04 febbraio 2012 da Naimasco78

“Al diavolo il tempo che ho perso inutilmente
le feste comandate i regali azzeccati
al diavolo i comuni mortali fare su e giù per le vie del centro
al diavolo le conference call i social network gli arrampicatori sociali
i vernissage pieni di umani intenti a sorseggiare cocktail annacquati
al diavolo acid jazz lounge music il sushi del venerdì e il brunch la domenica
il futuro appartiene a chi ha il coraggio di essere differente”.

La difficile e fraintesa carriera del signor M
Banale, di una banalità ammorbante iniziare un post con una specie di monologo alla 25° Ora di Spike Lee che però altro non è che lo spot di un Suv da 35 mila euro, molto banale di questi tempi, ma anche molto radical ( i primi a criticare i vernissage e i brunch ma i primi a frequentarli assiduamente). Dunque di cosa voglio parlare? Dei radical, dei Suv o dei 35 mila euro che non ho e che non avrò mai per comprare un auto? Parlerò della banalità in generale, che però è abbastanza banale parlarne perchè chi parla della banalità finisce poi per essere banale a sua volta. Comunque, anche la suscettibilità è banale, come lo è la moralità e il dover essere continuamente politicamente corretti. Nell’era berlusconiana i talk show politici erano popolati da segretari, sottosegretari e deputati al Parlamento dalle bocche piene di frasi fatte: “Gli italiani non arrivano alla fine del mese”, “Dobbiamo garantire un futuro ai nostri giovani” . Ora, nel post Berlusconi, il Presidente del Consiglio Mario Monti irrompe sulla scena di Matrix lo scorso giovedì 2 febbraio distruggendo tutti i clichè:

«Tutte le cose che stiamo cercando di fare sono operazioni di creazione di consapevolezza, perché il mondo non è più quello che era dieci anni fa. I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia, un posto fisso per tutta la vita. E’ bello cambiare, avere delle sfide, purché siano accettabili».

La difficile e fraintesa carriera del signor M
A costo di creare la polemica delle polemiche, mi viene da dire: ma cosa c’è di tanto offensivo in questa affermazione? Ma le coppie sposate da poco fresche di viaggio di nozze si offendono se Raffaele Morelli o Paolo Crepet vanno in televisione a dire che l’amore eterno non esiste? Chi si è sposato e ha pronunciato frasi come “prometto di amarti e onorarti per il resto della mia vita” si è mai offeso sentendo qualcuno dire che non è possibile giurare amore eterno perchè l’amore può finire? Quindi perchè offendersi se il signor M dice che dobbiamo (mi ci metto in mezzo anche io che ormai, a quasi 34 anni forse dovrei smetterla di considerarmi “giovane”) abituarci all’idea che il posto fisso, eterno, non esiste più o almeno è una rarità. L’italiano medio ha la mentalità da comunale: insegue il posto fisso per garantirsi una sicurezza eterna che gli permetterà conseguentemente di sposarsi, metter su famiglia e comprare una casa. Mutui trenetennali, quarantennali, accesi a 30-40 anni che significano quindi che la casa sarà effettivamente tua quando tu orami avrai anche smesso di godertela. A che scopo quindi? Il posto fisso per alleggerirsi l’anima, per poter dire “ok, sono sistemato”, per non pensare più a niente. Credo che il signor M sia stato per l’ennesima volta frainteso: ha voluto fare un ragionamento europeo in un Paese che di europeo non ha nulla tranne la moneta. All’estero, ad esempio in Irlanda o in Gran Bretagna, un cittadino medio cambia lavoro ogni 4-5 anni. Questo permette loro di fare una serie di valutazioni, di arricchirsi, di rimettersi in gioco, di pensare addirittura di riaprire i libri e rimettersi a studiare. Nessuno li chiama sfigati, oppure la parte peggiore del Paese, perchè rappresentano la normalità. Il cambiamento non li spaventa, la sfida li stimola ad andare avanti a sentirsi ancora vivi. Ci siamo sempre autodefiniti il Paese dei creativi, cosa ci è rimasto di creativo? Nulla, siamo terrorizzati dal cambiamento, viviamo di luoghi comuni e ci crogioliamo nelle situazioni di massa. Il precariato spaventa tutti, ma perchè non spaventa la prospettiva di fare lo stesso lavoro per sempre? Forse parlare per me è facile, che il fantomatico “contratto a tempo indeterminato” l’ho avuto, ma l’ho anche lasciato, per rimettermi in gioco, per sfidare me stessa. E’ vero, di fronte ad un tempo indeterminato anche le banche si inchinano aprendoti ogni sorta di mutuo a tasso fisso, variabile, semi-variabile, ecc..Forse dovremmo iniziare il cambiamento proprio da lì, dalle banche, dalle credenziali richieste: perchè per avere un mutuo o anche semplicemente un prestito devi dimostrare non solo di avere un contratto, ma con un’azienda stimata da secoli e secoli, che non ha mai avuto un bilancio in rosso, ma anche dei genitori che nell’eventualità possano garantire per te? Ma soprattutto, perchè il sogno americano di tutti è quello di avere un contratto per comprarsi la casa? Perchè dobbiamo ancora pensare che “i soldi spesi per un affitto sono buttati”? Perchè fare una vita di sacrifici per “avere qualcosa da lasciare ai nostri figli”? Viviamo compiendo delle tappe e se queste tappe standardizzate non vengono raggiunte ci sentiamo dei falliti e pensiamo di non poter praticamente fare nulla. Se le banche iniziassero a concedere mutui a tutti, anche ai precari, allora forse non ci sarebbero 15000 persone iscritte ad un concorso pubblico per un posto. Se gli affitti non fossero inaccessibili come sono forse ci sarebbe più movimento e forse anche i giovani sarebbero più invogliati a lasciare le case dei genitori che sono i primi a dire loro che “se devi andare in affitto allora piuttosto rimani a casa con noi fino a quando non avrai le possibilità per comprartela, la casa”. Ma soprattutto, se un lavoratore perde il posto, anche a 50 anni, dovrebbe sapere di avere la possibilità di fare ancora colloqui senza sentirsi rispondere “grazie, ma cercavamo un candidato più giovane”. Questo è un Paese dove se nasci tondo, purtroppo sei destinato a morire tondo, volente o nolente. Nessuno ti darà mai la possibilità di divenire quadrato, semmai un giorno dovesse venirti in mente. Il cambiamento deve iniziare da noi, dal nostro modus pensandi, o continueremo per sempre a fraintendere i messaggi che il signor M cerca di farci arrivare.

La difficile e fraintesa carriera del signor M
Questo non è un paese per giovani, signor M, sono desolata. Almeno non per come li intende lei.



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